Capitolo 21

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Finita la storia Jack si avvicinò
«Davvero abbiamo fatto tutto questo insieme?» annuì sorridendo...Speravo che si fosse ricordato della promessa che mi aveva fatto: essere la sua amica per la vita, o almeno fino a quando non scappò per poi non ritornare più. Sapevo che si ricardava appena di me e delle mie "torture". Lo vedevo turturarsi le dita e il labbro inferiore, come se si volesse scusare ma non ci riuscisse. L'orologio suonò la mezzanotte e presi in braccio Sally che sbadigliava e la portai nella sua stanzetta, gli rimbaccai le coperte e gli diedi un bacio per poi tornare in soggiorno. Slender mi accompagnò a dormire proprio come io avevo fatto con Sally. Cercai di dirgli che potevo andare a coricarmi da sola ma insistette così tanto che alla fine cedetti. Mi mise nel letto e mi diede la buona notte.
Una carezza mi svegliò ma non aprì subito gli occhi. Gustai quel dolce momento cercando di capire chi vi fosse con me. Le sue mani erano fredde ed emanavano un leggero odore di sangue e sapone, poteva essere L.Jack, poteva essere KageKao, Liu, quel pervertito di Masky o quel timidone di Hoodie. Mai mi sarei aspettata un gesto tanto dolce da lui. Spiai con l'occhio e vidi un sorriso rosso, due occhi senza palpebre e una pelle lattea. Si accorse che mi ero svegliata e si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi una frase dolce.
«Don't go to sleep...» un leggero sorriso si tinse sul mio volto.
«Togliti di dosso, mi stai soffocando» avevo ancora gli occhi chiusi ed ero su un fianco.
«Perché dovrei?»
«Perché se non lo fai regalo un bazooka a Jane» si tolse di dosso ridendo, una di quelle risate spensierate che faceva solo qualche mese prima. Mi misi seduta, coi capelli arruffati che arrivavano fino al pantaloncino bianco e la canottiera nera si era arricciata a metà pancia. Lanciai una finta occhiataccia a Jeff che se la stava ridendo. Mi alzai e cercai la spazzola e cominciai a pettinarmi. Jeff rimaneva a fissarmi dandomi un senso di inquietudine. Poi dirigeva lo sguardo verso la parete dipinta e sorrideva.
«Perché sei venuto a svegliarmi?» lui distolse lo sguardo dalla parete e si torturò le mani.
«Così, non sapevo che fare...» sapevo che non era vero, mi ricordo della notte in cui venne a prendermi. Ancora ridevo per quella sera. Sbuffai e presi un borsellino dalla mia borsa.
«Oggi si esce! Per le cicatrici ci penso io» presi il borsellino e feci uscire un fondotinta. Gli feci mettere una felpa arancione e dei Jeans per non farlo riconoscere e poi lo truccai. Io mi truccai e misi delle lenti a contatto per cambiare il colore dei miei occhi e renderli castani, mi misi un vestito (cosa che non si sarebbero mai aspettati da me).

Innamorata di un assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora