5. Altri mondi nel mondo.

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- "Eccolo, ora mi avvicino ed inizio a parlargli, si ma come? Che dico? Non posso metterlo allo scoperto altrimenti i giochi finiscono male.. Federico caro, arriverò ai tuoi livelli, è una promessa!"
Marco era pronto per parlare con Federico, da lontano lo vide e subito si precipitò da lui.. Era quasi arrivato, sempre più vicino, ad un passo da lui.. Per poi essere fermato dalla sua voce, disse "Ciao Marco, vieni con me e ti aiuterò, proprio come vuoi.".
Che cosa strana, Marco si confuse, non credeva possibile una cosa del genere..
Ma spinto dalla sua curiosità e volontà lo seguì senza battere ciglio.
Federico lo portò in un edificio, uno di quelli alti, tipo come nei film dove sogni di arrivare al ultimo piano con l'ascensore. Eh si proprio uno di quei edifici, ma cosa ci avrebbe trovato Marco lì dentro?
Il giovane si frenò per un'istante, era diffidente, non sapeva a cosa andava incontro.. Poi riprese il passo e continuò a camminare fino all'entrata.
Federico non disse una parola ma si fece seguire dal ragazzo, arrivò nella famosissima ascensore e ci entrò, guardò Marco e sorrise, come se avesse voluto dire "muoviti ad entrare che dobbiamo andare", e fu così che Marco entrò.
Primo, secondo, terzo.. Fino al quarantasettesimo piano(anche ultimo) di questo enorme edificio.. Schiacciò il pulsante e l'ascensore partì, in quel lasso di tempo i due non aprirono bocca, l'unica cosa che si sentivano erano i loro sospiri.
Primo, secondo, terzo, quarto fino all'ultimo piano non dissero una parola.
Arrivati sopra, Marco seguì Federico fino al suo ufficio, entrò.. E vide tutta la città dalla vetrata enorme che risiedeva dietro le spalle della scrivania di Federico.
- "Bello spettacolo vero?!"
Chiese ed esclamò Federico.
- "Abbastanza, se tutto fosse sempre così lontano, probabilmente sarebbe molto meglio."
Eh si, se fosse così lontano il mondo, così lontano da vederlo sul balcone di un altro mondo.. Allora si che sarebbe uno spettacolo. Il ragazzo amava quelle immagini che si mostravano ai suoi occhi, ne era affascinato, ma sapeva che qualche attimo dopo sarebbe ritornato lì, tra quelle immagini che probabilmente saranno osservate da altri più grandi o in alto di lui.
Marco amava davvero stare lì, si sentiva a suo agio, sapeva di sapersi muoversi bene, e lo sapeva anche Federico.. Ed infatti c'era un motivo preciso per il quale Federico lo portò fino a lì.
- "Ragazzo caro.. Il mondo che vedono loro non è lo stesso che osservi. Sono tutti sicuri di saper vedere e di sapere, quando non sanno nemmeno la loro storia. E tu, che la sai, non puoi aprir bocca. Come sai reagire a tutto questo?".
- "È molto semplice ma allo stesso tempo complicato."
Rispose Marco.
- "In che senso?!"
Federico chiese sorridendo quasi, come se sapesse già la risposta.
- "Be è semplice perché non capirebbero, se solo provassi ad accennare qualcosa, io so che non capirebbero a differenza tua. Come si può dire alla gente che uno più uno equivale a tre e non a due?!"
Disse sorridendo.. E continuò dicendo..
- " È complicato perché alla fine ho sempre bisogno di trovare la risposta giusta alla domanda giusta, devo sapere sia la loro risposta, che per di più è falsa, e sia la mia risposta. È così brutto non poterne parlare, però non posso, rovinerei delle vite in poco tempo. Ogni valore loro acquisito viene perso se solo dicessi ciò che mi è stato trasmesso, sin da piccolo, dal mondo.".
Federico ne rimase perplesso, sapeva che Marco era diverso dalla massa, ma non si aspettava una diversità così grande e matura.
Decise di mostrarsi a lui, di dirgli chi è realmente.. Marco ci sperava molto, e gli fu data l'opportunità tanto attesa, per la prima volta, di salire su e non restare fermo allo stesso piano di sempre.. Sempre in quel mondo visto dal alto.
- "Marco tu sai la regola.. Pesce grande mangia pesce piccolo.
Be non funziona solo per i pesci, anche per noi esseri umani è così.
Ed io sono uno di quelli che fa parte dei 'grandi', non dovrei dirlo ma con te so che posso farlo. Mi raccomando non deludermi, altrimenti devo usare questa legge contro di te che sei ancora un 'piccolo' che semplicemente sta tentando di evolversi."
Il ragazzo capì.. Era un po in ansia per ciò che disse Federico poco prima, eppure continuò a parlarci con tranquillità.
Divenne una sorta di ansia-tranquilla, alla fine era in ansia per la paura di commettere sbagli ed in tranquillità perché nulla, a lui riferitogli, era una novità.

- Fine quinto capitolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 17, 2015 ⏰

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