stesso avvertimento

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Mi rigirai e rigirai nel letto; lo sentivo vuoto. Dopo pochi minuti decisi che era ora di alzarmi, la sveglia non era suonata, ma io dovevo andare a scuola. c'era tanta luce, almeno per essere le sei. Guardai l'ora.
''porca puttana'' esclamai. Erano le undici meno un quarto. Non persi neanche tempo a riflettere che ero già dentro la doccia. Mi vestii e andai in cucina a mangiare qualche biscotto, prima di correre a scuola per le ore che rimanevano.
''tranquilla tesoro, per quello che è successo sta notte abbiamo deciso di lasciarti a casa, non combinare disastri, arriveremo verso le cinque, la pasta è in frigo.
-mamma e papà''

Ah, fantastico, tutto quel da fare per niente. vabbè, meglio così. Posai lo zaino, andai a sedermi sul divano e mi guardai la TV. Poco dopo presi il cellulare e guardai i messaggi che avevo ricevuto: la maggior parte erano da Seedda, e anche da pare di Antonio, in cui mi chiedevano dov'ero e se stavo bene: non avevano tutti i torti, ogni volta che non andavo a scuola o ero con loro o glielo scrivevo. Scrissi a tutti e due brevemente cos'era successo, senza il particolare, se così si poteva chiamare, di Andrea, e notai che anche jacob mi aveva scritto. Era anche lui preoccupato, e allora gli inoltrai il messaggio che avevo scritto ai miei migliori amici e, essendo che mi ero stavo annoiando, spensi la TV presi un libro a caso e mi misi a leggerlo. Era così appassionante che rimasi a leggerlo per molto tempo.

Non so quanto tempo era passato che citofonarono. Mi alzai dal divano e aprii la porta.
''ehi, ciao'' mi disse Jacob
''ciao!'' dissi, ero davvero rilassata.
''hai da fare? no, be' se vuoi me ne vado e...'' diventò tutto rosso e non finì la frase
''no,no, tranquillo entra''
si accomodò felice. Certo, non era grande come casa sua, il mio appartamento, ma di sicuro era molto confortevole. Chissà che effetto gli faceva entrare in casa mia.
''non riuscirei a vivere qui, è troppo piccolo'' rispose come leggendomi nella mente
scoppiai a ridere '' bhe, sai, dopo esserci vissuta per diciassette anni, almeno un po' sarà costretta a piacerti come casa''
''hai ragione'' sorrise. Come mai era così nervoso? ''hai pranzato? sono quasi le due''
scattai in piedi, rendendomi conto che aveva ragione ''no, vado a prendere la pasta che mi hanno lasciato i miei, arrivo subito, tu vuoi qualcosa?''
''no,no tranquilla''

''è bello vederti mangiare'' disse sorridente
''già, non ti fa venire fame?'' chiesi
''no'' rispose scrollando le spalle. Gli avevo raccontato ogni particolare, a parte Andrea, di quello che era successo la notte prima, e lui aveva ascolatato con molto interesse.
''senti...'' incomiciò a dire ''ti ricordi l'altro giorno che abbiamo dormito nello stesso letto?''
Annuì. Come scordarselo?
''come facevi a sapere che tra quelli che mi avevano aggredito c'era anche un ragazzo coi capelli biondi?''
disagio.
''ehm... sai, c'è una statistica che dice che le persone che hanno i capelli biondi e gli occhi azzurri siano meno trasgressivi, e allora volevo vedere''
''non sparare cazzate, per favore Dafne, è una cosa seria''
''guarda che è così'' continuai
''Dafne...''
''guarda che ho ragione, sono sempre dei bufali con tanti piercieng, tatuaggi e abbronzati, e se il cattivo questa volta sia l'opposto? tutte le storie hanno la loro particolarità''
Si alzò di scatto raggiunse la porta e prima di andarsene disse
''ti dico solo di stare attenta, tu non sai quello che c'è in ballo... ci vediamo a teatro, attenta Daf''' e se ne andò.
Non ero tanto preoccupata di quello che era successo, ma più che altro mi stupivo di come sia Andrea che Jacob mi avevano dato lo stesso avvertimento.

scusate il capitolo corto, ma ho avuto molto da fare. Sto aggiornando sempre meno spesso e questo mi dispiace moltissimo, ma vi promtto che il prossimo capitolo arriverà molto presto!. mettete una stellina, un commento e condividete la storia, grazie tante <3

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