Capitolo 1

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«Vai a letto Sam, é tardi» la voce di mia madre rimbombava nel soggiorno.
«Ok, notte ma,notte pà» dissi dando un bacio ai miei genitori.
Ero figlia unica da poco, mio fratello lavorava per la polizia. Salii le lunghe scale della casa e mi diressi in camera mia. Accesi la luce e mi cambiai. Quella notte feci uno strano sogno, sul ragazzo che abitava di fronte a me, mi pare si chiamasse Jeff.
La sveglia suonò e mia madre cominciava, puntuale come la morte, a gridare di alzarmi. Feci una breve colazione e aspettai che arrivasse l'autobus a portarmi a scuola. Mi misi davanti alla finestra dove potevo vedere Jeff e suo fratello seduti alla fermata dell'autobus e Randy che li minacciava con un coltello in mano. Chiamai la polizia e intanto Randy si scagliava su Jeff che lo schivò e lo spinse a terra, uno dei leccapiedi di Randy attaccò Jeff col coltello ma questo glielo infilzò nel braccio, l'altra spalla di Randy fu stesa con un solo pugno nella pancia. Le sirene della polizia riecheggiano facendo scappare i due fratelli.
Arrivai a scuola e Jeff si sedette come se non fosse successo nulla.
A lezione finita lo vidi fermo al suo banco e mi ci avvicinai.
«Tu sei Jeff, giusto?» dissi stringendo al petto i miei libri mentre lui annuiva
«Piacere, sono Samantha Fox» gli avvicinai la mano e lui la strinse con noncuranza per poi uscire e dirigersi al suo armadietto, quello di fianco al mio. Sorrideva, ma non un sorriso di quelli dolci che faceva di solito, era un sorriso inquietante, faceva davvero paura. Scosse poi la testa e passò una mano nei suoi capelli castani.
Mi girai verso il mio armadietto e presi un libro con dentro un biglietto di mia madre "prova a stare un po' con Jeff, magari si sente solo, é arrivato da poco" tirai un sospiro e presi tutto il coraggio che avevo. Chiusi l'armadietto e mi diressi verso Jeff e suo fratello.
«Ciao, volevo chiedervi se vi volevate unire al nostro tavolo» dissi indicando il mio gruppetto di amici.
«Certo, molto volentieri... Ah, io mi chiamo Liu» disse il fratello di Jeff. Ci avvicinammo ai miei amici e vidi Maya farmi l'occhiolino. Ci avviammo per andare in mensa e cercai di conversare con i ragazzi.
«Voi siete nuovi, giusto? Che ne dite di venire da noi dopodomani?» Liu mi sorrise e annuì contro la volontà di Jeff. A pranzo erano diventati più socievoli ma sapevo che qualcosa non andava. Jeff, quel ragazzino di 16 anni era troppo strano, e se ne era accorto anche Liu che mi spiegò che stava così da quella mattina. Vedevo nei suoi occhi gioia e paura, rabbia e orgoglio, rimorso e compiacimento. Nelle seguenti ore pensai solo che Jeff, anche se lo conoscevo da nemmeno una settimana, era strano.
La campanella mi salvò da quei pensieri.
«Sam, sei strana oggi» mi girai e vidi lo sguardo preoccupato di Maya
«Sono solo pensierosa, per il resto sto bene» ci incamminammo parlando del più e del meno fino a quando arrivò l'autobus per casa mia.

Innamorata di un assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora