che-che ci fai tu qui?

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il lunedì pomeriggio andai a teatro. la settimana era iniziata e la mattinata era stata una merda, come al solito.
''bene ragazzi'' entrò nella sala Samantha. era lei la nostra insegnante e io la stimavo molto, ormai erano più di dieci anni che la conoscevo. stavo ripassando il mio  copione con sara: una mia carissimissima amica.
facevo più o meno uno spettacolo ogni sei mesi. andavo facendo spettacoli anche in altre città con la mia compagnia, e a volte, anzi molto spesso, facevo da protagonista. la nostra era una compagnia abbastanza conosciuta e tutti i componenti mi conoscevano e si congratulavano ogni volta che recitavo : dicevano che ero davvero molto brava, e io ammetto che molte volte usavo questa mia capacità anche nella mia vita reale...

come durante quella dannata serata...

no, basta pensare a sabato sera,quel ragazzo non è niente per me,  e io non sono niente per lui, non ci devo pensare

ma era così bello...

no, era un ragazzo orribile, aveva i brufoli ed era grasso

non si dicono le bugie...

hai ragione

''dafne... andiamo!'' mi incitò sara. mi resi conto di essere rimasta per troppo tempo nel mio mondo
sorrisi ''arrivo, scusa''
ci raggruppamo intorno alla nostra direttrice di scena
''bene, sapete che non riusciamo a trovare un Cristofer? ecco, l'ho trovato''
lo spettacolo che stavamo provando si chiamava: 'adesso o mai più'.
parlava di una storia d'amore molto accesa, i due protagonisti: isabelle e mark, si incontrarono per la prima volta ad una festa importante della fine del settecento, insieme c'erano anche gli amici cristofer e serenah. appena si incontrano isabelle e mark si innamorano e si incontrano nuovamente e capiscono che tra loro nasce vero amore. allora, spaventato, mark si vede e si bacia con un'altra donna, e serenah, che lo vede, va dalla amica e le dice tutto. allora, col cuore spezzato, isabelle decide di dare la sua mano ad un altro suo pretendente: lorènz. mark a quel punto è disperato e cristofer e serenah, che nel frattempo avevano deciso di fare una relazione seria, lo convincono a non arrendersi, e mark corre al matrimonio e interrompe la cerimonia con un bellissimo discorso che fa commuovere isabelle. la storia finisce con il matrimonio non dei protagonisti, che preferiscono ad aspettare, ma degli amici.
io avevo deciso di fare la parte di serenah, anche perché la parte di isabelle era troppo complicata e difficile, anche considerato che io facevo una scuola molto impegnativa.
la cosa che aveva appena detto samantah mi interessava molto, essendo che cristofer sarebbe stato il mio compagno.
nella sala entrò in quel momento un ragazzo. aveva i capelli scuri, era alto, occhi verde smeraldo, muscoloso, bellissimo.
sara lo guardò stupefatta.
''sì,lui è Jacob, è in altra compagnia, la loro rappresentante mi è molto amica, e sapendo che ero in cerca di un cristofer... me l'ha... 'prestato'''
lo guardai. oh, sì che era bello. io e le mie compagne lo stavamo mangiando con gli occhi, sopratutto sara.
''bene, ora mettiamoci all'opera, voglio vedere qualche scena... ah'' incomiciò voltandosi verso di me ''dafne, fa' amicizia con Jacob,  ne avrete proprio bisogno''
ci sedemmo per terra.  ero accanto a Jacob, ed ero molto imbarazzata.
'allora... come ti chiami?'' incomiciò lui incitandomi
''dafne'' dissi solamente
''Jacob'' mi sorrise ''quanti anni hai'' aggiunse poi
''17, sono di quarta superiore''
''ah, e dove?'' cercava sempre di farmi dire di più, ma penso che si fosse reso conto che ero rossa come un peperone.
''al classico''
''ah, ma davvero? anch'io, ma io faccio quinta''
''figo! non ti ho mai visto!''
''neanche io ho mai visto, te, ma se vuoi, possiamo pranzare insieme e... poi ci dovremo vedere anche per studiare il copione...' osservò.
''già hai... hai ragione. mi lasci il tuo numero?''
''si certo'' ci scambiammo i numeri.
ci fu un silenzio imbarazzante per molto tempo, anche se credo fossero meno di cinque minuti, che Jacob spezzò chiedendomi:
''che ne dici domani se vieni a pranzare con me e i miei amici di quinta?''
con i suoi amici?
proprio no
''ehm...'' iniziai imbarazzata
''oppure, per la prima volta facciamo con i tuoi amici! che ne dici?'' chiese con sforzo capendo il mio imbarazzo
''meglio, si'' conclusi sorridendo
molto meglio

usciti a teatro, aspettai che mia madre mi venisse a prendere. misi il mio giacchetto di jeans e mi appoggiai ad una colonna del porticato.
''dafne, vuoi un passaggio?'' mi chiese Jacob tirando giù il finestrino della sua macchina. essendo settembre si stava ancora bene a maniche corte.
''ehm... sta per arrivare mia madre, tranquillo''
''ehm... okay... ma appena ha bisogno di qualcosa chiama'' disse premuroso
gli risposi con un semplice 'certo' e andò via. aspettai dieci minuti e chiamai mia madre dalla disperazione
''non doveva venire tuo padre?''
''no, dovevi venire te''
''dafne... perchè non ti prendi la patente?'' imprecò mia madre al telefono
''ah, adesso vuoi dare la colpa a me''
''senti, chiama tuo padre e fatti venire a prendere, sono dal parrucchiere e poi dall'estetista, sono occupata per molto'' e riattaccò
sbuffai rumorosamente. era possibile?
cercai  il numero di mio padre in rubrica e lo chiamai
2 squilli
3 squilli
4 squlli
''posso dartelo io un passaggio'' disse sicuro una voce dietro di me
occhi azzurro chiaro, capelli biondo bellissimo e pochi tatuaggi sulle braccia.

era lui

''che- che ci fai tu qui?'' chiesi imbarazzata
''di ritornò da una commissione'' restò vago ''allora, vuoi un passaggio?''
''non so...''
''dai... non credo che tuo padre arriverà tanto facilmente''
''mi hai spiato?'' quasi urlai sorpresa
''si, non farti molti problemi, allora, lo vuoi un passaggio sì, o no?''
''sì, andiamo'' conclusi stanca

''quindi... un segno del destino non trovi?'' chiese mentre mi riportava a casa
''no, non trovo''
''oh, dai... a proposito''  iniziò ''essendo che ormai ci incontriamo sempre vorrei sapere il tuo nome''
''dafne, mi chiamo dafne''  risposi secca
'dafne la sfigata, mi piace''
''a me no'' sbuffai esausta
''dai... a volte le stelle ci fanno brutti scherzi. non pensarci. vivi la tua vita e basta''
''è un modo difficile per dirmi che vuoi farmi da tassista? potrei chiamarti ogni volta che ho bisogno di un passaggio, non sarebbe male''
lui scoppiò a ridere ''potresti chiamarmi anche per qualcos'altro'' disse malizioso
io arrossì subito e lui fece un'altra fragorosa risata
''ecco, siamo arrivati'' mi disse. non me ne ero neanche accorta
scesi dalla macchina e sputai un 'grazie'
''sono Andrea''
mi voltai
''cosa?'' chiesi
''mi chiamo Andrea''

uguali ma diversiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora