a/n: (edit 01/05/16) hola, dan here! Ho notato che molti leggono ancora questa storia, e niente, tentate di non essere troppo cattivi (?) perché è un lavoro alquanto vecchio, diciamo, e sono migliorata abbastanza come stile di traduzione. e sono anche troppo pigra per sistemare gli errori. un giorno, maybe. time for a lil bit of shameless self promo: ho due traduzioni in corso al momento, una peterick e una frerard, quindi se volete delle fanfic scritte meglio di questa, beh, sapete dove andare. all the love x
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(edit 25/10/17) ODDIO, questa traduzione esiste da più di due anni, che shock, sembra passata un'epoca :/
comunque, un anno dopo dall'ultima nota, ho deciso ufficialmente di sistemare eventuali frasi/rendimenti che non mi soddisfano, e soprattutto toglierò le note autore che lasciavo a fine capitolo perché francamente se lo meritano. probabilmente farò con mooolta calma ma visto che ogni tanto ci sono ancora persone che leggono e lasciano voti (grazie!) e anche se ignoro questo fandom da un bel po' è comunque una cosa su cui ho speso del tempo, perciò direi che ne vale la pena. that's all :)---
(edit 18/09/19) beh che dire, sono entrata su questo profilo e mi sono resa conto che alla fine non ho sistemato un bel niente e questa è ancora la traduzione di quattro anni fa LMAO vabbe. buona lettura e se volete leggere qualcosa scritto da me e seguite i bts mi trovate su ao3, il link è nella mia bio 🥰 altrimenti sono su 65daysofstatic.
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Secondo Frank, lavorare in un ufficio era incredibilmente noioso. Era troppo monotono; il suo scompartimento da otto per otto lo inseriva in un postazione di lavoro che sembrava soffocare chi si trovava al suo interno. Dei muri alti lo separavano dai suoi colleghi, e questa era l'unica cosa che potesse aiutarlo.
Tutto quello che aveva in quel posto minuscolo era una piccola scrivania con un computer dell'età della pietra che prendeva la maggior parte dello spazio disponibile, costringendolo a portarsi dietro il suo portatile, che non era comunque migliore di quello dell'ufficio.
Carta, penne, quaderni per appunti e post-it erano distribuiti disordinatamente sulla superficie della scrivania, due tazze sporche giacevano in un angolo e un cactus in un vaso era sullo scaffale.
Quando guardava fuori dalla finestra, poteva vedere il cielo grigio e il profilo della città allungarsi sempre di più; al primo impatto sembrava fantastico, quasi straordinario, ma lentamente diventava noioso e monotono. Era solo qualcosa di carino, e non è che fissare la finestra tutto il giorno fosse chissà quale divertimento. Al lato della finestra sempre chiusa, c'era un condizionatore dal quale proveniva dell'aria asciutta e sintetica, e questa era un'altra cosa che doveva sopportare. Ogni volta che metteva piede nell'edificio, l'aria fredda attaccava i suoi sensi, facendogli colare il naso - cosa che era comunque l'ultimo dei suoi problemi.
Lo scompartimento di Frank era incastrato nell'angolo del nono piano della Warner Bros. Music. Non aveva mai vere e proprie conversazioni con i suoi altri colleghi. Alcuni gli rivolgevano la parola ogni tanto e davvero pochi erano suoi veri amici (un paio di questi erano Ray e Bob dello studio di registrazione al decimo piano), come ad esempio il suo compagno del caffè, Brian, con il quale si trovava a suo agio a parlare, ma che non lavorava nella sua stessa sezione. Oltre a questi, non aveva fatto altre grandi amicizie, perciò preferiva stare da solo.
Un lunedì mattina, Frank stava scrivendo dei documenti per le vendite sul suo computer scadente, digitando velocemente con le sue dita sottili, completamente concentrato sullo schermo. I suoi occhi seguivano il susseguirsi di numeri e lettere su di esso, facendo calcoli nella sua mente, quando venne interrotto. Frank fece un salto quando sentì qualcuno pungolarlo, facendo quasi cadere il caffè sulla tastiera, salvandolo però per un pelo. Dopo aver sollevato lo sguardo, vide il suo datore di lavoro, Mr. Parish, in piedi con un altro uomo.
"Buongiorno, Iero, vedo che stai eseguendo il lavoro che ti avevo assegnato." Mr. Parish lo salutò con un sorriso.
Frank deglutì, sentendo la sua bocca diventare improvvisamente asciutta. Generalmente Mr. Parish non si faceva mai vedere sul posto di lavoro, era sempre occupato in altri impegni.
"Sì, signore." rispose, schiarendosi la gola.
"Bene. Ora, se potessi mostrare il luogo a Mr. Way, saresti davvero d'aiuto."
Mr. Parish sorrise educatamente. Frank annuì, sapendo che avrebbe dovuto fare ciò che il suo capo gli aveva detto. Si alzò, assicurando a Mr. Parish che avrebbe fatto quello che gli aveva chiesto. Quest'ultimo lo ringraziò, per poi andarsene, lasciando Frank con quello sconosciuto. Frank fissò quel tizio con una sensazione di disagio e un sorriso nervoso sul viso. Non sapeva cosa fare, davvero. Avrebbe dovuto agitare una mano? Salutarlo? Stringergli la mano? E se avesse avuto problemi col contatto fisico? Non lo sapeva e non voleva farlo. Fortunatamente, lo sconosciuto lo salvò dall'imbarazzo e si presentò da solo.
"Hey, mi chiamo Gerard."
Lo sconosciuto sorrise, mostrando dei denti un po' storti e delle labbra screpolate.
"Io sono Frank."
La vocina all'interno di Frank lo sgridò per aver reso imbarazzanti le cose. Riusciva a trascorrere del tempo con qualcuno senza fargli sentire cinquanta sfumature differenti di disagio, come no!
Si passò una mano fra i capelli e parlò di nuovo, cercando di non sembrare troppo strano.
"Allora, sai dove lavori?"
"Sì, ma ho solo bisogno di aiuto... Potresti mostrarmi il posto? Mi perderei dopo nemmeno cinque minuti, questo posto è enorme." Gerard rise, aggiustandosi la cravatta.
"Okay, sicuro, prima però andiamo a prenderci un caffè, il mio si è raffreddato."
"Caffè? Cazz- cioè, cavolo, sì!"
Frank si ritrovò a ridere di Gerard.
"E' stata proprio una perfetta censura."
Gerard fece un sorrisetto.
"Crede? Grazie, gentile signore."
Frank rise ancora, nascondendo il viso dietro la mano destra e sentendosi stranamente imbarazzato per sé stesso e Gerard.
"Andiamo, mostrami il posto, amico", Gerard sorrise, strattonando Frank per un polso, "You can show me the world! Shining, shimmering, dancing!"
"Sono abbastanza sicuro che le parole non siano quelle." Frank ridacchiò, lasciandosi poi trascinare alla macchinetta del caffè.
Gerard non è così male, pensò. Magari avrebbe finalmente trovato un amico su quel piano e, in base al momento, sperava anche un migliore amico.
***
ni hao!
andando al sodo, questa è la traduzione di una one shot inglese, sempre di PenceyPr3p.
ho deciso di dividerla in tre o quattro capitoli, visto che è un po' lunghetta.
spero che incuriosisca almeno qualcuno (?), anche se alla fine non mi interessano i voti, visto che lo faccio perché mi diverto lmaodan.
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Cubicles (Frerard) [Traduzione]
Fiksi PenggemarSecondo Frank, lavorare in un ufficio era incredibilmente noioso. Workplace AU [ originale: PenceyPr3p ]