I sogni grigi

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Morfeo era inquieto, girò l'angolo e percorse l'ennesimo corridoio bianco.
Ci mise un po ma alla fine riuscì a trovare quello che cercava: In quell'ala c'erano ben tre sogni grigi.
Li aveva notati già da un qualche tempo ed era chiaro che, nonostante ne avesse trovati meno di una dozzina per continente, stavano aumentando a gran velocità.
Per qualche ragione alcuni sogni stavano perdendo colore e consistenza.
Quei sogni erano privi di ogni colore, erano sempre molto sfocati e procedevano a rilento, delle volte svanivano addirittura in un nero assoluto.
Doveva parlare con i suoi fratelli.

Trovò Icelo e Fantaso nella sala svago.
Icelo spiccava nella stanza bianca, si era trasformato in uno dei suoi mostri preferiti. Per alcuni sarebbe apparso strano vedere l'uomo nero oziare sul divano ma non per Morfeo.
Le lunghe braccia di Icelo sfioravano il pavimento imbrattandolo del sangue che ne colava, le zanne nella sua bocca aperta lacrimavano bava puzzolente e le palpebre abbassate non celavano le orbite vuote.
Fantaso intanto giocava a carte su un tavolino, Morfeo lo raggiunse sedendosi al suo fianco.
Fantaso lo guardò mettendo da parte le carte. I suoi occhi, neri come un cielo senza stelle, spiccavano sulla sua carnagione chiara e sotto i capelli biondi, mentre si spostavano su Morfeo.
<Vedo che finalmente hai smesso di gingillarti con i sogni degli umani e hai deciso di degnarci della tua compagnia.>
Morfeo sapeva che, nonostante  non apprezzasse la sua simpatia per gli umani, suo fratello gli voleva bene. Non era sicuro di poter dire lo stesso di Icelo, secoli e secoli passati a creare incubi lo aveva cambiato. Miliardi di volte Morfeo lo aveva visto trasformarsi in un mostro, dopo che Fantaso lo aveva fatto entrare in uno dei sogni da indirizzare, e la sua recita, che all'inizio gli costava molto impegno, era diventata sempre più realistica.
Si riscosse da quei pensieri e rispose a suo fratello.
<Tu invece continui a gingillarti con gli stupidi giochi umani vedo> All'occhiata di Morfeo alle carte da gioco, Fantaso rispose con un'alzata di spalle.
<Essere immortale lascia poche scelte sull'intrattenimento. Ti annoia tutto prima o poi e io ho bisogno di tenere attiva la mente.>
Le capacita di Fantaso avevano bisogno di una mente elastica e attiva per essere potenti e lui non aveva mai smesso, dall'investitura a guardiano, di tenerla allenata.
<Molto professionale certo, ma sono qui per parlarti ,anzi, parlarvi di una cosa...> Icelo alzò la testa dal divano, indirizzando le orbite vuote verso il fratello.
<Dobbiamo lavorare?>
Morfeo scosse il capo nella sua direzione.
<No fratello. Niente compiti per adesso, sono qui perche ho notato dei sogni strani...sono in bianco e nero e non leggo quasi nessuna emozione in loro.> Icelo rimase immobile ma Fantaso si interessò.
<Quanti sono scusa?>
<Ne ho contati circa trenta in tre continenti...>
La risata, mista a ruggiti, di Icelo interruppe Morfeo.
<Fratello! Ora ti basta una manciata di sogni in bianco e nero di qualche umano particolarmente scialbo per preoccuparti?...sei diventato il loro amichetto speciale?> continuò a sghignazzare scuotendo la testa mentre Fantaso si faceva pensoso.
<Icelo ha ragione. Non tutti gli umani hanno la stessa quantità di immaginazione. Ha senso che ad alcuni di loro ne sia rimasta cosi poca, dopo secoli, da avere sogni incolori e insapori.>
Morfeo iniziò a pensarci su, Fantaso non era mai stato uno sciocco e se anche lui, come Icelo, pensava non ci fosse niente di strano forse si era sbagliato sul serio. Forse la sua simpatia per gli umani era davvero troppo spiccata e aveva iniziato a preoccuparsi come una madre.
Fantaso gli diede una gomitata nelle costole appena Icelo iniziò a cantare, sguaiatamente, una vecchia canzone marinaresca dell'Ottocento. Molto sboccata tra l'altro.
A quel punto Morfeo decise di andarsi a cercare un bel sogno, doveva smetterla di preoccuparsi almeno per un po. Sarebbe rimasto attento ai sogni grigi, giusto per essere sicuro...

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