12 settembre

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- Il mio primo giorno di lavoro.
Alla fine l'altra sera abbiamo fatto tardi, ho accompagnato Alex alla sua prima prova di lavoro come Barman e l'ho visto alla pratica con cocktail, shot e pinte di birra. Così ieri ho dormito fino a tardi, ma a metà mattinata mi sono alzata per fare colazione con una tazza di latte e cerreali perché il mio stomaco brontolava, dopodiché mi sono messa a letto con una benda davanti agli occhi e mi sono addormentata per risvegliarmi all'ora di pranzo. Abbiamo mangiato le crêpes che qui chiamano pumcake, io gli ho spalmato sopra la Nutella, Alex e Izzy invece hanno deciso di mettergli il limone e lo zucchero. Nel pomeriggio abbiamo guardato un film, e intanto pensavo a quale film potevo guardare la sera quando Alex sarebbe andato a lavoro e io sarei rimasta a casa da sola, ma nel frattempo gli arriva una chiamata dal suo datore di lavoro che gli chiedeva se potevo lavorare anche io. C'è stato un momento di panico, io non ho mai lavorato in strutture diverse da palestre o scuole di danza, non sapevo fare i cocktail, non so comprendere ancora bene quando mi parlano ed in più ho difficoltà a riconoscere i soldi in moneta, perché nonostante io sia stata già due volte in Inghilterra non mi ricordo più come funzionano i pound. Presa dal panico, mi vesto un po' elegante, faccio cena alle 5 con un piatto di pasta al burro insipido e infine vado a prendere il bus che mi porta proprio davanti al bar. Iniziamo a pulire, l'altra ragazza ha combinato un casino nel bagno dei maschi, era tutto bagnato, così jhonny (il datore di lavoro russo che ha scelto questo nome d'arte), mi ha chiesto di asciugare. È un po impossibile asciugare qualcosa con un mocio bagnato, poiché anche se lo strizzi rimane sempre umido, così mi sono messa di santa pazienza con la carta igienica e come Cenerentola mi sono messa ad asciugare, il colore della carta igienica era viola, non chiedetemi perché non voglio sapere cosa ho asciugato. Pian piano gli invitati iniziavano ad arrivare, (era un 18 esimo compleanno), così iniziava il mio lavoro: raccogliere i bicchieri abbandonati, metterli nella lavastoviglie, premere un pulsante affinché venissero ripuliti e infine mettere a posto i bicchieri, dato che c' era tanta gente e i barman erano solo due, ho anche fatto qualche drink e qualche shot. In poco tempo erano tutti ubriachi anche se le dosi d'alcool nei cocktail sono minime: 15 ml i liquori 25 ml i super alcolici (vodka e malibu) e poi ci sono altri tre misurini per misurare il bicchiere di vino grande piccolo e medio. Le ragazze si addormentavano sul cornicione della porta, c'erano tacchi sparsi ovunque, i ragazzi iniziavano a dire cose del tipo : "Voi siete la mia squadra stasera!" Riferendosi a noi camerieri, ho ricevuto pure alcuni complimenti: un ragazzo mi ha detto che ero "lovely", ma ha sorriso come una demente perché io non lo avevo capito e vedevo che Alex rideva, un altro ragazzo ha buttato per me la spazzatura che era pesantissima e lo stesso della frase improponibile citata prima, mi ha chiesto il nome, nonostante fosse carino, non ho fatto lo stesso, non avrei voluto fare la figura della stupida, nel caso si fosse sviluppato il discorso, così gli ho sorriso e me ne sono andata. Ho visto ragazzi che sembravano 40enni ed avevano a malapena 18 anni, so la loro età perché qui per prendere da bere devi essere maggiorenne e il barman ha il dovere di controllare l'età, quindi tutti quelli che sembravano mio padre, alla fine potevano essere i miei fratelli minori. Dopo una lunga serata, finalmente siamo arrivati alla chiusura, non ho rotto nemmeno un bicchiere ma ne ho trovati 2 crepati che ho dovuto buttare. Mi è successa un'altra cosa insolita, c'era una ragazza chiusa dentro il bagno, dopo esser riusciti ad aprire la porta, la abbiamo trovata per terra, abbracciata in posizione fetale al gabinetto sopra il suo vomito, è stato disgustoso, la ragazza dormiva così tranquillamente, Jhonny ha chiamato il padre e lui era tranquillissimo è pronto per portarla a casa e rimboccargli le coperte. Se fosse stato mio padre o mia madre, penso che non ne sarei uscita viva, ma Alex mi ha spiegato che qui è diverso, c' una vera e propria cultura dell'alcool.

Una ballerina in trasfertaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora