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Nelle due settimane successive, Frank e Gerard iniziarono ad entrare sempre di più in confidenza.

Quest'ultimo gli aveva dato il suo numero il primo giorno; "nel caso mi dovessi perdere", aveva detto. Ma Frank sapeva che era solo la prima scusa che gli era venuta in mente.

Andavano a prendere il caffè insieme la mattina, si scambiavano messaggi ogni volta che ne avevano la possibilità, si sedevano insieme durante la pausa e alla fine della giornata Frank portava Gerard a casa sua in macchina, che si trovava lungo la strada che percorreva abitualmente per arrivare alla propria abitazione.

Quando finalmente venerdì arrivò, Frank era agitato. Continuava a muoversi freneticamente per la camera, cercando dei vestiti che si abbinassero almeno un po'. Si stava comportando in un modo troppo strano per una serata tra amici, ma lui era Frank ed era sempre strano.

Indossò finalmente un paio di jeans neri, una maglietta dei Black Flag e una giacca, cercando di non dare l'impressione di aver pensato troppo a cosa mettere.
Tirò fuori il cellulare dalla tasca per mandare un messaggio a Gerard, mordendosi il labbro inferiore mentre digitava rapidamente sulla tastiera a schermo dell'apparecchio.

Hey G, vuoi che ti venga a prendere? -frnk.

Poco dopo, ricevette la risposta.

Heeey, sì, okay, perfetto. Muoviti. -g.

Frank sorrise, rimettendo il telefono in tasca, e si diresse velocemente verso la porta dopo aver indossato le scarpe, prendendo le chiavi. Dopo aver chiuso la porta, corse giù per le scale, invece di usare il malridotto ascensore del condominio, e raggiunse il garage, ansimando appena. Camminò fino alla sua Fiat scassata, entrò e mise in moto, diretto a casa di Gerard per recuperarlo.

Arrivato a destinazione, vide Gerard in piedi, davanti al portone del condominio dove abitava; fumava. Lo osservò aspirare una lunga boccata, avvelenandosi gli organi con il tabacco. Vide la macchina di Frank poco dopo; fece uscire il fumo con un sospiro e la raggiunse camminando velocemente, per poi aprire la portiera dal lato del passeggero e sbirciare all'interno dell'abitacolo.

"Hey, Frankie!"

"Salta dentro, perdente, andiamo a fare shopping!" urlò Frank dal nulla.

"Amico, hai seriamente citato Mean Girls?!"

"Cazzo, sì" urlò ancora, "ora, seriamente, muoviti ad entrare."

"Okay, okay."

Gerard ridacchiò e entrò velocemente nella macchina, abbassando manualmente il finestrino.

"Gesù, la tua macchina è dell'età della pietra. Vuoi?" chiese, porgendogli la sua sigaretta.

Frank lo ringraziò e la prese fra le dita, fece un tiro e gliela restituì.

Oh, wow, abbiamo raggiunto un nuovo traguardo dell'amicizia, condividere le sigarette, pensò Frank.

"Allora, sai che band stiamo andando a vedere?"

"Ad essere sinceri, non ne ho la più pallida idea." rispose Frank, tentando di non andare a sbattere contro qualcosa mentre guidava.

Non era certo il miglior guidatore là fuori.
Gerard gli passò nuovamente la sigaretta. La prese, aspirò un'altra boccata e gliela restituì, mentre un'espressione più rilassata si formava sul suo viso.

"Questo mi ricorda di quando avevo qualcosa come ventidue, forse ventiquattro anni, e andavo sempre a vedere questa band figa a un bar del posto. Adoravo da morire la loro musica, non puoi immaginare. Non so se li conosci, ma si chiamavano Pencey Prep, e fammelo dire, erano pazzeschi."

Cubicles (Frerard) [Traduzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora