mai visti prima?

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''DAFNEEEE! sono arrivataaa!'' disse la mia migliore amica catapultandosi nella mia camera.
in quel momento ero stesa sul letto, stavo ripassando il copione di teatro, e decisamente non volevo essere disturbata. era difficile studiare e recitare un copione, a diffrenza di quanto si pensi.
comunque:
sono dafne, ho 17 anni, e faccio la quarta superiore. ho lunghi capelli lisci e neri, e occhi scuri. sono una normale ragazza, faccio teatro da quando sono nata, ed è la mia più grande passione.
quella che, invece, era appena entrata disturbandomi era la mia migliore amica: Elisa, ma chiamata seedda, come il bradipo dell'era glaciale: dormigliona, divertente e scattante solo quando voleva lei. lei era alta, mangiona ma magra e bionda. aveva un fisico così perfetto per tutti gli anni passati a far danza classica: aveva incomiciato all'età di tre anni e non aveva mai smesso. in quel momento era piena di buste, probabilemente di ritorno da una giornata di shopping.
''che c'è?'' dissi annoiata buttando il copione per terra e stendendomi sul letto.
''c'è una festa in maschera tra poche ore'' disse saltellando contenta
''nooo! che palle, no, no, e no, non ci penso neanche'' dissi quasi urlando
''mi hai sentito? è in maschera, sarà tutto più facile''
'' non ho un costume'' usai la mia ultima mossa
''lo so, te l'ho procurato io'' disse tirando fuori dalle sue buste una sacca bianca
''cosa? ma- ma sei impazzita? dove l'hai preso?''
''sul negozio che vende vestiti per carnevale in fondo alla via'' disse ovvia ''e adesso andiamo!''
il suo costume era da cat woman, niente di speciale, top nero stile maglioncino e pantaloncini corti con lunghi tacchi neri. in sè era normale, ma poi si mise il cerchietto con le orecchie da gatto:
''che c'è? ci sta, devo essere cat woman non la vedova nera, poi, va' a metterti il tuo costume''
''no, è orribile''
''M-E-T-T-I-T-E-L-O'' disse severo e scandendo bene la parola.
ubbidii spaventata e andai in bango a cambiarmi.
wonder woman. vi rendete conto?
indossavo pantaloncini corti blu a stelline bianche con una un top rosso con scollatura a cuore e lungo dietro che faceva da mantello. i capelli, seedda decise di lasciarmeli sciolti: mi arrivavano a metà schiena. mi diede dei tacchi eleganti e rossi.
''stupende'' disse la mia amica mentre ci guardavamo allo specchio
''tu sì, io no'' commentai io
''ma va... anche te, credici''
feci finta di credere a sedda
''dai, andiamo, antonio ci aspetta''
sì, sedda era fidanzata. antonio era un ragazzo alto e muscoloso. tenero e l'uomo che ogni donna vorrebbe avere. giocava in una squadra di calcio importante di cui non ricordavo mai il nome. si erano conosciuti a scuola: facevamo un bel trio, i due belli e la sfigata, e poi hanno incomiciato a uscire. non che la cosa non mi piacesse, anzi, non mi hanno mai esclusa, quando sono con loro si comportano sempre come amici. infatti li ho visti solo una volta baciarsi, ma so che si vedono quando io sono a teatro.
salutai mia madre e uscimmo.
antonio era già fuori che ci aspettava
''ehi! siete bellissime! '' ci abbracciammo e salimmo sulla sua auto. antonio aveva già diciott'anni, ma era stato bocciato in seconda superiore.
''chi è che tiene la faste?'' chiese antonio
''un mio amico di danza, fa diciannove anni e voleva fare le cose in grande, ha invitato metà firenze'' rispose la mia amica
il viaggio fu silezioso e breve, e ci ritrovammo davanti ad una discoteca. entrammo senza troppi problemi, ed era piena.
''andiamo a sederci'' ci incitò seedda
ovviamente erano tutti travestiti: chi da dio greco, chi da supereroe come io e la mia amica, o chi da principe azzurro. c'era il bar per prendere da bere e la pista da ballo con sopra l'ammasso di gente travestita. odiavo ballare; preferivo recitare, per questo non andavo spesso in discoteca, cosa avrei potuto fare? la bella statuina? be'... quella la facevo sempre e comunque, ma non era quello il punto. antonio, per chi se lo è chiesto, si era travestito da cameriere sexy: sotto consiglio di seedda, che quando glielo aveva visto , hanno raccontato, si è morsa il labbro eccitata.
chissà se lo farò anch'io quando vedrò l'uomo dei miei sogni in abito sexy
pensai, ma poi scacciai subito dalla mente quella brutta e stupida idea. meglio non darsi una risposta.
ci sedemmo su un tavolino. Antonio andò a prendere qualcosa da bere e io e seedda rimanemmo sole. la musica era assordante e la gente era troppo ubriaca per i miei gusti. quando tornò antonio bevemmo i nostri cooktail.
''ehi, daf, vieni a ballare?'' urlò seedda per farsi sentire
''no, no, andate pure'' risposi sempre urlando
lei scrollò le spalle, guardò antonio che la prese per mano e la trascinò sulla pista. e così rimasi sola soletta. non sapevo cosa fare: dovevo andare in bagno ma non era una buona idea, potevo andare in un posto tranquillo ai piani superiori, ma probabilmente non l'avrei trovato, oppure sarei potuta uscire e prendere una boccata d'aria.
pensai che l'ultima idea fosse la più ragionevole, e forse avrei potuto chiamare un taxi e farmi venire a prendere. non era una cattiva idea, forse seedda e antonio volevano ritornare a casa di lui dopo la festa... forse era meglio non essere di intralcio. uscii dalla porta sul retro e presi il mio cellulare. il tassista sarebbe arrivato pochi minuti dopo e io mi appoggiai al muro. quel giorno la luna era piena e bellissima, e nel cielo blu intenso si potevano vedere le stelle.
''eh... ma guarda ci c'è'' disse qualcuno alle mie spalle.
mi girai in direzione della porta secondaria e vidi un gruppo di ragazzi.
quello che aveva parlato era un ragazzo... se così si poteva chiamare, ma dalla grandezza sembrava più un bufale, grosso, con la cresta braccia muscolose e piene di tatuaggi, e ghigno per me indecifrabile: divertito e... eccitato? accanto a lui c'era un'altro ragazzo, meno grosso, ma comunque corpulento, vestiti neri come il primo, capelli rasta, e braccia incrociate, più o meno erano tutti così. ma uno mi colpì, era dietro di tutti e sembrava non voler far parte della scena: aveva occhi azzurri glaciali e capelli biondi chiarissimi: al bagliore della luna potevano essere quasi bianchi. aveva uno sguardo severo, non era ne eccitato, ne divertito, era di corporatura normale ed era a maniche corte, così da intravedere qualche tatuaggio, ma erano davvero pochi rispetto ai suoi 'amici'. indossava abiti neri davvero alla moda ma allo stesso tempo semplici.
capii di non essere in una buona situazione.
il toro più grosso mi si avvicinò e io, incapace e impaurita, rimasi lì dov'ero con le gambe molli e inchiodate a terra. in quel momento potei notare l'infinita di percing che aveva su tutto il viso.
''devo andare'' dissi con aria decisa, cercando di pensare ad una donna coraggiosa che avevo interpretato qualche tempo prima.
''io non credo '' mi bloccò
''io invece penso di sì... sai... è tardi...'' cercai di rimanere nel personaggio scalciando da tutte le parti cercando di liberarmi dalla presa.
lui rise e mi strinse di più. mi faceva male al braccio e i ragazzi del gruppo incominciarono a raggrupparsi.
in quel momento sperai che arrivasse un miracolo.
ho qualcuno.
ho ancora meglio il tassista.
una risata fragorosa arrivò da sinistra.
tutti si voltarono e il ragazzo misterioso ebbe l'attenzione di tutti.
''Ricca,mi deludi, se vuoi scoparti qualcuna punta qualcosa di più!''
il bisonte lo squadrò per un secondo poi mollò la presa.
''hai ragione, come sempre oltretutto, ci vediamo piccola perdente''
mi salutò e se ne andò con tutto il resto della sua banda.
il ragazzo invece rimase lì dov'era e guardava la porta dalla quale era rientrati e usciti con aria divertita.
io feci finta di niente e mi riappoggiai al muro a guardare le stelle, come se niente fosse successo.
ma quando arrivava il taxi?
''ehi, ringraziarmi no?'' mi chiese guardandomi con aria soddisfatta.
''per cosa? per avermi insultata? scusa, ma non ne sono in vena'' risposi seccata
''no, per averti salvata'' rispose strafottente
mi accigliai
''per avermi salvata? oh, grazie principe azzurro, ti devo la vita'' mi girai a guardarlo e notai che era più vicino di quanto pensassi
''be' la tua vita non credo... ma la tua verginità penso di sì'' mi guardò sicuro
io mi allontanai impaurita sia da quello che aveva appena detto, sia perchè sapevo che aveva ragione, sia perchè era troppo, ma dico troppo vicino.
e bello. da vicino era ancora più bello.
''che ne sai tu della mia vita privata, e poi, fatti i cazzi tuoi... ce... ce l'avrei fatta benissimo da sola'' mentii. non sapevo come controbattere ad una offesa del genere, per me era troppo.
lui sospirò e si appoggiò al muro. incomiciammo a guardare le stelle in silenzio.
''quella è la costellazione dell'orsa minore, mentre quella dell'orsa maggiore, sono le più famose e le più facili da individuare'' disse indicandomele.
era davvero vicino.
''...e quella'' disse indicando delle stelle '' ...è la costellazione del dragone, è la mia preferita ed è una delle più grandi della volta celeste'' disse
''come fai a sepere queste cose?''
''mio padre era astronomo, mi ha insegnato''
''immagino''
guardai l'ora sul cellulare: era passata più di mezz'ora da quando avevo chiamato il tassista.
''cazzo, non arriverà mai'' imprecai a bassa voce arrabbiata, e sbattendo il cellulare dentro la borsa.
''cosa?''
''il tassista, mi doveva riportare a casa ma l'ho chiamato più di mzz'ora fa e... non è ancora arrivato''
''ah, be' se è per questo te lo do' io un passaggio''
lo guardai. diceva seriamente?
''co-co-cosa?''
''ho la macchina, non credo che sia un grave problema''
''no, no tranquillo aspetto''
''oh dai... lo sai benissimo che non arriverà mai quel coglione di un tassista''
''non accetto inviti dagli sconosciuti'' dissi severa
''ma io non sono uno sconosciuto'' disse con voce roca
''non so neanche il tuo nome''
''e quindi? ti ho salvato la verginità e ti sto offrendo un passaggio per ritornare a casa, come puoi rifiutare?''
lo guardai
lui fece il labbruccio
''OH! MI HAI CONVINTO! BRUTTO PEZZO DI MERDA!''
''finalemente ti sei svegliata'' rise accompagnandomi alla macchina.
era una normale fiat nera. molto comoda. salimmo e lui mise in moto
''dove vuole che la porti?'' mi chiese
io gli risposi con la via e lui annuì semplicemente.
''ma scusa, i tuoi amici?'' chiesi ad un tratto
lui continuò a guardare la strada e corrugò la fronte
''quali amici?''
''quelli di prima... quelli da cui tu dici di avermi 'salvata''' mimai l'ultima parola con le mani
''non lo dico io, l'ho fatto veramente, e questo perchè quelli non sono miei amici''
''ah'' dissi
il resto del viaggio fu molto silenzioso. continuai a guardare fuori dal finestrino.
''eccoci arrivati'' disse fermandosi davanti a casa mia
''grazie'' aprì la porta e uscii
''prego''
gli sorrisi
''...quindi... mai visti prima? '' mi chiese. lo guardai un attimo indecisa.
''mai visti prima'' lo salutai ed entrai in casa, sperando che una dormita avrebbe fatto dimenticare tutto quello che era successo.

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