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Il giorno dopo mi svegliai molto stanca, probabilmente perché non avevo bevuto sangue, così aprii la valigia nella mia stanza e presi una fialetta contenente un po di esso. Stavo per berlo quando sentii suonare la porta, così lasciai la fiala sul letto e andai a vedere preoccupata che fosse Charlie, ma fortunatamente era solo John.
Dato che di pomeriggio avrei incontrato Charlie, mi disse, ci saremmo allenati di mattina. Così andai a bere la fiala per avere più energie e scesi di sotto ma quando mi accorsi che ero ancora in pigiama salii di nuovo in camera mia e mi vestii. Decisi di indossare dei leggings neri, come le scarpe da ginnastica, e una maglia bianca con dei fiori rossi e legai in una coda i capelli. Avevo il presentimento che mi sarei stancata molto, infatti qualche minuto dopo ne ho avuto la conferma. Quando arrivammo in un bosco isolato dalla città lo guardai stranita.
"Ma cosa ci facciamo qui?" gli chiesi.
"Oggi ci alleneremo sulla velocità, perché un vampiro deve saper correre abbastanza veloce per poter scappare o rincorrere qualcuno." prese due rami da un albero e poi me ne diede uno. "Sfrutteremo gli alberi come ostacoli, uno di noi dovrà scappare e l'altro cercherà di prenderlo. Se questo accadrà faremo finta di combattere e chi riuscirà a colpire l'altro sul petto con il ramo vincerà. Ora incomincia a correre."
Senza neanche darmi il tempo di rispondergli scomparì e io rimasi ferma come una stupida. Incominciai a guardare intorno a me e sentii rumori di legno che si spezzava e incominciai a correre per la "paura". Mi sembrò di essere un coniglio che stava scappando dal cacciatore, e un po era così pensandoci bene. Andavo più veloce che potevo e stavo pure per sbattere contro un albero ma per fortuna riuscii a schivarlo, anche se inutilmente dato che inciampai su una radice e persi l'equilibrio. Il suolo non era scomodo ma dovetti rialzarmi perché il pensiero di essere "catturata" mi dava enormemente fastidio, e mi metteva anche un po di suggestione sinceramente, ricominciai a correre anche se dopo qualche secondo sentii qualcuno che mi prendeva dal braccio e mi scaraventava su un albero. Percepì un dolore lancinante alla gamba ma prima che potessi rendermene veramente conto venni scaraventata un'altra volta su un albero e subito dopo per terra. Mi sembrò di essere una bambola di porcellana che era stata buttata per terra e calpestata tantissime volte, ma non dovevo pensarci dunque presi coraggio e mi rialzai. Quando ero certa che ero in equilibrio cercai attentamente di vedere o almeno sentire John, e a un certo punto percepii un rumore alla mia destra. Mi voltai e vidi la sua ombra e incominciai a correre, anche se con qualche problema per via del dolore alla gamba, e finalmente riuscii a raggiungerlo e mi scaraventai sopra di lui. Riuscii a fargli un graffio profondo sul braccio, pensando che il duro allenamento del giorno precedente mi era stato utile, e lo colpii in faccia. Lui però ribaltò la situazione, levandomi da sopra di lui e rimettendosi in piedi. Feci la stessa cosa e corsi verso di lui. Ci rincorremmo per qualche metro e ricominciammo a combattere. Ad un certo punto si fermò guardandomi sorpreso con un ghigno sulla faccia, e pensai che mi avesse colpito. Ma quando vidi che era successo il contrario fui enormemente felice e icominciai ad esultare come fa una bambina quando vince un gioco da tavolo.
"Ottimo lavoro, sei riuscita ad uccidermi. Sinceramente speravo che non ce la facessi così ti avrei potuto torturare un po di più, ma dato che hai vinto puoi ritenerti libera." e sparì.
Quando ritornai a casa avevo ancora il sorriso sulle labbra anche se ero molto stanca e decisi dunque di fare una lunga doccia per rilassarmi. Quando vidi però che erano quasi le tre e avevo poco, anzi pochissimo tempo per prepararmi. Mi infilai sotto la doccia e feci una doccia non troppo lunga, giusto il tempo di levarmi la terra dalle braccia e rilassarmi. Andai nella mia stanza per decidere cosa mettermi e uscii dall'armadio un vestito mono spalla blu scuro che arrivava appena sopra le ginocchia e delle scarpe dello stesso colore del vestito. Asciugai i capelli facendo delle onde, mi vestii velocemente e mi truccai: un po di ombretto color carne, una linea di eyeliner blu e il mascara. Avevo appena terminato di truccarmi e sentii suonare alla porta, cosi andai ad aprire.

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