CAP.3

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Era strano. Molto strano. Che mio padre mi chiese dove fossi stato. Di solito non mi da nemmeno retta.. Vabeh non ci pensai più e mi presi, dal borsellino di mio padre, un cewingum (o come cavolo si scrive) di marca: BROOKLYN.
Il giorno dopo, a scuola, la professoressa mi chiese se avessi studiato arte, io stupito dissi di no, è vero cavolo, avevo il compito oggi.
Gaia, vedendomi in difficoltà, mi aiutò di nascosto, con il metodo che ormai usiamo tutti: i bigliettini.
Grazie a lei presi la sufficienza in quel compito.
Tornando da scuola, chiesi a Gaia se volesse venire, oggi pomeriggio verso le 15:00, a casa mia. Lei confermò.
Arrivato a casa lo dissi a mio padre, ma lui mi rispose che non voleva nessuno in casa sua.
Io cercai di convincerlo ma niente da fare.
Alla fine, allora, andò via lui, dicendomi che stava via anche a cenare.
Arrivò Gaia, sorridente. Portava una felpa nera, dei leggins grigi con i fiori neri e sotto alla felpa una magliettina a maniche corte con scritto: IL MIO FIDANZATO RESTERÀ FUORI PER IL WEEKEND.
La feci entrare, e lei mi chiese un po d'acqua, io ovviamente gliela dai.
Una oretta dopo uscimmo, andammo in piazza a mangiarci un bel gelato, lei prese una pallina di cioccolato in una coppetta, come sempre, io invece una pallina di stracciatella in cono.
Purtroppo però, poco prima di mangiare, Gaia sentì il cellulare squillare, e dovette correre a casa, perche diceva che era succcesso qualcosa... Mi salutò e andò via.. Io ero preoccupato per lei ma non potè fare niente.. Cosa sarà successo?

LA STORIA DI UN RAGAZZO SENZA PAURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora