✑ Chapter 4

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-Niall, non sparare minchiate, per favore.

Louis non credeva alle parole del biondo. Come poteva, uno come lui, piacere al famoso e mozzafiato Harry Styles? Più ci pensava, meno lo credeva possibile.

-Fidati di me, Tomlinson. Sono due anni che spiamo quel riccio, sai benissimo quanto me come tratta i ragazzi. Diventa acido, scorbutico. Ma con te? No. Con te ha scherzato. Azzarderei dire che ci ha addirittura provato, da quello che mi hai detto.

Il moro, a quelle parole, corrugò le sopracciglia, scuotendo il capo. Si alzó dal letto e portò le mani ai fianchi.

-Basta, basta, basta! Non voglio sentire nient'altro. Sono solo cazzate e illusioni, quelle che ci facciamo.

Niall abbassò il capo sul pavimento, vedendo la reazione dell'amico. Era sconfortato perchè, nonostante la situazione fosse più che ovvia, Louis non voleva crederci. Non apriva gli occhi. Perciò, lasciò perdere e cambiò argomento.

-Va bene, scusami. La festa inizierà domani sera e avrà fine venerdì mattina. Dobbiamo organizzare tutto. C'è un negozio di costumi a pochi isolati da quì. Pensavi di uscire?

-No, ho dei compiti da fare.

-Smettila, Louis. Questo fine settimana hai utilizzato la stessa scusa dicendo che volevi anticiparti le relazioni per le giornate successive. Quindi, o mi hai mentito sabato, o mi stai mentendo adesso. Quale delle due?

-Okay, okay, non ho nulla da fare, ma non voglio comprare nessun vestito. Già è troppo che io venga.

-Non fare l'idiota. Andiamo ad una festa in maschera e saranno tutti travestiti. E poi, cosa ne sarà del piano? Ti presenterai davanti ad Harry Styles a viso scoperto?

Il moro sospirò. Non avrebbe mai avuto il coraggio di avvicinarsi a quel ragazzo senza la consapevolezza di essere al sicuro, nascosto, anonimo.

-Sei una rottura di palle oggi.

-Siamo in vena di complimenti, a quanto pare.
Su, andiamo.

Niall si alzò dal materasso in lattice, prendendo la giacca in pelle dal letto in cui dormiva e Louis lo seguì, con dipinto in viso il ritratto della svogliatezza. Uscirono dalla stanza, dirigendosi fuori dal dormitorio e presero l'ascensore così da essere fuori in un attimo. Il moro si guardò attorno, una volta giunti al parcheggio, posando lo sguardo sulla propria macchina, una Ford Fiesta color mare, regalo del diciottesimo compleanno, e quella del suo amico, una Golf Volkswagen platino. Entrambe erano in ottime condizioni: Louis, dato che non usciva quasi mai, non aveva modo di distruggerla, mentre il biondo trovava sempre il modo di scroccare un passaggio da qualche suo amico.

-Niall, prendiamo la tua o la mia?

-La mia, ma ho scordato il portafoglio in camera, quindi guidi tu.

Salirono nel veicolo del più piccolo, Louis dalla parte del volante, il biondo sul posto del passeggero e uscirono velocemente dal parcheggio in cui si trovavano.

-Alla rotonda, prendi la prima uscita. Vai dritto fino al Joe's cafe e all'incrocio svolti prima a sinistra poi a..

-Niall, dammi il tempo di arrivare almeno alla rotonda!

Battibeccarono lungo la strada a causa dell'impazienza del biondo. Era sovreccitato all'idea di andare finalmente ad una festa con il suo migliore amico e questo rendeva nervoso Louis. Quando giunsero a destinazione, il liscio parcheggiò velocemente l'auto, sbattendo poi lo sportello.

-Ehy, ehy, fai piano, cazzo!

-Come navigatore fai cacare. Ho una fottuta ansia addosso che non ti puoi nemmeno immaginare. Giuro che se pronunci di nuovo la parola 'festa', non vengo più.

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