Insieme

29 5 2
                                    

Giselle aprì gli occhi di colpo, era nel suo letto con le lenzuola attorcigliate attorno al corpo tanto da sembrare una crisalide. Era sudata, come se avesse avuto la febbre ma soprattutto era tesa e sveglissima perché ricordava tutto.
Aveva sognato di nuovo quell'uomo che stavolta aveva detto, anzi scritto, di volerle spiegare tutto, ma per farlo lei avrebbe dovuto riaddormentarsi. Voleva rivederlo di questo era sicura, anche se aveva paura di quello che stava succedendo ai suoi sogni ultimamente.
Prese un bel respiro e si diresse in cucina, una buona tisana era il primo passo. La sua collezione di bottiglie e contenitori di vetro la fece sorridere come sempre. Oramai le collezionava da una quindicina d'anni e ne aveva circa cinquecento. Tutti dicevano che era una cosa da stramboide eppure lei non aveva mai smesso. Luky arrivò miagolando e lamentandosi, interrompendo i suoi pensieri stupidi e fuori luogo, cosi Giselle gli mise una dose extra di croccantini. Rimase un po alla finestra a guardare la luna e a pensare ai suoi strani sogni, poi si portò la sua tazza decorata a mano in camera e sorseggiò la tisana mentre mandava giù un paio di pasticche di valeriana. Luky la raggiunse in stanza e la precedette sul letto. Il suo pelo bianco a macchie nere spiccava sul copriletto azzurro e le sue fusa lo facevano somigliare a un trattore con problemi meccanici. Cullata dai rumori del suo strano gatto si mise sotto le coperte, non si addormentò subito ma dopo un'oretta riuscì di nuovo a sprofondare nel sonno.

Morfeo sapeva di non aver tempo da perdere. Si sentiva stanchissimo ma non si poteva riposare, doveva trovare Fantaso e farsi aiutare da lui.
Ripercorse i corridoi a ritroso sperando, stavolta, di incontrare qualcuno. Naturalmente non trovò anima viva.
Arrivato alla sala svago aveva il fiatone. Una versione di Icelo- Mostro della palude torreggiava nella stanza.
< Dovresti smetterla di trasformarti quando sei qui con noi!> Icelo sembrava sul punto di ribattere ma poi, vedendolo cosi agitato cambiarò idea.
< È successo qualcosa?>
<Cercavo Fantaso a dire il vero...> era difficile leggere le emozioni di un mostro fatto di fango, ma sembrava dispiaciuto.
<Aveva un compito, doveva unire i sogni di due anime gemelle>
<In che settore?> Icelo sembrò sforzarsi.
<Da qualche parte in Spagna. Sierra Morena mi sembra di aver sentito.>
Morfeo dedicò qualche secondo a osservare a suo fratello. Quasi non ricordava l'ultima volta che lo aveva visto con le sue fattezze originali.
Gli sorrise ringraziandolo, mentre lui gli voltava le spalle rispondendogli con un grugnito.
Morfeo di precipitò verso il settore dove avrebbe dovuto trovare Fantaso ma non riuscì a trovarlo. Aveva iniziato a pensare che Icelo gli avesse mentito, delle volte trovava divertente farlo impazzire, quando Fantaso sbucò da un corridoio attiguo.
<Fratello! Ti cercavo.> Fantaso alzò le ciglia in un'espressione stupita.
<È successo qualcosa fratello? Sembri in ansia.> Morfeo annui in risposta.
<Ho bisogno di parlarti...è una cosa urgente>
<Andiamo in sala svago allora. Sono stanco, questi sogni sono troppo rumorosi e caotici.> Morfeo scosse il capo.
<Mi dispiace ma non possiamo. Ho bisogno di parlarne con te da solo prima di dirlo a Icelo.>
Morfeo gli diede appena il tempo di trovare una panchina prima di raccontargli tutto.
<Quindi la storia dei sogni che scoloriscono non si è fermata...e non sembra neppure una cosa naturale visto quello che mi hai raccontato di questa umana. Ma cosa vuoi fare? Non me lo stai raccontando perché hai bisogno di parlarne, vuoi qualcosa da me immagino.>
<Voglio il tuo aiuto. Devo impedire che succeda qualcosa a Giselle... Farmi portare nella sua dimensione sarebbe inutile però non è lo stesso se è lei a venire qui. Non potrà dormire finché è qui e sarà al sicuro. Avremmo il tempo di capire che succede.> Fantaso sembrava sconvolto.
<Non portiamo più umani in questa dimensione non ricordo neppure da quanto! E lo facciamo per un motivo lo sai!>
Morfeo ricordava perfettamente. Agli albori della storia umana tutti e tre i fratelli amavano gli umani. Per Fantaso non era inusuale portare in questo velo umani poveri e soli, purtroppo vivere nel nostro velo non si era dimostrato così idilliaco per loro.   Anche se potevano vivere una vita più lunga consideravano un forte handicap il non poter sognare e i poteri degli immortali spaventavano la maggior parte di loro. Alla fine alcuni di loro diventarono nostri servitori ,troppo terrorizzati dalle nostre facoltà per considerarsi nostri pari altri tentarono persino delle sommosse contro di noi. Fu molto triste soprattutto per Fantaso, tanto che a un certo punto si allontanò del tutto da loro.
I discendenti di quegli uomini vivono ancora nella dimensione onirica ma oramai se ne stanno ben lontani dai guardiani.
<Lei è diversa. Non avremo quei problemi. Mi assumo io tutta la responsabilità>
<Anche se io accettassi dovremmo parlare con Icelo. Farlo ragionare non sarà facile lo sai, ma soprattutto dobbiamo fare qualcosa per risolvere questo problema dei sogni grigi. È nostro compito.>
Ora che Morfeo sapeva di poter proteggere Giselle si sentiva più leggero e meno preoccupato.
<Ho fatto visita a Pegaso oggi. Terrà gli occhi aperti e cercherà di scoprire qualcosa. Lui ha accesso a ogni angolo della dimensione, se c'è qualcosa da scoprire lo sapremo presto.> Fantaso annuì pensoso.
<Capisco, ben fatto. Dovremmo parlarne tutti e tre assieme adesso però. Icelo sclererá di sicuro.>
Convincere Icelo non fu facile.
<Non se ne parla! Non voglio stupidi umani qui!> nell'agitazione parecchi schizzi di fango finirono in faccia a Morfeo che non si arrabbiò ma si limitò a pulirsi la faccia.
<Ti ho spiegato che non c'è altra scelta e che mi assumo ogni responsabilità. Non la vedrai neanche con ogni probabilità.>
Icelo non parve convincersi, anzi sembrava ancora più battagliero.
<Questa ragazza non è un nostro problema. Tante finestre dei sogni sono ingrigite a tuo dire, perché dovremmo preoccuparci di un'umana in particolare?>
<Perché si! Perché cosi potremo scoprire qualcosa in più. Te lo sto chiedendo io, siamo fratelli, significherà qualcosa per te.> Icelo a quel punto andò in bestia e riempì di fango l'intera stanza.
<Quando sei corso da Fantaso non ero tuo fratello? Non ti sei fidato di me, quindi te lo chiedo di nuovo, perché dovrei aiutarti?>
A Morfeo servì un respiro profondo.
<Perché cosi sarò in debito con te...e, per quanto possa valere, mi dispiace di non avertene parlato prima.>
Icelo si bloccò.
<Va bene. Sei in debito con me.> così dicendo si voltò e sparì oltre la porta.
<Sarebbe meglio che non ti trasformassi in mostri vari mentre l'umana è qui!> l'urlo di Fantaso fu seguito da un grugnito di approvazione proveniente dal corridoio.
Dopo un paio d'ore Morfeo si ritrovò davanti alla finestra di Giselle insieme a Fantaso.
Giselle dormiva già e Morfeo, nervoso come non mai, gli disse di procedere.
A Fantaso bastò un gesto della mano per farla arrivare, con un capitombolo, davanti a loro.
Morfeo si mosse subito verso Giselle, l'aiutò ad alzarsi e si presentò come voleva fare dalla prima volta che l'aveva vista.
<Io sono Morfeo, mi fa piacere conoscerti finalmente.> gli occhi di lei sembrarono diventare ancora più grandi mentre lo guardava per la prima volta.
Non parlò per qualche secondo ma il suo sorriso creò un brivido sulla schiena di Morfeo.
<Finalmente posso guardarti.>

Equilibrio OniricoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora