Era faticoso, vivere sulle proprie gambe.
Personalmente, non mi ero mai lamentata della mia vita precedente.
Quindi, potevo lamentarmi di quella attuale, no?
«... in onore del suo matrimonio!»
«Sicuro?»
«Assolutamente! Persino gli Dei dovrebbero partecipare!»
"Oh... ma davvero?" pensai satirica, dopo aver casualmente origliato la conversazione di alcuni uomini.
Erano passati giorni - settimane - da quando avevo voltato le spalle a tutto e avevo ricominciato.
Ed era seriamente faticoso, vivere come un'umano.
In questi giorni, quegli effimeri esseri con cui ero costretta a vivere, si dimostravano interessanti, ed alcuni di loro... sì, avevano catturato il mio rispetto.
Diciamo che l'unico grosso cambiamento, era stata la modifica della mia visuale di vita dei mortali, ma per il resto non cambiava assolutamente nulla.
«BIRRA, DONNA!» sentii urlare da qualcuno.
"Oh, certo... ma non arriverai a domani sulle tue gambe, UOMO!" pensai, mentre versavo al cliente rozzo, sporco e puzzolente dell'altra... birra.
Il proprietario mi fece un cenno: potevo finalmente tornare al mio amato giaciglio.
In realtà, però, mentre cambiavo un drappo, sporcatosi con quella cosa gialla liquida, birra, incominciai a sentire degli oggetti cadere, susseguiti da rumori di cocci e legno rotto.
"Io lo avevo detto... non arriverai a domani sulle tue gambe, uomo" pensai con un sorriso sulle labbra, che si liberò in una possente, gustosa e malevola risata appena uscii da quelle quattro mura poco resisenti.
Scoppiai a ridere.
«Stavo... Stavo scherzando, dai, non ci pensare così a lungo...» dissi a Thy, che era rimasto a fissarmi in silenzio e serio per dieci minuti buoni.
Anche dopo questo mio commento rimase silenzioso e continuò a fissarmi serio.
«Phy» disse infine.
«C-Cosa?»
«Phy» ripetè ancora più serio e con un'intonazione che non prometteva bene.
«Cosa... c'entra... tuo fratello?»
«È lui, vero? È lui che ti piace» disse convinto.
Tentai di rispondere, ma lui continuò voltando la testa da un'altra parte.
«Lo so. Lui è il gemello buono, lui è il gemello simpatico, lui è il gemello gentile, lui è il gemello preferito! A chi mai piacerei io?!»
«Thy-»
«NO! Sai cosa? Hai ragione. In fondo, Phy ha sempre avuto una cotta per te. Da sempre. Prima faceva il gentile con me, quindi ti ha lasciata al povero gemello sfortunello, però ora che può tranquillamente averti ti prenderà!»
«Thy-!»
«NO! Fammi finire! Phy le ha sempre tutte vinte, e tu eri l'unica cosa che avevo. Ora che ha anche te, ti userà e poi lascerà a me il compito di raccogliere cocci. Ma sai cosa ti dico? NO! Non lo farò! Perchè se io raccoglierò i tuoi cocci, nessuno raccoglierà i miei!»
Prese un respiro pesante e, benchè tentasse di nascondere il viso, la voce rotta la nascondeva difficilmente.
«Io... Io ti amo, Eris. Ti ho sempre amato, ti amo, e ti amerò sempre. Non c'è cosa al mondo, non c'è forza al mondo, che potrà impedirmi di amarti.
Ma se è Phy, la persona che occupa maggiormente il tuo cuore, allora non ha importanza. Fa ciò che senti giusto. Io... avrò altre occasioni.
Nulla mi può impedire di amarti. Nulla che non sia tu»
«Thy... io...»
«Va' da Phy, Eris. Come ti verdà arrivare Sherley non sarà nient'altro che una delle tante. Non puoi nemmeno immaginare quale... ambito premio tu sia per lui»
«Io non ho mai detto che mi piace Phy. Non l'ho detto e non me lo sentirai dire»
Thy smise di respirare.
«Tuo fratello mi sta antipatico»
Si voltò sorpreso, un colpo che non si aspettava.
«È vero, ho parlato molto poco con Phy per poter dire che mi sta antipatico. Ma il mio "sesto senso" non sbaglia»
Distolse lo sguardo, le parole amare.
«Ma questo non significa che-»
«Significa che mi piaci. Significa che voglio uscire con te. Significa che voglio ascoltare la tua voce fin quando ti verrà la nausea. Significa che voglio fissare i tuoi occhi fin quando ti verrà da piangere»
Lui mi guardò stranito.
«Hai... Hai appena detto che scherzavi...»
«E tu sei stato zitto a fissarmi per venti minuti, Thy! Cosa dovevo fare?! Mettermi a ballare la macarena fino a quando non ti veniva in mente di parlare?!» dissi esasperata.
«Ma...»
«MA! L'ho detto con nervosismo! Oh Giove!»
«Quindi... io... ti-ti piaccio davvero?»
Lo fissai intensamente, quegli occhi verdi colmi di malcelata speranza.
«Io-»
«Se fossi in te, starei molto attenta a ciò che dici...» disse una voce sibilante.
Mi voltai di scatto verso gli alberelli per notare qualcosa in mezzo a loro.
Gli occhi colsero un guizzo fra le fronde degli alberelli e il mio corpo si irrigidì.
Al mio fianco, Thy si era irrigidito come me.
«Non sei la benvenuta, qui» disse.
Una folata di vento e l'ombra nera prese forma davanti ai nostri occhi.
Rimasi interdetta per un paio di secondi, quando realizzai che Thy conosceva quell'ombra.
«Tu... tu la vedi?» gli chiesi scettica, allarmata, impaurita e altre trentamila emozioni.
Lui mi guardò preoccupato, ma non mi rispose.
I suoi occhi lo fecero: 'perdonami'.
«Ma davvero?» disse l'ombra, divertita e tagliente.
«Sì. Ora vattene»
«Ma io non stavo parlando con te, Ta... Thy»
Thy strinse i denti.
«Ragazzina!» disse, reclamando la mia attenzione «Allora? Cosa rispondi a questo povero ragazzo innamorato?»
«Tu...» incominciai, ma l'ombra mi bloccò.
«Te lo avevo detto. Al museo»
«Già. Quando "avrei avuto" bisogno di te. Ora non mi sembra di avere bisogno di te»
«No, cara, hai ragione. Ma io devo pur trovare qualcosa con cui divertirmi, no?» disse ridendo, mentre con un'altra folata di vento l'ombra spariva.
Thy si voltò nella mia direzione.
«Eris...»
«TU mi devi delle spiegazioni»
«Non ho nulla da spiegarti, Eris...»
«Nulla? E tu chiami "nulla" il fatto che parli con un'ombra che pensavo di vedere solo io?»
Fece una faccia sorpresa.
«... Anche tu?»
«"Anche io" cosa? Thy, ti prego, non parlare a indovinelli»
«Io... è da un po' che vedo quell'ombra, è per questo che la conosco...» mi disse timido.
«E... non sai chi sia, o come si chiami?»
«No» mi rispose imbarazzato.
«Fantastico»
Beh, di positivo c'era che avevo qualcuno che provava la mia sanità mentale e con cui, forse, avrei potuto parlare di Ael senza sembrare una psicopatica sotto stretto dosaggio di tranquillanti.
Sospirai pesantemente.
«Mi dispiace» disse lui di punt'in bianco.
«E di cosa?»
«Mi dispiace per quello che ti ho detto prima. Tu... tu mi piaci Eris. Mi piaci davvero» disse completamente rosso, con gli occhi bassi.
«E... non pensi che io sia un essere pazzo perchè vedo fantasmi?»
Lui mi guardò negli occhi e, lentamente, mi sfiorò una guancia con la punta delle dita.
"Dio... che brividi..."
«Allora siamo pazzi in due» mi disse sorridendo.
E poi si avvicinò.
Lentamente.
Con calma.
Il tempo che fuggiva e a noi non importava.
I minuti che correvano, e noi non ce ne rendevamo conto.
Con calma.
Lentamente.
Si avvicinò.
E mi biaciò dolcemente.
/*Commenti*/
Sì, lo so, lo so.
Il capitolo è corto.
Purtroppo ha avuto un sacco di cose da fare che non mi hanno permesso di dilungarmi più di tanto.
Con fortuna, però, posso tentare di promettervi che il prossimo capitolo tornerà lungo come gli altri.
Ne frattempo, enjoy!Beh, come vi è sembrato il capitolo?
Commentate, commentate e commentate, mi raccomando!- Kuro
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La Discordia della Morte
ParanormalQuando Eris Williams compie l'atto più umano che una persona possa compiere, salvare una vita, non si rende conto di essersi cacciata in una situazione molto, molto più grossa di lei. C'è un invisibile legge che gira intorno alla vita, e Eris ha app...