Pegaso

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Alla fine Morfeo e Giselle avevano deciso di andare insieme sulla terra dopo aver parlato con Pegaso.
Camminavano fianco a fianco, Morfeo spiava Giselle ogni qualvolta si sentiva sicuro di non essere visto.
Quella ragazza gli faceva uno strano effetto ma non era il momento di pensare a cose del genere, doveva restare concentrato sulla missione per quanto difficile fosse.
Quando arrivarono di fronte all'enorme portone che portava fuori dalla Fortezza Giselle si girò verso di lui, sembrava restia a guardarlo negli occhi e Morfeo sperò fosse perché anche lei non voleva farsi distrarre da quello che provavano.
<Sei pronta?> lei annuì così Morfeo la precedette all'esterno.
Giselle spalancò la bocca e assunse un'espressione comica di fronte al cielo della Dimensione Onirica.
Spire di un fumo impalpabile dai colori iridescenti e sfavillanti affluivano in un cielo dalle mille sfumature, era tutto in movimento, correnti che venivano da ogni parte creavano figure caleidoscopiche.
<Ti piace?> lei rimase qualche secondo senza parole.
<È meraviglioso. Credevo che un cielo cosi potesse esistere solo nei sogni.>
< In un certo senso è cosi, i sogni e le fantasie del tuo velo fluiscono nel nostro cielo quando le abbandonate, quello che vedi è il riflesso dei milioni sogni e delle fantasie degli umani... I più recenti almeno. La cosa bella è che cambia continuamente.>
Lei lo guardò quasi infastidita.
<Mi stai dicendo che in questo velo, come lo chiami tu, il cielo è una continua aurora boreale di sogni ma che voi che vivete qui non potete sognare?>
Morfeo ci mise qualche secondo a reagire visto che non era quello che si era aspettato che dicesse, poi annuì. La vide stringere i pugni e gli dedicò quella che sperava fosse un'espressione interrogativa.
<Non so chi abbia fatto le regole qui, ma è stato ingiusto nei vostri riguardi, un'esistenza senza sogni mi sembra già una punizione non un ringraziamento, sbattervi davanti al naso quelli degli altri è proprio cattiveria. I sogni hanno lenito le mie ferite in periodi in cui la realtà era insopportabile non posso pensare che non vi siano concessi.>
Morfeo moriva dalla voglia di sapere cosa era successo nella sua vita ma non si sentì di indagare, gli occhi di Giselle si erano intristiti e non voleva farle domande che non desiderava così si accontentò di sfiorare il braccio con una carezza. Lei lo guardò risvegliando la voglia di rimanere li a guardare l'azzurro dei suoi occhi fino a stancarsene, i colori di quel suo folle mondo impallidivano già al confronto di quegli occhi per questo era più sicuro distogliere lo sguardo.  Guidò invece Giselle verso la dimora del suo vecchio amico Pegaso.
Arrivati a casa di Pegaso Morfeo si aspettava altro stupore da parte di Giselle, ma a quanto pare il castello dai colori cangianti non le suscitò emozioni particolari. Morfeo la precedette all'interno guidandola, sapeva già che avrebbe trovato Pegaso dove trascorreva la maggior parte del tempo e cioè sul terrazzo nella parte più alta del castello.
Pegaso era lì, poggiato a una balaustra e rivolto nella direzione delle scale, sembrava quasi che lì aspettasse.
<Benvenuti amici!>
Morfeo andò ad abbracciarlo e solo quando si separò dall'amico si accorse che Giselle era rimasta a distanza, gli fece cenno di avvicinarsi ed ebbe modo di vedere delle nuove emozioni attraversarle il viso. La cosa strana, ancora una volta, era che Giselle stava reagendo in modo incomprensibile, aveva i brividi sulle braccia nude e il viso tradiva un timore che gli faceva venire voglia di abbracciarla forte.
Pegaso era una creatura molto ammirata, era alto quanto Morfeo, gli occhi sembravano delle pietre levigate dalle mille venature colorate e il suo corpo statuario era interamente di un turchese perlato e sfavillante, il suo carattere solare e generoso era il tocco di grazia.
Era la prima volta che Morfeo vedeva qualcuno spaventato da lui.
<Giselle questo è il mio amico Pegaso, non hai da temere. Avvicinati.> Lei lo guardò come a cercare conferma, poi si avvicinò lentamente tenendosi comunque più vicino a lui che a Pegaso.
<Ciao dolce Giselle, spero che Morfeo non ti abbia già annoiata a morte.>diede una gomitata scherzosa a Morfeo che abbassò lo sguardo.
<Morfeo è ben lontano dall'essere noioso te lo assicuro, pensa a te piuttosto.> lo sguardo di Giselle era furente. Ci fu un minuto di silenzio prima che la risata cristallina di Pegaso prorompesse chiara e musicale.
<Stavo scherzando naturalmente ma aprezzo il tuo spirito, sembravi una ragazzina timida e in attimo sei diventata ardente come Medusa.>
Giselle a quel punto gli concesse un sorriso e a Morfeo sembrò il caso di arrivare al dunque.
<Hai scoperto qualcosa?>
A quel punto Pegaso tornò serio.
<Purtroppo ho scoperto che c'è fermento dalle parti di tuo zio Erebo...sta raccogliendo informazioni sulle Parche, tutti sanno che ha sempre voluto trovarle ma pensavamo che oramai si fosse arreso.>
<E i miei cugini? Sono implicati anche loro in questa cosa?>
Pegaso sembrava dispiaciuto delle notizie che portava, neanche ne fosse stato responsabile.
<Non ho notizie di Etere, ha sempre seguito le idee e le decisioni di suo padre ma non è famoso ne per il suo acume ne per la discrezione, potrebbero averlo lasciato appositamente all'oscuro di tutto...Emera invece è un'altra storia, lei è scaltra e crudele, forse più di Erebo stesso. Ha un ruolo attivo nella cosa, ne sono certo purtroppo.>
Non avevano di sicuro un  motivo positivo per cercare le tessitrici del destino ma ancora gli sfuggiva cosa c'entrassero i sogni grigi. Erebo stava tramando qualcosa ma era possibile che non fosse il solo? Che ci fossero più nemici nell'ombra? E quante possibilità ci sono che non siano collegati tra loro? Morfeo non sapeva rispondere a nessuna di queste domande.
<Grazie Pegaso, sei stato di grande aiuto, continua a tenere gli occhi e le orecchie aperte per me.> lui lanciò l'ennesima occhiata a Giselle, come aveva fatto per tutto il tempo.
Pegaso decise di partire subito per una ricognizione quindi salì sul parapetto e semplicemente scomparve.
<Cosa è successo? Perché è svanito?>
<È cosi che si sposta, diventa polvere nel vento.>
Morfeo le prese la mano, dopo pochi secondi, la sentì poggiarsi alla sua spalla, la pelle di Giselle sembrava trasferire a Morfeo il battito del suo cuore, sembrava più calma ora eppure il suo petto sembrava contenere un tamburo impazzito.
E se avesse significato che Giselle era attratta da Pegaso? Morfeo sentì per la prima volta la gelosia attanagliare il suo cuore e se ne vergognò.
Giselle sembrò percepire qualcosa e lo guardò con aria interrogativa, lui gli strinse di nuovo la mano e si mosse verso la porta.
Continuava a dimenticare che non era il momento per le questioni d'amore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 12, 2016 ⏰

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