Quella mattina avevo lezione di teatro. Così, dopo aver salutato Mark, mi diressi verso la mia classe.
Se c'è una cosa che dovete sapere di me è che ho sempre amato il teatro, ed il mio sogno era e credo rimarrà per sempre quello di diventare un attore.
Nonostante la mia passione per il mondo del cinema, le lezioni di teatro a scuola erano comunque noiose per me. C'era la pratica, d'accordo, ma il fatto era che odiavo la teoria. Credo che tutti preferiscano la
pratica invece che la teoria, qualsiasi cosa sia. Insomma, per fare un esempio, se si deve fare un dolce, io mi scoccerei ad imparare a
memoria una ricetta. Vorrei farla e basta. Vorrei mettere le mani nell'impasto, e basta.Quella mattina, aspettando che la prof di arti drammatiche entrasse in aula, condivisi questi pensieri con Amy. Lei mi disse che era d'accordo con me, e poi aggiunse: "Sono contenta che tu faccia questi pensieri così altolocati", disse ridendo. Poi continuò: "Se ci fai caso è un po' come la vita: tutti se ne fregano di come si vive. Tutti fumano. Si drogano.
Si uccidono. Ognuno si fa del male da solo in maniera diversa. Ma l'importante è che si vive. Non importa come, quando, e perché si fa: l'importante è che si fa. E basta."
Guardò il pavimento per un attimo per poi ritornare a volgere lo sguardo su di me.
"Beh, senti chi parla di pensieri altolocati", replicai.
Mi diede un pugnetto sulla spalla per poi ridacchiare insieme a me.Amy era una delle poche ragazze sopportabili in quella scuola insieme a Charlie.
Erano entrambe delle bellissime persone. Entrambe simpatiche, intelligenti, gentili.
Ma erano anche alquanto diverse: Charlie era piuttosto testarda ed impulsiva.
Amy, invece, rifletteva un po' di più nelle cose.
Charlie amava la pallavolo. Amy la ripudiava in quanto, quando giocava, "sembrava una gallina che cerca di mettersi un assorbente in un
bagno di un aereo con turbolenze", diceva lei. Charlie ascoltava musica rock ed impazziva per questa, mentre Amy amava musica un po' più soft.
Ma entrambe sapevano darti consigli come nessuno. Entrambe sapevano come consolarti in momenti tristi. "Non importa come si fa,
l'importante è che si fa."
Amy e Charlie erano così uguali ma così diverse allo stesso tempo.
Penso che sia stato per questo che siano state assieme per più di un anno e mezzo.
Era un coppia speciale, proprio per questo: era contrastante.
Quando dissi a Charlie questa cosa, lei ci scherzò su dicendo: "Beh, sì, siamo diverse, ma almeno siamo entrambe delle ragazze. È già una cosa in comune"."A cosa stai pensando, bello?"
Mi disse qualcuno che, assorto dai miei pensieri, non notai neanche che si mise di fronte a me.
Ci impiegai qualche secondo per capire chi fosse: era Twaimz, con una borsa a tracolla in spalla. Lo abbracciai e chiacchierammo per poco, fin quando arrivò Mrs. FoldMayer.La signorina, anzi, ormai signora Fold (troppo pigri per
pronunciare il cognome completo), era una donna sulla cinquantina e passa d'anni, i capelli tinti di un rosso scuro, corti e di un riccio ribelle. La Fold era una prof abbastanza tranquilla,
ma non escludo che anche lei aveva i suoi scatti di follia. Ma era normale. Ormai era una veterana in quella scuola, e qualche sclero ci stava.
Dopo averci ordinato di sedere ognuno nelle sedie che erano sparse per l'aula, proprio di fronte al palcoscenico, salì su quest'ultimo. Si schiarì la voce, e poi disse urlando e quasi spaccandoci i timpani: "Bentornati ragazzi."
Aprì le braccia in segno di benvenuto con il suo solito fare teatrale e poi, spostando lo sguardo da un alunno all'altro, proseguì: "Quest'anno, come sapete, è l'ultimo. Dobbiamo dare il meglio di noi, non solo nei vari test che ci saranno durante il corso dell'anno scolastico, ma dobbiamo impegnarci anche e soprattutto per lo spettacolo di fine anno. Ho una grande idea in mente. Comunque sia,
spero che abbiate passato delle buone vacanze. Ahimè, purtroppo sono finite.
Ma ora, allontaniamo la mente dall'immagine del mare, della spiaggia, delle giornate pigre ed avviciniamola alla nostra lezione.
Vorrei che adesso prestaste particolare attenzione, perché oggi...""Scusate il ritardo!" esclamò una voce femminile da dietro le spalle della classe interrompendo il discorso della Fold.
Era una voce a me sconosciuta e con uno strano accento che, poco ma sicuro, non era di certo americano.
Quando la prof distolse lo sguardo dai ragazzi che le stavano di fronte e guardò più avanti (che presumo dovesse essere proprio la porta d'ingresso), sorrise.
A quel punto decisi di voltarmi.
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365 days ☆
Teen Fiction“Ho pensato a mille modi per iniziare questo prologo in maniera emozionante, convincente. Mille modi cosicché il lettore possa dire "mi convince già dall'inizio". Ho pensato mille e uno modi per provare ad amarla, ogni giorno meglio, ogni giorno sem...