Capitolo 23

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Mi staccai da Liu accarezzandoli il viso, per capire se era vero o tutto un sogno. Lo conoscevo da poco, é vero, ma era come se lo conoscessi da una vita.
Liu mi sorrise e mi accarezzò il volto, poi si girò e si inoltrò nel bosco. Sentivo dei passi dietro di me, sapevo chi era. Le sue braccia mi avvolsero la vita, mi strinse a sé mettendo il suo viso tra l'incavo del mio collo.
«Ti manca?» lui sospirò, era ovvio che gli mancasse, era comunque stato lui ad ucciderlo. Lo sentì mormorare un leggero si
«Perché sei diventato così?» non rispose, si limitò ad un'alzata di spalle. Presi l'ombrello che Liu aveva lasciato sulla tomba per poi chiuderlo e lasciarlo lì. Non mi importava di essere bagnata fino alle ossa.
«Jeff, togliti il cappuccio...Ogni luogo ha la sua pioggia. Basta imparare a riconoscerla.» Jeff si tolse il cappuccio lasciando che i suoi capelli neri venissero bagnati dalla pioggia. Era la pioggia dolce di San Francisco. La mia città. Mi incamminai nel bosco, tenendo Jeff per il polso. Il trucco si sarebbe sciolto presto. Ci fermammo nel mezzo del bosco, rimanendo a farci accarezzare dalla pioggia. Sentimmo dei passi avvicinarsi e un viso pallido farsi strada in quell'intreccio di rami. Era Slender, preoccupato, che ci guardava sollevato e arrabbiato. Ci ritrovammo alla Creepyhouse ed entrammo in completo silenzio, era strano, di solito c'era Masky che scappava da Toby o Sally che giocava con Ben o cose del genere... Tutti in silenzio, nessuno parlava, rideva, giocava.
Entrai in una stanza a casa ma era vuota, feci la stessa cosa nella stanza affianco, ma niente... Erano spariti tutti. Mi guardai intorno, Jeff era accanto a me e mi prese la mano, gli sorrisi cercando una risposta. Un messaggio, piccolissimo, era attaccato a una porta.
"Scappate"
Una risata agghiacciante rimbombò in salotto. La vista mi si appannò mentre Jeff mi teneva stretta a sé chiamandomi. Che diavolo succedeva? La vista tornò limpida e vidi tutto quello che ci circondava, li vedevo, aspettavano una mossa falsa e ci avrebbero uccisi. Mi strinsi a Jeff mentre i fantocci facevano strada a qualcuno. Era una donna, dai lunghi capelli rossi, occhi neri e volto pallido. Era vestita di nero e aveva metà volto coperto. Sapevo che non aveva buone intenzioni, era al comando di quei cosi, non poteva che volerci morti.
«Dove sono tutti?!» sapevo che il mio tono era inquietante, ero arrabbiata al solo pensiero che avesse fatto del male a i miei amici
«Non siamo riusciti a trovarli» disse la donna, issando contro di noi i suoi fantocci, con un ghigno sul volto. Come mai non ci avevano avvisati? Jeff si mise davanti a me cercando di proteggermi mentre combattevo col tentacolo. Sperai che qualunque mio potere mi aiutasse. Una lancia stava per colpirmi ma Jeff mi salvò, così da non notare la lancia diretta a lui. Sentì un dolore lancinante alla schiena e farsi tutto improvvisamente bianco.

Innamorata di un assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora