8. Gelosia... diamine, mi stai portando via?!

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/*L'immagine NON è mia (magari! xD)*/


«Posso aprire gli occhi, ora?» gli chiesi dopo non so quanto tempo.
«No, non ancora. Siamo appena arrivati» disse Shin in tono furbo.
C'era un forte brusio di voci, il che significava essere in mezzo a molta gente.
«Si può sapere dove siamo?» gli chiesi di nuovo.
Camminammo ancora per un po', fino a che il brusio di voci non calò.
«Aspetta ancora un po'... solo... un... poco...» mi disse, mentre con le mani mi faceva sedere su qualcosa di freddo.
I miei occhi chiusi captarono un abbassamento della luce.
«Si può sapere dove-»
«Shhh!» mi fece lui piano «Ora... puoi aprirli...»
Mentre aprivo gli occhi, che lentamente si stavano adattando al buio della stanza, una voce femminile iniziò a cantare.
«Ma cos-» «Shhh...»
E fu allora che capii: nell'esatto istante in cui comparve il tipico libro in pelle che si aprì ed iniziò la storia.
Senza preavviso, una piccola lacrima mi scese sulla guancia, quando la voce narrante non si accorse di avermi appena detto che ero alla prima visione di "Cenerentola".


Quasi due ore dopo, finì il film e mi voltai a guardare curiosa uno Shin sorridente.

«Ti è piaciuto?» mi chiese dolce.
«Io... Sì, non saprò mai come ringraziarti» gli risposi sorridente.
«Non devi. La mia più grande ricompensa è-»
Giuro di non aver mai odiato così tanto la sveglia come in quel momento.
«Forza, pigrona» disse la voce di Ael «è ora di alzarsi»
«No... altri... altri cinque minuti...»
«Non ti va forse di... vedere Thy?» mi stuzzicò il bastardo.
«No» gli dissi decisa, stroncando qualunque suo attacco.
«Quindi... non ti sei presa una cotta per lui?» chiese confuso.
Lo guardai decisamente peggio che male.
«E questa spavalda ed acuta, nonché decisamente errata deduzione, dove trova fondo, Watson?»
«Solo dalla storia che si ripete, mia cara Sherlock» mi rispose con una risata.
In fretta e furia, mi dileguai dai suoi deliri e mi preparai in bagno.
Dieci minuti dopo ero tranquillamente seduta al tavolo della cucina con i miei genitori, intenta a spazzolare una pila di tre soffici e buonissimi pancakes.
«Forza, a scuola, che sennò fai tardi» mi disse mamma mentre mi pulivo la bocca col tovagliolo.
Una manciata di minuti ed ero già a metà del tragitto.
Con le cuffiette nelle orecchie, feci un balzo alto cinque centimetri quando una mano mi toccò la spalla.
Mi ci vollero un paio di minuti prima di arrivare alla conclusione che, quello che stavo osservando, non era il volto di un mal intenzionato ma di Thy.
«Ciao!» mi disse lui tutto raggiante.
«C-Ciao...»
«Che c'è? È successo qualcosa?» il tono della sua voce era profondamente preoccupato.
«Ah? No no... Non è successo nulla, davvero...»
«Ne sei sicura, Eris?»
«Sì... Sì, non preoccuparti. Ho solo preso paura»
«Ah! Ti ho fatto paura? Cielo, mi dispiace! Pensavo mi avessi sentito...»
«No... e no, non preoccuparti. Ho rischiato l'infarto ma ora è tutto a posto» gli risposi scherzosa.
Lui, per tutta risposta prese delicatamente una mano nella mia ed incominciò a camminare.
«Forza, andiamo a scuola» mi disse con un felice e luminoso sorriso.
" «Quindi... non ti sei presa una cotta per lui?» "
Stranamente, mi tornò in mente Ael.
Io ero sicura di non provare nulla per Thy, solo... quando ero con lui ero stranamente più felice e... e...
«Tutto ok?»
«Eh?»
«Eris, è tutto ok?» disse la voce preoccupata di Thy.
«Ah, sì sì, non preoccuparti» gli risposi con un sorriso che non convinceva nemmeno un morto.
«Se lo dici tu...» mi rispose lui, infatti, con uno sguardo dubbioso.
«Perché sei... così gentile?» gli chiesi di botto «Cioè... non ci conosciamo da molto tempo, e... ecco...»
«S-Scusa...» mi rispose lui imbarazzato e con una punta di tristezza nella voce, mentre toglieva la mano dalla mia.
«No! Io....» gli dissi istintivamente, mentre riprendevo la sua mano nella mia.
Lui si voltò a guardarmi stupito ed allora, arrivando razionalmente al significato del mio gesto, mollai subito la presa.
«S... Scusa...» dissi a bassa voce, abbassando gli occhi al terreno.
"Divini Dei, che figuraccia..." pensai fra me e me.
Thy ed io tornammo a camminare silenziosi, ma con la coda nell'occhio vidi un sorrisetto spuntare sulle sue labbra.
«È solo che... mi sembra di conoscerti» disse lui continuando a guardare dritto «... da sempre»
Non riuscii ad aggiungere nient'altro a causa dell'arrivo a scuola.
Thy si voltò a farmi un sorrisetto e poi se ne andò per la sua strada, lasciandomi completamente sola a macinare quella che mi aveva detto.

La Discordia della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora