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Dato che io e Azzurra non possiamo restare da sole a casa,seguiamo Deborah.

Appena arrivate,con i capelli in aria dalla fretta,ci accoglie un medico disperato...

"Lei e' la signora che si occupa della signora? "Fa lui indicando mia madre nella stanza...

Deborah si sporge per guardarla e le sorride." Si... " risponde.

Mamma e' piena di graffi, con le lacrime che bagnano le guance e mi rivolge un sorriso alquanto falso.

Ci sediamo nella stanza dipinta di blu con tante, ma tante cartelle cliniche.
Il dottore incomincia a cercare il nominativo e inizia a raccontare l' accaduto...

"Bene, allora iniziamo col dire che la signora stava per sporgersi troppo dalla finestra e dato che eravamo ad un piano rialzato,non c' erano grate..."

Mamma guarda me, poi guarda Deborah e infine il dottore in cerca di supporto.

"E per fortuna un' infermiera stava passando per consegnare la colazione..." il dottore sospira e continua "Era aggrappata alle tapparelle e gridava che voleva uscire di qui"

Allora mamma si intromette dicendo: " E' la verita' ,non voglio stare in una gabbia di matti,non voglio finire la mia vita cosi, io ho bisogno di vedere mia figlia crescere perche' altrimenti quando la rivedro'?"

"Quando la riverdro'?" Ripete piangendo...

" Signora,noi non vogliamo trasferirla in una struttura per problemi mentali,ma non ci da' altra scelta,si trova a pochi isolati di qui..." sospira il dottore.

"Forse e' lei che ha qualche problema nella comprensione,ho detto che voglio vedere mia figlia,non cambiare struttura... a chi verra' affidata mia figlia se io non ci saro'? " chiede disperata....

"Signora si calmi... "

"No,non mi calmo... "
"Non restero' con il pensiero che da un giorno all' altro non potro' piu' vedere mia figlia... non posso...."

Arrivano degli infermieri che sentendo le urla non esitano a venire...

La prendono per un braccio.
" Forza signora,venga con noi" dice uno di loro.

"No,vi prego non fatemi questo,non sapete cosa vuol dire avere una figlia e non vederla piu' crescere..." le parole pian piano si consumano e nonostante tutto urla e impreca come se fosse ricoverata in un manicomio....

Ed insieme alle sue parole, si consumano anche le mie guance a furia di piangere...



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