Capitolo uno

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"Che cavolo?!"- impreco cadendo dal letto spaventata da un improvviso rumore assordante.

La mia sveglia, come ogni mattina, non tarda a svegliarmi con il suo tintinnio fastidioso.

Butto una mano sul comodino spegnendo l'aggeggio e rimango seduta a terra a gambe incrociate non avendo alcuna intenzione di alzarmi e vestirmi e fare le solite cose che ripeto nella mia stupida routine giornaliera.

Voglio poter trovare una scusa per porne fine, allontanarmi dalla mia vita di tutti i giorni, fare qualcosa di diverso, ma non posso.

Nonostante desideri con tutta me stessa di rimanere a dormire, dovrò andare a scuola e passare cinque ore interminabili ad ascoltare persone che considerano come loro "mestiere" l'assegnare pagine su pagine da studiare senza magari spiegarle prima e urlare contro ai loro alunni a loro piacimento.

E' da un po' che non ho buoni voti. I miei insegnanti mi 'odiano' ed io 'odio' loro, come del resto vale per i miei compagni di classe, tralasciando alcuni soggetti che reputo ancora sopportabili.

E, come ciliegina sulla torta, i miei genitori mi rendono la vita impossibile con i loro continui litigi, dimenticando a momenti della mia esistenza.

La mia vita è stata sempre un susseguirsi di delusioni, perciò perchè dovrei continuare ad imitare la parte di quella che "sta bene"?

L'unica gioia che potevo avere era mio fratello. Lui era l'unica ragione per la quale decidevo ogni giorno di non abbandonare tutto.

Era tutto per me, un padre, un amico, era la mia famiglia.

Mio fratello mi aveva fatto credere che poteva esserci un lato positivo in tutto, ma a quanto pareva, niente sarebbe stato positivo nella mia vita.

Circa un anno fa mio fratello ci ha abbandonati. Dio aveva deciso che il mondo non era adatto ad una persona tanto speciale come lui. L'ultima volta che lo vidi stava uscendo di casa per andare a prendere la sua ragazza in aeroporto, era Gennaio, la neve aveva appena smesso di fioccare, le strade erano gelate e una leggera nebbia iniziava a spargersi nell'aria. Uscire con la strada in quelle condizioni risultò pericoloso e mio fratello, sulla strada di ritorno verso casa con la ragazza ebbe un incidente. La ragazza, Francesca, riuscì a cavarsela con un trauma cranico per la botta, mio fratello invece morì sul colpo. Da quel giorno tutto era cambiato, la mia vita è stata un susseguirsi di delusioni, una dopo l'altra. Francesca non è più la stessa di prima, non è venuta più a trovarci ed è riuscita a voltare pagina trovando un nuovo ragazzo, Paolo. Mi chiedo se sia la stessa cosa con lui. Magari lei e mio fratello si sarebbero sposati un giorno, se tutto non fosse accaduto.

Continuo a pensare che la mia vita sia uno schifo da quando ho perso la mia unica ancora di felicità, l'unica persona che riusciva ancora a trovare il lato positivo delle cose.

Ora capisco che non c'è nulla di positivo, non ha più senso per me ora come ora passare la mia vita a sperare che tutto possa essere sempre positivo.

Si nasce e si muore e la vita non è così bella come sembra.

Tanto fiato sprecato, tante preoccupazioni per poi andarsene via da un giorno all'altro, che senso ha?

Perciò dalla morte di mio fratello ho deciso di fregarmene di tutto e tutti, semplicemente ho iniziato ad odiare tutto ciò che mi circondava, detestando la mia vita, detestando me.

Mi alzo riluttante dal pavimento mettendo in ordine l'ammasso disordinato di coperte e lenzuola posizionate sul mio letto.

Lui vorrebbe che continuassi ciò che lui aveva iniziato, vorrebbe che io cambiassi e diventassi una persona migliore.

Scendo le scale dopo essermi vestita e vado a fare colazione, mangio una barretta ai cereali e prendo una brioche da portare a scuola. I miei sono già a lavoro, come al solito, ma ne sono felice, almeno non devo sentire le loro urla anche di mattina.
Torno nella mia stanza ricordandomi di aver lasciato le cuffiette sul comò e una volta recuperate mi dirigo verso scuola.

Il tragitto stamattina sembra più lungo del solito. Le foglie secche sotto i miei piedi scricchiolano dando suono ad ogni mio passo. Un leggero vento si fa spazio nel clima autunnale.

Mi piace l'autunno, il freddo, le foglie che cadono, quell'aria un po' cupa.

Il suono della campanella rimbomba nelle mie orecchie, appena attraverso l'entrata principale dell'istituto, facendomi sobbalzare.

Per una volta non sono in ritardo.

Prendimi per mano || Benji & Fede ~ #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora