CAP.7

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Restai chiuso in quella maledetta stanza per 3 ore, ma la voglia di vedere Gaia era più forte. Fortunatamente in camera avevo un martello che mio padre aveva lasciato, io spaccai il vetro e uscii.
Prima di uscire però mi fermai di colpo, perchè la mia camera era al piano di sopra e tra la finestra e il terreno erano circa 2-3 metri.
Mi buttai lo stesso.
Corsi da Gaia e lei mi aprì, era a casa da sola, i suoi furono andati a fare la spesa ad un supermercato non tanto vicino.
Andammo in camera di Gaia, io la accarezzai e la baciai ovunque, la spinsi sul letto e mi mettei soprai di lei.
Lei mi sbottonò la camicia, io le tolsi la maglietta e anche un po il reggiseno.
Non volevamo farlo, perche eravamo ancora troppo giovani per avere dei figli!
Lei mi baciò in bocca, e io le toccai il seno, poi mi giró e si mise lei sopra di me, la abbracciai forte forte. E le tolsi del tutto il reggipetto.
Avevo il suo seno schiacciato nel mio petto.
Lei mi toccò ovunque, e io feci lo stesso.
Da li erano passate 2 ore, ma non volevamo smettere.
Alla fine sentimmo bussare alla porta. Erano i suoi.
Io mi vestii velocemente e scesi dalla finestra. Lei fece finta di ascoltare la musica.
Ad un certo punto, quando stavo tornando per andare a casa, trovai mio padre con i carabinieri. Io stupito chiesi cosa era successo.

Che sarà successo questa volta?

LA STORIA DI UN RAGAZZO SENZA PAURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora