Capitolo 2

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Quando Daniel ebbe congedato le sue sorelle, l'anziano maggiordomo serví il porto ai due uomini. Mentre stappava la bottiglia, rovesció un poco di vino e una chiazza scarlatta si allargó sulla tovaglia.
- Puoi lasciare il vino, Dinn-Dinn - disse Daniel cercando di prendere la bottiglia pericolosamente inclinata.
Aveva sperato di risparmiare ai suoi abiti il destino della tovaglia, ma mentre si accingeva ad afferrare la bottiglia, il vecchio la ritrasse.
- Come? - chiese sporgendosi avanti.
Daniel riuscì ad afferrare la bottiglia e la teneva saldamente mentre parlava a voce più alta.
- Ti ringrazio per i tuoi servigi. Adesso puoi ritirarti.
Il vecchio si decise a mollare la bottiglia e si accostò la mano all'orecchio.
- Come? .
- Ti ho ringraziato per i tuoi servigi, Dinn-Dinn! Adesso puoi andare!
Un sogghigno sdentato si allargó sul volto grinzoso fino a toccare le orecchie, poi l'anziano domestico si produsse in un inchino e lasciò la stanza. Daniel si appoggiò allo schienale della sedia e si passò una mano sulla fronte mentre con l'altra si accostava il bicchiere alle labbra. Si sarebbe goduto volentieri un bel sigaro, ma aveva lasciato la scatola in camera e non voleva chiedere al signor Pettigrew di portargliela, dato che in fin dei conti quella sera il segretario era suo ospite. Così decise di rinunciare al fumo e si versò dell'altro porto. Gettò indietro la testa e si lasciò scorrere il liquido nella gola fino all'ultima goccia.
Quando ebbe bevuto, trasse un profondo sospiro. Scrolló la testa come per snebbiarsi le idee, quindi alzò il bicchiere vuoto e osservò il caminetto attraverso il cristallo sfacettato, guardando danzare decine di minuscole fiammelle. Dopo un momento di riflessione, tornò a riempire i bicchieri.
- Credo di aver gustato tutti i vini offerti dal Portogallo, signor Pettigrew, ma non ho mai assaporato un porto come questo. Aggiungi alla lista una visita alla cantina, finché siamo qui. Voglio scoprire di che vino si tratta.
- Si, milord - rispose il segretario con un sorriso complice mentre il Conte tornava a riempire i bicchieri.
Daniel sbattè le palpebre due o tre volte per vederlo meglio. Non conosceva la storia del signor Pettigrew, a parte il fatto che sapeva riconoscere un gentiluomo decaduto. Ignorava le circostanze che lo avevano indotto a impiegarsi, ma riteneva che il segretario avesse al massimo dieci anni più di lui. Più o meno l'età del suo valletto. E sembrava un tipo disponibile... con cui si poteba parlare liberamente.
- Non sapevo che questa tenuta fosse così malandata - commentò riempiendo di nuovo i bicchieri.
- La credevo in condizioni molto migliori.
- Non capisco, milord - disse il signor Pettigrew in tono di scusa - Quando accompagnavo suo pafre durante le visite a Knocktigh, ricordo che la casa eta nen tenuta e splendidamente arredata. C'erano numerosi domestici e ospiti in ogni stanza. La Contessa adorava ricevere e ricordo che le stalle erano piene di magnifici cavalli.
- Sa una cosa, signor Pettigrew? Mi ha reso impaziente di visitare le scuderie! - esclamò Daniel accennando un brindisi allo sbalordito segretario prima di bere nuovamente. - Oggi ho fatto la conoscenza delle mie sorelle. Domani, per prima cosa, visiteremo le stalle. Fra l'altro dovrò scegliere i cavalli per il viaggio. La mia carrozza da sola non basterà per trasportare tutte le mie sorelle con le loro cameriere. E voglio scoprire anche chi amministra Knocktigh. Se mio padre non ha vincolato la tenuta, voglio venderla o almeno trasferire un po di bestiame in una delle mie tenute a sud.
Il signor Pettigrew finí il suo porto, soffocó uno sbadiglio e inarcó le sopracciglia più che poteva nello sforzo di tenere gli occhi aperti. Non aveva l'abitudine di bere così tanto.
- È stata una giornata lunga e faticosa, milord.
- Se non si corica presto, temo che domani non riuscirà a svegliarsi prima di mezzogiorno - osservò Daniel - Che cosa ne direbbe di salire in camera?
Il signor Pettigrew depose il bicchiere sul candido lino e si alzò appoggiandosi all'orlo del tavolo per reggersi in piedi.
- Cer... tamente, milord - farfuglió, quindi si volse e si avvió verso la porta vacillando leggermente.
Pochi minuti dopo Daniel salí in camera a sua volta con la sensazione che tutto sarebbe andato bene... molto bene.
Non soltanto Tilbury stava aspettando lord Chantry, ma non sembrava affatto assonnato come gli capitava a Londra quando il Conte passava la serata al club.
- Ho notato che due delle mie sorelle portavano lo stesso vestito del pomeriggio, Tilbury - lo informò Daniel cominciando a sciogliersi il nodo della cravatta. - Avevano cercato di ravvivarlo con uno scialle, ma l'ho riconosciuto ugualmente.
- Forse perché hanno messo tutti i vestiti in valigia pensando che lei voglia partire domani, milord - osservò il domestico.
- Non capisco come siano giunte a questa conclusione - dichiarò Daniel - Una volta mi hai detto che una signora ha bisogno di quindici giorni per prepararsi a partire. Ma a parte questo, ho passato abbastanza tempo a Londra per capire che i vestiti delle mie sorelle sono terribilmente fuori moda. Certo, so che avranno bisogno di vestiti nuovi per i balli e i ricevimenti. Immagino che da queste parti non facciano nolta vita sociale.
- Londra è piena di negozi, milord. .. e anche di sarte. Sono sicuro che le signorine troveranno tutto quello che desiderano per il loro debutto in società.
- Ma non so come si debba vestire una signorina. Tu sei un esperto di moda, Tilbury. Potrai sicuramente consigliarle.
Il valletto lo fissò a bocca aperta.
- Ma, milord, devo pensare a lei! -protestó con ansia manifesta.
- Non preoccuparti, Tilbury, il mio guardaroba è completo. Sto già facendo i piani per la mia campagna. Entro un anno le mariteró tutte quante.
- Lo ha detto anche il signor Pettigrew, milord.
- Ah, si... stai cercando di dirmi che hai casualmente sentito la nostra conversazione mentre provvedevi alle mie necessità?
- Precisamente, milord.
- E che cos'ha risposto il signor Pettigrew?
- Che, per quanto gli risulta, c'è una certa differenza fra le abitudini dei soldati e quelle delle signorine.
- E tu con chi sei d'accordo, Tilbury?
- Sono propenso a favorire l'opinione del signor Pettigrew, milord.
- Dimmi, Tilbury, che cosa ne pensi delle mie sorelle?
- Non sta a me fare commenti a questo proposito, milord.
- No, ma so che ti piacciono le donne e che muori dalla voglia di dirmi la tua opinione. In ogni caso, prima o poi me la dirai, quindi taglia corto e vuota il sacco.
- Sono molto avvenenti, milord - si decise ad ammettere Tilbury dopo un altro momento di esitazione.
- Allora non vedo perché tu e il signor Pettigrew non dobbiate ritenere che riuscirò a maritarle prima che finisca la stagione mondana.
- Ma...
- Ma che cosa? Pensi che non riuscirò a trovare degli uomini disposti a sposarle?
- Credo che non faticherá a trovare dei pretendenti, milord... ma chi le assicura che le signorine li accetteranno?
Daniel guardò il domestico come se gli avesse appena annunciato che non credeva nel re e nella patria.
- Che cosa c'entra? La loro opinione non conta. Sarò io a scegliere i loro compagni.
- Mi permetto di avvisarla, milord, che maritare una signorina non è proprio come comandare una truppa.
- Se ricordo bene, lo ha detto anche il signor Pettigrew - ricordò Daniel inarcando un sopracciglio.
- Sono perfettamente d'accordo con quel signore. Le signorine sono diverse dagli uomini.
- In ogni caso le donne sono fatte per obbedire, quindi il comando spetta agli uomini.
- Come preferisce, milord.
- Ho ragione, Tilbury. Così ispezioneró il campo e sceglierò l'uomo più conveniente per ciascuna delle mie sorelle, poi lo presenterò a lei. E a questo punto le cose continueranno da sole.
- Oh, non ne dubito, milord - dichiarò Tilbury porgendo al Conte la camicia da notte.
Daniel si infilò l' indumento sorridendo fra sé. Non intendeva dire al domestico che stava pensando a un altro incentivo. Aveva deciso di offrire una dote di ventimila sterline a ciascuna ragazza. Poteva permetterselo e con quel costoso trucchetto sarebbe riuscito a risolvere quel problema entro la fine dell'anno.
- Domani mattina svegliami presto, Tilbury - ordinò al valletto - Sono impaziente di scoprire quali sorprese ci riservano le stalle.

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