Primo giorno in Argentina

99 4 0
                                    

Atterrati al Aeroporto Internazionale di Ezeiza ( Buenos Aires), arrivò una macchina nera e lunghissima a prenderci. Non avevo mai visto una  limousine, e non ci ero mai salito prima d'ora. La capitale era molto diversa da Torino.
Arrivati nello Sport Center, un posto enorme con quattro campi di calcio, quattro di tennis, due di football americano, uno di hockey, uno di atletica, tre piscine coperte, una piscina esterna, tre campi di basket e tre palestre, insomma il paradiso dello sport.
Poi accanto a i campi d'allenamento ci sono varie strutture, spogliatoi, dormitori, bagni, docce, l'infermeria, le varie sale di conferenza dello staff , camere dello staff, sale TV,sale giochi e per finire una struttura scolastica e le mense.

Il centro appartiene a 5 persone; Gabriel possiede l'associazione calcio.
Insomma sapevo che finanziariamente stava bene, ma non sapevo fosse miliardario.😱

Dopo avermi fatto fare il tour del centro, mi fece vedere la mia camera, una stanza 3 metri per 6, con una grande finestra che affaccia sulla strada, un letto, un armadio, il bagno privato e una scrivania.
I dormitori erano suddivisi in annate e io ero nell'annata 2000 come giusto doveva essere. I miei coscritti vanno con il pullman all'asilo, perché il centro è sprovvisto di asili. L'annata 2000 è l'annata più giovane.

-Leo hai fatto un lungo viaggio e passato una settimana pesantissima ora riposati così ti abituerai al fuso orario.
Chiuse la porta e se ne andò. Ma io non ero stanco, per niente, allora iniziai a disfare le valigie. Avevo due valigie, una con dentro un po' di vestiti e giocattoli, e l'altra con album di famiglia, tanti documenti e cose di mio padre.
Gabriel, quando eravamo a Torino era andato alla polizia per chiedere se poteva prendere i miei effetti personali, ma c'erano più cose di mio padre e mia madre che mie.
Sistemai quindi solo la valigia con dentro le mie cose, appoggiai tutti i giocattoli in un angolo della stanza, appoggiato la foto di famiglia sulla scrivania, e volevo mettere i vestiti nell'armadio, ma il problema è che non ci arrivavo alla maniglia😅, così provai ad salire in piedi sul comodino per aprire l'armadio, ed proprio in quel momento entrò Gabriel, lo guardai serio negli occhi, avevo paura che mi sgridasse perché non si può salire in piedi sul comodino, ma invece si mise a ridere, la sua risata era uguale a quella di papà... Saltai giù dal comodino e mi sedetti per terra  ai piedi del letto, lui venne verso di me, mise a posto il comodino, mi aprì l'armadio e si sedette vicino a me: Tuo papà manca pure a me sai? Era un grande e si che lui in questo momento vorrebbe che tu sorridessi come hai sempre fatto.
- Papà era grande e io invece non riesco nemmeno ad aprire un armadio!
- Leo parlo dall'altezza interiore, e tu sei grande dentro proprio come il tuo papà. Ora devo andare a lavorare, e tu se vuoi puoi andare tranquillamente in giro per lo Sport Center, e se ti fanno delle domande in spagnolo tu dagli questo. Mi diede un foglio plastificato con scritto tante cose in spagnolo e in inglese con in basso a destra la sua firma.
Andai in giro per la mensa, un signore mi vide, mi sorrise e mi disse qualcosa in spagnolo e allora li mostri il foglio che mi diede Gabriel e lui mi disse: Allora Leo vuoi un succo di frutta?
Feci di sì con la testa e lui aggiunse: Qui c'è scritto che parli italiano o non sai parlare?
- Si parlo italiano..
- Aha allora lo parli pure, bene!
Sorrise e mi portò nella cucine della mensa, disse qualcosa alla cuoca in spagnolo e mi porse il bicchiere di succo. Bevvi, appoggiai il bicchiere sul tavolo e ringraziai.
- Leo in italiano tu dici grazie, ma però qui non tutti sanno l'italiano, perciò prova a dire gracias.
- Gracias!
Andai a fare un giretto di fuori, vidi gente sugli spalti a guardare una partita di calcio, così entrai in una porta per andare a guardare la partita. Beh fatto sta che la partita era appena terminata e mi ritrovai negli spogliatoi. Mi guardai attorno e dei ragazzi ( avranno avuto 17 anni) mi fissarono, andai verso a quello che mi sembrava più simpatico e li feci vedere il foglio, lo lesse, disse qualcosa agli altri e mi portò sul campo in spalle a fare tutto il giro. Le persone sorridevano ed applaudivano, penso che avevano appena vinto la partita. Poi mi riportò ai dormitori arrivammo davanti alla mia stanza e mi mise giù, fece per andarsene e li dissi: Gracias!
Si voltò e rispose : De nada!
E se ne andò.
Entrai in camera mi sdraiai a letto e mi addormentai.

Il tempo mi ha cambiato Ma il passato rimane presenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora