《Non esclude nessuno, mai》

1.3K 68 7
                                    

Remus aveva qualcosa che non aveva mai avuto il coraggio di desiderare: un figlio.

Aveva sempre visto la prospettiva di diventare padre come una cosa impossibile per la sua condizione sociale. Eppure Ninfadora era un esempio per tutti i membri dell'Ordine e una scomodità per i Mangiamorte.

Ninfadora, che se per l'Ordine della Fenice era l'amore puro, il sentimento che vince su tutto, fatto persona; per i Mangiamorte era una vera e propria scomodità.

Come poteva una ragazza con origini niente meno che dei Black, un'antichissina famiglia purosangue il cui motto era 'Sempre puri' poter sposare un lupo mannaro?Bellatrix Lestrange, sua zia, umiliata dalla nipote, diceva 'Tutta colpa della madre, sangue marcio genera sangue marcio'. Aveva usato non solo quell'espressione, 'sanguemarcio', per umiliare sia la sorella che la nipote, ma per rendere chiaro il fatto che i Tonks non erano parte della 'Nobilissima e Antichissima Casata dei Black'.

Ma in quel momento, l'unica cosa importante per Remus e Tonks era passare più tempo possibile con il piccolo, che decisero di chiamare Teddy Lupin, in onore del padre di Ninfadora, morto contro la lotta meschina dei Mangiamorte contro i Nati Babbani.

La situazione, per descriverla in modo figurato, era come una bomba ad orologeria. La guerra stava per scoppiare da un momento all'altro, Voldemort stava solo aspettando il momento giusto per attaccare.

Né Remus né Ninfadora potevano sospettare dell'arcana magia nera di Voldemort di dividere la propria anima, ma erano certi del fatto che tutto dipendeva da Harry.

Harry, con un peso che si portava dalla nascita, e Ninfadora a volte aveva paura che Harry potesse spezzarglisi la schiena proprio davanti ai suoi occhi, non sotto un vero e proprio peso, ma sotto al peso delle emozioni contrastate tra loro.

Ed era proprio questo che motivava Ninfadora ad ammirare la Vita nella sua forma più pura: un neonato che respira per la prima volta, che piange le sue prime lacrime e osserva il mondo che lo circonda. Ed è questo che rende una madre una vera madre. Ammirare la Vita nello sguardo di un bambino, sentirne il battito regolare e concepire che tutto ciò era un sistema fragile, capace di poter essere distrutto senza troppa fatica.

E Ninfadora abbracciava suo figlio, che in quei tempi non poteva che apparire più vulnerabile, come se potesse provare dolore con un semplice abbraccio, mentre Remus li circondava entrambi con le sue braccia sempre calde, Ninfadora si sentí come se esistessero solo loro in tutto il pianeta, come se non esistesse altro che una piccola famiglia fatta di amore.

Si sentiva potente in quell'abbraccio, perché è questo che l'amore fa, come se persino sua zia Bellatrix potesse rinunciare ad ucciderli avvertendo la potenza di quell'amore incondizionato, provando timore da quella forza, la stessa forza dell'amore che Bellatrix non aveva mai provato.

E Andromeda non poté far altro che fargli una foto, per commemorare quel momentoper sempre: magari qualcuno l'avrebbe trovata e di sicuro sarebbe stato colpito dall'amore; che poteva essere percepito qnche dalla semplicità con cui il bambino si ciucciava il pollice, mentre la madre lo accarezzava e si lasciava cullare dall'abbraccio del marito

Quel momento sarebbe stato conservato per sempre, perché ormai fuori poteva benissimo infuriare la guerra, ma l'amore non si può fermare, perché non esclude nessuno, mai.


Tonks e LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora