✑ Chapter 6

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Louis non era in grado di descrivere quel momento così tanto atteso. Gli parve tutto un sogno. Un magnifico, incredibile, impossibile sogno. Le labbra di Harry rincorrevano le sue, con foga, desiderio. Voleva levarsi la maschera, proprio come aveva fatto il riccio. Voleva rivelare la propria identità. Ma non lo fece. Aprì gli occhi e si perse in quelli del suo adorato Styles: un verde intenso in cui vide scorrere velocemente quei due anni passati a sognarlo, le speranze, l'invidia nei confronti di Zayn. E in quel preciso istante tutto si stava finalmente realizzando.
Quando Louis si separò dal ragazzo per riprendere fiato non potè fare a meno di sorridere incondizionatamente. Non era mai stato più felice, in vita sua. I due si fissavano costantemente: Harry, con le labbra lucide, in una curva maliziosa, perlustrava gli occhi del più grande. La mano destra tornò sul suo fianco, là dove si trovava poco prima, mentre quella sinistra avanzò lenta sulla guancia di Louis, accarezzandolo con la punta delle dita.

-Niente male, come primo bacio. Vorrei sapere però chi c'è sotto.

Dettò ciò, il riccio fece per levare la maschera dal viso del ragazzo dagli occhi color ghiacchio, che entrò nel panico. Posò la mano su quella di Harry e, scuotendo il capo, si riavvicinò al suo orecchio.

-No! Cioè.. siamo in una festa in maschera, non sta bene levarsi il travestimento.

-Non dire cazzate. A chi vuoi che importi? Dai, fatti vedere, bellezza.

-Harry, ho detto di no.

Louis alzò maggiormente la voce. Non seppe nemmeno lui il perchè: che l'abbia fatto per la musica troppo alta? Per la paura di essere rivelato o per l'atteggiamento del riccio, in cui traspariva visibilmente l'effetto dell'alcool?
Quando si rese conto dello sbaglio, però, portò le mani davanti alla bocca, con gli occhi sbarrati.

-Ehy, ti ho già sentito da qualche parte, io. Poi, come fai a sapere il mio nome?

Il moro indietreggiò terrorizzato, scuotendo nuovamente il capo.

-Devo andare.

Così dicendo, si voltó, cercando di allontanarsi il prima possibile da quella situazione. Ma si bloccó immediatamente, quando sentì qualcosa stringergli la mano. O meglio, qualcuno. Harry, con sguardo confuso, tratteneva il più grande. Non voleva rovinare nulla: quel ragazzo anonimo, in qualche modo, lo incuriosiva, lo eccitava. Non poteva lasciarselo scappare.

-Non andare, ti prego. Non proverò a levarti di nuovo la maschera, non tenterò di scoprire chi sei. Ma resta.

Il cuore di Louis, a quelle parole, battè forte. E mentre la testa gli urlava di scappare, di non rischiare, il cuore piangeva dalla voglia di rimanere al fianco del riccio. Non riuscì a resistere: abbassò il capo a terra, avvicinandosi lentamente al ragazzo.

-Grazie.

Il più piccolo, rincuorato nel vedere ancora il liscio vicino a lui, sorrise, mostrando le fossette. Era felice, perchè quel misterioso anonimo iniziava ad interessargli davvero. E qualcosa, nella sua voce, gli suggeriva di tenerselo stretto. Ricordava quel tono particolare, a tratti femminile. Ma non riusciva a capire a chi appartenesse.
Strinse maggiormente la presa intorno alla mano del ragazzo e lo attirò a se, avvicinando le labbra al suo orecchio.

-Usciamo da quì.

Louis annuì, anche se allontanarsi da quel posto significava non avere più a disposizione l'alta musica, per coprire la propria voce, e le luci basse, per nascondere maggiormente il viso. Ma non poteva opporsi un'altra volta. Seguì la figura del riccio, che spintonava tra i vari studenti per permettere a loro il passaggio. Sentì diversi sguardì addosso, ma cercò con tutto se stesso di ignorarli. Si girò intorno in cerca del suo migliore amico Niall, mentre Harry lo trascinava con sé: lo vide imprigionato tra le braccia di Liam, su di un angolo appartato dell'edificio e un piccolo sorrisetto soddisfatto gli si formò sulle labbra.
Quando finalmente i due furono fuori, Louis prese una grossa quantità d'ossigeno, respirando finalmente dell'aria buona. Il cuore gli batteva all'impazzata: mai, nel corso degli anni trascorsi al college, era stato così a contatto con il riccio. Quest'ultimo si fermò non prima di essere giunto alla macchina. Aprì lo sportello dalla parte del passeggero al liscio, invitandolo ad entrare con la mano.

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