✑ Chapter 13

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Inutile dire che Louis, quella notte, non dormì nulla.
Per prendere sonno ci mise un'ora buona: sentire il corpo caldo e nudo del riccio incollato al suo fondoschiena creava non pochi problemi. Oltretutto Harry era in mutande, di conseguenza il moro potè sentire perfettamente la sua erezione mattutina.
Quando si svegliò verso le sei, non resistette più in quelle condizioni. Cercò di liberarsi lentamente e attentamente del braccio del ragazzo, ma quest'ultimo lo teneva stretto con forza. Dovette scivolare verso il basso per uscire da quel posto. Sentì subito dopo un mugolio infastidito provenire da Harry e il cuore gli saltò alle stelle. Rimase perciò immobile per alcuni secondi e solo quando vide il viso del più piccolo rilassarsi nuovamente, si tranquillizzò. Sgattaiolò silenziosamente fuori dalla camera e prese un grosso respiro, cercando di trovare una tranquillità che non c'era, essenzialmente. Si chiuse in bagno, appoggiandosi alla porta e pensò a cosa fare per soddisfare quella fastidiosa e persistente erezione.
Di soluzioni non ve n'erano molte, ma si sarebbe svegliato Harry? Che spiegazione avrebbe potuto dare, se lo avrebbe colto nel fatto?
Louis scosse il capo, liberandosi di quel pensiero. Ma erano ancora le 7:30 e non poteva assolutamente tornare in camera e sopportare ancora per un'ora il riccio appiccicato al suo corpo. Perciò, decise di andare in salotto: si guardò attorno e vide un posto moderno, pulito. Vi erano molte foto appese alle pareti che ritraevano il più piccolo assieme alla sua famiglia. Il moro sapeva di Gemma, la sorella minore del ragazzo, e quando la riconobbe su di una delle cornici appoggiate sul marmo, non potè fare a meno di notare la somiglianza tra il suo volto e quello di Harry.
Si avvicinò ai mobili del salone e trovò, dentro uno di essi, un'immagine con il riccio insieme al suo ex, Zayn. Era recente, la foto. Si trovavano al mare. Il pakistano era bellissimo: occhi accesi, sorriso smagliante e un corpicino niente male. Il più piccolo, invece, aveva uno sguardo assente: guardava un punto lontano, era serio, accigliato. A quella figura mancava vita, solarità. E il liscio, vedendo Harry in quelle condizioni, iniziò a chiedersi perchè quella relazione fosse durata così a lungo e soprattutto che tipo di problemi ci fossero stati tra loro.
Guardò l'orario al di sopra della porta che dava al corridoio: erano le 08:01.
Louis non voleva accendere la tv e rischiare così di svegliare il ragazzo, che ancora dormiva. Perciò tornò in bagno, indossò i vestiti della sera prima e, dopo essersi riappropriato del portafoglio, uscì di casa.
Prese un grande respiro, beandosi della freschezza dell'aria pulita mattutina e si guardò attorno: la sua intenzione era quella di comprare qualcosa per colazione, perciò necessitava di un bar. Camminò per alcuni metri lungo il marciapiede destro della strada e quando vide in lontananza il posto che cercava, si rallegrò.
Una volta dentro, l'odore di cornetti caldi gli inebriò le narici e gli fece brontolare lo stomaco. Solitamente era abituato ad alzarsi presto, quindi a mangiare presto. Ma dato che quel giorno non sarebbe andato al college, le abitudini erano state sconvlote dal cambio di programma.
Si avvicinò al bancone del bar, attirando l'attenzione del dipendente:

-Ehilà, ragazzo. Posso portarti qualcosa?

-Umh..

Louis non conosceva i gusti di Harry, perciò si affidò al buon senso, che gli consigliò di puntare sulla Nutella.

-Può darmi due cornetti alla nutella caldi?

-Certamente! Li mangi adesso o porti via tutto?

-Entrambi da portare via, per favore.

-Va bene!

L'uomo sorridente, prese una busta di carta con sopra inciso il logo del bar e mise dentro due dei bei cornetti fumanti. Porse poi il sacchetto al moro, comunicandogli il costo della colazione e lasciandogli lo scontrino, concluso il pagamento.
Louis, soddisfatto, uscì dal locale. Tastò le tasche posteriori per cercare il cellulare, volendo sapere l'ora, ma quando si accorse di non averlo con se, sbuffò. Non vedendo però troppa gente per strada, si convinse che dovesse essere ancora presto, perciò approfittò per fermarsi allo Starbucks per comperare due cappuccini. Fece in fretta, grazie all'assenza della fila, e si avviò velocemente sulla strada di casa.
Quando fu nel vialetto dell'abitazione, vide le finestre aperte, segno che il ragazzo fosse sveglio. Bussò piano alla porta, con la colazione nascosta dietro la schiena e attese che gli venissero ad aprire.
Ci vollero pochi secondi, ma alla vista del volto di Harry, il moro perse battiti: gli occhi erano gonfi, rossi, così come le labbra, torturate dai denti, mentre l'espressione era un misto tra speranza e disperazione.

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