Capitolo 24

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Io non avrei mai pensato, che avrei dovuto lottare così tanto, arrivare così in alto, per poi perdere tutto quanto.
Faccio qualche passo indietro scuotendo la testa.
Inizio nuovamente a piangere.
Abbasso lo sguardo.
Mi giro, ed inizio a camminare allontanandomi sempre di più.
Quel che ho detto, non è servito ad un bel niente.
Però non fa niente. Tanto quella che sta male qui sono sempre io.
A nessuno importa di me.
Mi sono sempre illusa che le persone mi volessero bene. Pensavo che almeno qualcuno in questo cazzo di mondo, riuscisse ad apprezzarmi e ad accettarmi per ciò che sono. Ma mi sbagliavo, e come sempre mi sono illusa. Nessuno in questo fottutissimo mondo è capace di volermi bene. Nessuno.
Voglio urlare.
Urlare che sono stufa.
Urlare tutto ciò che sento in questo momento.
Urlare che lui mi manca.
Urlare che ormai sono stanca di tutto questo.
Stanca di vivere.
Stanca di tutto.
Basta.
Tutto questo per me è troppo.
Prendo le cuffiette, inizio ad ascoltare canzoni, isolandomi da tutto il resto.
Inutile negarlo, la musica è tutto ciò che ho.
Senza la musica, io non saprei proprio che fare.
È la mia salvezza.
Punto. Tutto qui.
Non so dove stia andando precisamente, non bado a dove vado. Cammino e basta. Non mi importa dove sto andando.
Non mi interessa sinceramente.

Lorenzo's pov
Mi giro, diletta ormai se n e andata.
Sono stato un idiota, non avrei mai dovuto lasciarla andare.
Inizio a camminare con lo sguardo a terra, e le mani all interno delle tasche dei jeans.
Ormai è tardi per riprendermela.
Non avrei dovuto lasciarla andare.
Sono stato uno stronzo.

Diletta's pov
Continuo a camminare.
Arrivo davanti alla strada.
Non guardo se arrivano macchine, o meno.
Piuttosto, che mi investano.
Attraverso la strada senza guardare se ci sono macchine o pullman che passano.
Nel bel mezzo della strada, arriva una macchina.
Arriva velocemente, molto velocemente, non ho nemmeno il tempo di scappare in modo che non mi investa, è troppo veloce.

Lorenzo's pov
Mi fermo, vedo una ragazza con li stessi lineamenti di diletta.
Si, è diletta.
È in mezzo alla strada.
Corro verso di essa, per allontanarla dalla macchina, ma non faccio in tempo.
La macchina ha investito diletta.
Arrivo davanti a lei.
Vedo delle persone che chiamano l'ambulanza.
In 10 minuti, diletta è su di essa.
Corro verso i medici.
"Scusate, potrei salire anche io sull ambulanza?" Chiedo preoccupato con gli occhi lucidi
"Mh..non so..sei un suo parente? Fratello?" Chiede uno dei medici
"Sono un suo amico..La prego, mi faccia venire. Tengo troppo a lei." Dico supplicandolo
"Va bene..vieni"
Prendono una barella, prendono diletta, e la mettono sdraiata su di essa.
La portano nell ambulanza.
I medici salgono sopra di essa, faccio lo stesso.
"È lontano l'ospedale da qui?" Domando sempre più preoccupato
"Stai tranquillo. È a 5 minuti da qui. Ce la faremo ad arrivare in tempo." Dice cercando di tranquillizzarmi
Ma senza alcun risultato. Io non mi calmerò mai. Cazzo diletta è stata investita. Non si sveglia. Non posso stare tranquillo porcaputtana.
Dopo 5 minuti, arriviamo all ospedale.
La tirano fuori dall ambulanza, e la portano dentro all ospedale.
Io continuo a seguirli continuando a fargli domande preoccupato.
"Adesso la portiamo nella stanza numero 34. Quella." Dice il dottore indicando la porta della stanza.
Portano diletta all interno di essa, facendola sdraiare sul letto.
"Uhm..Come ti chiami?" Domanda rivolgendosi a me il dottore
"Lorenzo." Rispondo
"Va bene, dobbiamo fare degli esami alla ragazza, per capire se è in coma o no."
"Eh? In che senso se è in come o no? Quindi potrebbe anche essere morta?" Dico agitato preoccupato più che mai
"È una probabilità. Può darsi anche che sia morta, ma può darsi che è solo il coma."
Annuisco preoccupato.
"Può essere che sia in coma, ma non ti posso assicurare niente di tutto ciò,perché non è ancora stato bene stabilito. Adesso le farò degli esami per vedere come è adesso la situazione. Perciò, ti chiedo di uscire ed aspettare in sala d'attesa, quando avrò finito, ti farò entrare." Dice il dottore
Annuisco, ed esco dalla stanza aspettando in sala d'attesa.
Che cazzo. E se è morta?
Io come cazzo farò?
Può darsi anche che sia solo in coma, ma se invece è morta? Se non ci sarà più niente da fare per lei? Non voglio che finisca tutto così.
Io la amo, non voglio che stia male, anche se effettivamente, riconosco i miei errori, e l ho fatta soffrire parecchio. Ho fatto parecchi errori, vorrei rimediare a tutto sto casino, ma se invece non ci fosse più niente da fare? Beh, il quel caso, la perderei.
Lentamente, ma comunque la sto perdendo.
Anche se non voglio, devo ammettere che la colpa è mia.
Io l ho lasciata andare.
Io ho causato tutto sto fottuto casino.
Io l ho fatta piangere
Io l ho fatta star male.
Io ho la responsabilità di tutto quel che sta accadendo adesso.
Solo io ho la responsabilità, la colpa è solo mia. L ho fatta soffrire troppo. E se non fosse successo tutto questo, io e lei in questo preciso momento, saremmo a casa, a coccolarci e a baciarci. Invece, è successo questo. Tutto per colpa mia.
Odio farla star male.
Automaticamente, sto male anche io, perché alla fine, lei è diventata una parte di me.
E pian piano la sto perdendo.
Il suo cuore l ha donato a me, ed io, lo sto solamente distruggendo, e lo sto riducendo in frantumi, a esso ho causato troppe ferite, impossibili da guarire.
Avrei dovuto prendermi cura di lei, mentre invece, la faccio solo stare male e basta.
Vorrei che lei mi perdonasse, ma so che non succederà. Ormai l ho fatta soffrire troppo, il suo cuore ormai ha troppe ferite, troppi danni ho causato.
Non si merita tutto questo. Lei si merita solo del bene. Si merita una persona che si prenda cura di lei, che la consoli, che la abbracci quando magari lei soffre, che la ami. Io vorrei essere questa persona. Ma l ho fatta stare troppo male per essere questo tipo di persona. Non mi perdonera mai per tutto quel che le ho fatto, e la capisco. Nemmeno io stesso mi perdonero mai per il male che le ho fatto.
Troppi danni.
Troppe ferite.
Troppi pianti.
Troppe sofferenze.
Tutto questo è troppo per lei. Non si merita tutto questo.




I love you. ||Lorenzo Ostuni||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora