3. Manovra te stesso.

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- "Prima di poter manovrare i giochi devo esser capace di manovrare me stesso nel gioco, senza farmi notare troppo, una volta acquisita la manovrabilità adatta, proseguirò dritto al mio scopo, ce la farò!"
Dopo le tante ricerche Marco ritorna sui suoi passi, certo sempre con il pensiero di quel uomo, ma continuò ad andare avanti per raggiungere il suo scopo. Iniziò a provarsi, nel gioco, per capire cosa dovesse fare per arrivare al 'livello successivo'.. Provò con i suoi amici, a scuola, con i più grandi e poi anche con i più piccoli.. E lì capì, dopo tantissimi tentativi durati giorni, cosa realmente sbagliava l'essere umano e non solo lui. Aveva finalmente capito il motivo per il quale si sentiva così bloccato in un mondo di persone bloccate da blocchi posati lì dai 'manovratori'.
I bambini, piccoli e indifesi, erano soggetti a educazioni e abitudini sbagliate, per questo il mondo era così fermo per Marco.. Tutto inizia da bambini, quando si ha l'educazione dai propri genitori. Ovviamente la colpa non è di questi ultimi.. Loro sono stati abituati allo stesso modo da bambini, è un processo che continua da generazioni o magari proprio dal principio del essere umano.
Perché Marco era convinto di questo? Semplice, alla fine è più facile governare persone bloccate mentalmente.. Persone che si credono libere senza nemmeno conoscere la libertà, senza averla assaporata realmente. Quindi da bambini è più facile poter insegnare che la vita è dura e che tutto sarà difficile, mentre in realtà la vita sarebbe così facile e libera di ogni cosa.. Noi saremmo così perfetti.
Ed è per questo che Marco ne era convinto, perché vedeva sempre il blocco delle persone, lui era uno dei pochi ad osservare e capire.. Che tristezza sapere che viviamo in un mondo del genere.. Ma allo stesso tempo è stupendo viverci, quando ci mettiamo alla ricerca, quando vogliamo fare qualcosa.. Be noi siamo pronti a farla e riusciamo ad ottenere i nostri successi.. Ed è proprio per questo che il ragazzo era convinto di poter arrivare lì in alto, dove la scacchiera si vedeva dal alto e nulla ti era più padrone, la prospettiva cambiava.
Marco sentiva la pressione su di se.. Sapeva che prima o poi sarebbe arrivata questa pressione, qui inizia il bello del gioco.. Il bello della vita che lui tanto studiava. Era tutto un botta e risposta, mossa e contromossa costante, fallire per risalire, cadere e rialzarsi, perdere e vincere.. Da solo.
Come sia possibile che un essere umano sappia sopportare tutto questo?
È distruttivo psicologicamente un percorso del genere, in tanto lui era così determinato.. Nessuno della sua età sarebbe riuscito a farlo come lui, qui si dimostra la diversità di Marco, dalla sua determinazione e sicurezza.
- "Era la mia forza principale, quella sicurezza che mi permetteva di rialzarmi, la usai tutta.. Fino a consumarla.."
Il ragazzo era ancora nella sua fase di 'allenamento' ma giungeva quasi al termine delle forze, era così solo e così distrutto..
Qualcosa stava andando storto, e presto capiremo il perché, pochi giorni dopo, scoprì una cosa che lo lasciò stupito e allo stesso tempo sconvolto.. Una cosa che forse non si aspettava, nemmeno lontanamente.

- Fine terzo capitolo.

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