Moments

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C'è troppo bianco in questa stanza.
Le lenzuola, le pareti, i camici delle infermiere, perfino le tende e il vaso con dentro qualche fiore sono bianchi.
Sembra che tutto mi voglia dire che tra poco morirò. Ed è così, sono sicuro.

Questa è l'ultima corsa, l'ultima operazione possibile per curarmi questa maledetta leucemia che mi perseguita da un anno e mezzo.
È sempre stata grave, e i miei parenti hanno sempre fatto di tutto per garantirmi le migliori cure.

Ma so che sto per morire.

Sento il respiro mancare, ormai la mia voce è insensibile, le mie mani ossute appoggiate sul letto, non riescono a fare quasi più niente.

Sono stufo di provare a urlare a pieni polmoni quanto stia soffrendo, internamente ed esternamente. Ma sfortunatamente, spesso mi accorgo di alcune lacrime, che scendono indisturbate sul mio viso. Mi ritrovo spesso a pensare, a ricordare il più possibile la mia vita.

Perché ormai ho realizzato. Morirò a 22 anni.

Sento la porta sbattere.
-Niall...-.

Amy è appena entrata, con il fiatone.
-Ho fatto il prima possibile, scusami-, dice avvicinandosi a me, e sedendosi sulla sedia in parte al mio letto.

Io la guardo, il cuore che prende a battere più velocemente.
Comprendo quanto il tempo mi stia sfuggendo di mano. Vedendo la ragazza che ho sempre amato, rende più difficile, morire.

-Amy...-, comincio, cercando di mettermi seduto.
Lei mi accorre subito, smettendo di cercare qualcosa nella sua borsa.
-Non fare molti sforzi... Ecco, così. Apposto?-.

Io annuisco. Mi è sempre stata vicino, dall'inizio della mia malattia.
-Amy, non c'è bisogno che resti ad accudire un moribondo-.

Lei sgrana gli occhi, guardandomi sbalordita.
Poi prende un bel respiro, si avvicina a me. Mette le mani a coppa sulle mie guance, con la sua fronte a toccare la mia.

-Io voglio stare con te-, mi sussurra.
Sento che la sua voce è strozzata. Non voglio farla di nuovo piangere. Ha già sofferto abbastanza.
-Voglio sentire ancora il tuo amore-, continua. -Voglio stare vicino a te-.

Inevitabilmente, sento che ho gli occhi lucidi.
-Ehy-, dice a fior di labbra, accarezzandomi una guancia, dove è scesa una lacrima. -Io ci credo, Niall. Questo ospedale è uno dei migliori di Londra. Ti cureranno-.

Come un flash, ritorno indietro nel tempo.
Io e lei che nascondevamo in camera, chiudendo la porta e buttando la chiave nel nostro posto segreto: tra le cartacce del cestino.

Quando da piccoli, giocavamo, danzavamo in punta di piedi in mezzo alla strada, se non facevamo due tiri a calcio.

Con lei ho sempre potuto essere me stesso.
Con lei, con i suoi periodi da maschiaccio, poi maniaca dell'ordine e del rosa, poi quel periodo in cui indossava solo tute e veniva a scuola con solo un pallone da calcio in mano.

Ci conosciamo da un'infinità di tempo, e i momenti passati insieme ci hanno visti crescere uno di fianco all'altra.

-Mi sento costantemente come se stessi cadendo da un burrone, urlando, ma nessuno viene a salvarmi. Vorrei che fosse tutto uno scherzo, Amy. Vorrei che domani mi potessi svegliare con te, con la nostra pila di vestiti di fianco al letto... Vorrei che avessimo quella vita solo per un altro giorno, vorrei ritornare indietro nel tempo-, dico sottovoce, mentre lei comincia a singhiozzare.

-Niall... Parli come se fossi morto-.
-Forse lo sono-, esclamo subito, sconfitto.

-NO!-, ribatte, con un urlo strozzato tra le lacrime. -N-non sei morto! Non morirai! Ti amo, Niall, non puoi morire-.
Senza preavviso, monta sul letto di fianco a me, abbracciandomi e mettendo la testa sulla mia spalla.

La flebo ce l'ho dalla parte opposta, non mi da alcun fastidio, anche se il mio corpo debole avverte molto il peso di Amy.
-Amy...-, cerco di consolarla invano, anch'io sono scosso dai singhiozzi. Le accarezzo i capelli, beandomi, per l'ultima volta, del suo profumo.

-No, Niall. Non cominciare con quelle cazzate del dover andare avanti-.

In precedenza, ho cercato di preparami mentalmente a questo discorso.

-Amy, io...-.
-No-, decisa, alza la testa. Mi riappoggia la fronte sulla mia.
-Sto cercando le parole giuste da dire...-. Mi guarda negli occhi attentamente. -S-se... Cavolo, non ci voglio neanche pensare. Se... L'intervento non riesce, io ti amerò sempre, lo sai? Lasciami finire. Non ci sarà nessun altro. Il mio amore, il mio cuore, stanno respirando per te. Hai avuto un periodo con il sondino, e l'abbiamo superata, anche se adesso...-. Sposta l'occhio, dove le flebo sono attaccate al mio corpo.

-Se... Non dovessi essere più con me... Vivrai in me. Niall... Vivrai comunque, lo sai che sarò la tua vita, la tua voce, quindi... Se tu non credi a questa operazione...-.
Mi rimette la testa sul petto.
-Credici almeno per me, fai in modo che... Sia io la tua ragione per continuare a vivere...-.

La guardo, i miei occhi non possono trasmettere più amore di così.
-Amy... Ti amo non sai quanto-. Tossisco. -Ma... Ho paura che quando non ci sarò più vivrai nel passato, ricordando i bei momenti che abbiamo condiviso. Amore, io non voglio che tu soffra per non riuscire ad andare avanti-.

Le scese una lacrima, che asciugai con un dito, accarezzandole leggermente la guancia.

-Io non ti dimenticherò mai Niall-, mi dice con un sussurro.
Guardando Amy abbracciata a me e ascoltando le sue parole, capisco che forse ho sbagliato a prevedere la mia vita.
Nasconde il viso tra la mia scapola ed il collo, e sento il suo respiro scosso dai singhiozzi.

Amo da morire questa ragazza.
Ma forse, non morirò abbandonandola. Forse c'è veramente una speranza per me.

-Ci credo...-, sussurro pianissimo, tanto che forse non mi ha neanche sentito.
-Come?-. Alza la testa, fissandomi attentamente. Probabilmente cerca di imprimere il più possibile ogni centimetro del mio viso.
-Forse... Vivrò, magari non è tutto vano-. Cerco di accennare un sorriso, che lei ricambia tentennando. Il suo volto è segnato dalla tristezza e malinconia, se non dalle innumerevoli ore perse di sonno per le immediate corse in ospedale.

-Niall... Non voglio stare senza di te. Promettimi che lotterai. Se non vuoi farlo per te stesso, fallo per me, per favore-, mi dice a fior di labbra.

Poi ci baciamo. Ogni volta che le mie labbra incontrano le sue,anche se in questo caso sono fine e deboli, nel mio petto esplodono centinaia di fuochi artificiali.

Ero pronto a lasciare tutto questo? Sono stato proprio un cretino, a pensare di essermi arreso alla malattia.

Cercherò di vivere, per i mei genitori, parenti, amici, e per lei.
Riuscirò a sopravvivere.
Quando due infermiere entrano nella stanza, seguite dai miei genitori, Amy scende subito dal letto.

Dicono che tutto è pronto, e per tutto il tragitto fino all'entrata della sala operatoria, una mano è stretta a quella di Amy, l'altra a quella di mia madre.
L'operazione andrà bene, adesso me lo sento.

Sono pronto a ritornare in vita.

❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Ciao a tutte 💕 Questa è la prima storiella ispirata a Moments, spero vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate😘

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