Wrong Smoker.

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Una signora dalla pelle diafana si siede beata sulla panchina color mogano accanto alla mia. Per quanto semplice ed elegante fosse quella donna, misteriosamente mi affascinavano i suoi movimenti raffinati: prende un fazzoletto, si soffia il naso,lo piega attentamente e lo ripone nella borsa di gucci color carobone. Pettina i suoi capelli boccolosi e dorati infinite volte per renderli perfettamente lisci e ordinati. Non la stavo osservando bensì stavo ammirando la piccola e differenziale quotidianità della sua giornata rispetto alle classiche signore New Yorkesi. Quella donna metteva troppa attenzione in ogni suo piccolo gesto. Traducevo ogni suo movimento in eleganza perché compiuto con ornatezza e grazia. Non era la prima volta che i miei occhi color miele la vedevano, mi vollero mesi prima che le concedessi tutta la mia attenzione. Infatti la  incontravo con una spaventosa regolarità.
Sento la carta stropicciarsi quando il suo indice gira rumorosamente la pagina del giornale mattutino. Il mio sguardo indagatore cade sulle pagine bianche di quel giornale e offuscata dalla pioggia martellante riesco a leggere solamente il titolo dalle lettere cubitali: "Non morirà mai nelle nostre menti poiché tatuatore dei nostri cuori" , sposto lo sguardo piu in basso per leggere il sottotilo: "Niall James Horan ci ha lasciato esattamente..." I miei occhi velati di lacrime esplodono di dolore. Un forte "no" urla dentro il mio corpo esile e minuto. Il mio cuore vibra a quelle lettere mentre le mie mani iniziano a sudare. Mi alzo in piedi e con noncuranza strattono il mio cane, che fino a pochi secondi fa ammirava le gocce della pioggia pungente scendergli lungo il pelo bianco panna.
Voglio andarmene.

*15 anni prima*
<Shaliene, sei pronta maledizione?> la voce roca di mia madre mi chiama.
<Si mamma, vengo> le ribatto seccata.
<Muoviti allora> risponde con più sfacciataggine che amore.
Esco dalla porta di camera mia per raggiungere mia madre al piano di sotto. Ha le braccia conserte e le sue labbra a cuore si piegano in un sorriso irritato.
<Finalmente> mi dice.
Mi limito a mimarla per prenderla un po giro.
<Perché bisogna andare sempre a questo cavolo di controllo del sangue? Ci andiamo ogni maledetto anno.> enfatizzo le ultime parole gesticolando con le   mani.
<Smettila di fare la dodicenne e comportati da adulta santo cielo> mi risponde sbattendo fortemente la sua mano contro il clascon grigio della nostra volvo.
<Sei te mamma che ti fai troppe paranoie sulle malattie, io sto bene> fiscalmente era vero ma psicologicamente il mio cuore non era d'accordo.
"Dormi un po', ti ho svegliata troppo presto stamattina. Cerca di calmarti>
Appoggio la testa allo schienale del sedile e mi lascio abbandonare ad un sonno profondo.
<Siamo arrivate!> la voce di mia madre mi spaventa di soprassalto portandomi a sbattere la testa alla portiera dell'auto. La  mia voce soffoca in un "aia".
Apro la portiera con la mano sinistra mentre con quella destra mi premo la fronte dolente.
Mi incammino verso l'edificio nella speranza di non fare scenate con mia madre davanti a tutti gli infermieri e dottori.
<Buongiorno signoria Woodley, buongiorno Shaliene> dice il dottore toccandosi le lenti dei grossi occhiali neri che indossava.
<...dovete aspettare almeno una decina di minuti se siete senza appuntamento> ci riferisce il dottor MCollugh scorrendo gli occhi lungo una lista.
<Non si preoccupi dottore, possiamo aspettare> dice mia madre abbozzando un sorriso dolce.
<Vieni Shaliene, sediamoci li> mi riferisce mia madre indicando le siede blu nostalgia dietro di noi.
<Sto impiedi mamma> ribadii convinta.
Poggio i miei gomiti sul balcone del ospedale e chiedo cordialmente all'infermiera un po' di ghiaccio. Il suo viso è rugoso e abbronzato, le sue labbra sono screpolate e il naso appuntito é sottostante ad un paio di occhiali giallo ocra.
Mi rivolge un sorriso dolce mentre le sue labbra si piegano in un "si".
<Grazie> le dico osservando i suoi denti bianco perla.
L'infermiera si incammina lentamente verso una porta con su scritto "riservato solo ai dipendenti". La perdo di vista appena sento un nuvola di fumo invadermi le narici. Giro la testa verso il fumo e vedo delle labbra sottili mordicchiare ansiosamente una sigaretta.
Il ragazzo continuava a fumare tranquillo in ospedale, anche se quest'ultimo era tappezzato da migliaia di cartelli con su scritto "vietato fumare". Irritata dal suo comportamento gli prendo la sigaretta e gliela strappo dalle labbra, fatto ciò mi incammino verso la spazzatura e la butto fulminando con lo sguardo il fumatore seccato.
<Ma che cosa fai?!> mi rimprovera alzando un sopracciglio.
I suoi occhi blu mare si spalacano e una fitta alla schiena mi invade. I suoi capelli dorati con qualche sfumatura castana sono rialzati nella fronte sporgente. La sua pelle liscia é adornata da alcuni nei marroni mentre i suoi occhi azzurri sono rifiniti dalle lunghe ciglia color carbone, conferendogli un affascinante intensità.

Right Hand or Left Hand?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora