Ho deciso di passare l'intera mattinata a disegnare stupide forme geometriche sul banco senza aver voglia di ascoltare cosa i professori stiano dicendo.Voglio andarmene.
Voglio che quella fottuta campanella suoni adesso.
Ma non voglio tornare a casa, voglio andare via da qui, via da tutto questo caos che è la mia vita.
La campanella dell'ultima ora suona dopo l'interrogazione interminabile di Silvestri.
Infilo velocemente i libri nel mio zaino, portandomelo in spalla e mi dirigo velocemente verso l'uscita."Matilde,aspetta!"- una voce familiare mi chiama in lontananza, ma io sono già fuori l'aula.
Troppo tardi.
Attraverso i corridoi a passo svelto, continuando a pensare di voler uscire da questo posto, ho bisogno di aria fresca. Accanto all'uscita, numerosi ragazzi si fanno spazio per uscire con i loro ombrelli in mano.
Merda.
Ho dimenticato l'ombrello a casa.
Cos'altro devo sopportare oggi?Ricordo un bar vicino la scuola, se cammino velocemente riuscirò a raggiungerlo prima che inizi a piovere più forte. Inizio la mia corsa contro il tempo ed arrivo comunque fradicia davanti al bar.
Una volta entrata mi siedo ad uno degli ultimi tavoli e ordino un tè caldo al limone. Necessito di qualcosa di caldo.Il bar è tranquillo, la musica in sottofondo e l'arredamento stile Retro mi fanno sentire al sicuro, quasi come in un altro mondo.
"Matilde!"- sento una voce chiamarmi da lontano. Nel frattempo, uno dei baristi si avvicina con la mia tazza di tè caldo.
Do una veloce occhiata alla ragazza che si sta dirigendo verso il mio tavolo seguita da altri ragazzi, presumo quelli siano suoi amici, uno di quelli deve essere il suo nuovo ragazzo. Quella ragazza mi aveva parlato in precedenza della sua cotta per un ragazzo, ma non avrei mai immaginato che un giorno ci si sarebbe messa davvero insieme."Matilde, ti stavo cercando. Ho provato a fermarti prima, forse non mi avrai sentita"- dice passandosi una mano tra i capelli riprendendo fiato.
Mi ha cercata davvero.
Non ha lasciato stare.
Io la stavo ignorando e lei è corsa fin qui per parlarmi. Un po' mi sento in colpa.Valentina, una delle persone che mi è stata più vicina dopo la morte di mio fratello.
Una di quelle che ho allontanato per il mio egocentrismo. Una di quelle ragazze sempre sorridenti che, se potesse, ti regalerebbe anche l'anima per renderti felice."Non ti ho sentita"
Bugia.
Le rivolgo un sorriso debole e porto la mia attenzione sul resto della sua compagnia. Un ragazzo biondo le sta accanto, cingendole la vita e tenendola stretta accanto a se. Accanto ai due, una ragazza guarda il suo cellulare con fare distratto, di sicuro avrebbe voluto fare di meglio invece che seguire la sua amica per venire a parlare con me, quella che tutti evitano e che lei stessa evita tutti.
Una figura maschile accanto a lei porta i miei occhi a restare con lo sguardo verso di loro per qualche altro secondo.
Il ragazzo mi guarda portando indietro la parte bionda del suo ciuffo. E' poco più alto dell'altro.
I due hanno occhi molto simili, entrambi color ghiaccio, eppure non si somigliano per niente.Così uguali,ma così diversi.
Mi piace come idea, è un po' come la me di qualche anno fa e la me di adesso. Sono cambiata molto, ma infondo sono sempre la stessa.
"Avevo bisogno di parlarti" -un sorriso debole sulle sue labbra.
Mi sento in colpa. Forse devo smetterla di evitarla, forse non devo farle pesare il mio dolore, lei non c'entra niente con tutto ciò che è successo. Lei non merita di essere trattata male, specialmente per tutto ciò che ha fatto.
E' come se in lei riesco di nuovo a vedere tutto ciò che è successo. Rivederla mi fa ricordare il periodo successivo alla morte di mio fratello. Ero distrutta e lei c'è stata sempre, nonostante avesse anche lei i suoi problemi, tentava di alleviare le mie sofferenze semplicemente standomi accanto.
In quel sorriso riesco a vedere la sofferenza che le sto provocando allontanandomi da lei.
"Puoi..."- Indico con lo sguardo la sedia vuota davanti a me.
Perché è così difficile ricominciare tutto da capo?
Annuisce in silenzio, invitando anche gli altri a sedersi. Sarebbe stato meglio se gli altri non ci fossero stati. Do un'altra occhiata alla sua compagnia e il ragazzo dal ciuffo biondo mi sta ancora guardando.
Bah.
"Mi stavo chiedendo se..."-vedo preoccupazione nel suo volto-"Sempre se non chiedo troppo..."
Ha per caso paura di parlarmi?
"La settimana prossima farò diciotto anni, mi chiedevo se volessi venire anche tu...?"
Sorseggio il mio tè caldo, per un attimo dimenticando tutto.
Voglio poter dimenticare davvero tutto, voglio potermi svegliare domani mattina senza alcun dolore, senza alcuna preoccupazione. Vorrei poter essere normale e potermi divertire come fanno tutti. So già che mi annoierei a morte al suo compleanno, di certo non sono un tipo a cui piacciono le feste.
Non dopo quello che è successo.
Non dopo che mio fratello ha deciso di andarsene il giorno del mio compleanno. Il giorno del mio diciottesimo compleanno.
"Non so se..."-La mia voce si spezza. La tazza che ho in mano inizia a tremare, i miei occhi iniziano a bruciare.
Come posso farle questo?
Finirà per odiarmi.
Lei c'è sempre stata per me.Un cipiglio si forma sulla fronte del ragazzo dal ciuffo biondo, che continua a prestare attenzione alla nostra conversazione. I nostri sguardi si incontrano e per un attimo il cipiglio sulla sua fronte sparisce.
"Ah...Non preoccuparti, non sei obbligata a venire..."-Dice, il suo ragazzo le stringe una mano, cercando di rincuorarla.
Non devo. Non posso farla soffrire quando qui sono io quella che soffre.Faccio un respiro profondo prima di parlare.
Io sono quella che "sta bene" no?"Okay... Ci sarò"- cerco di essere il più convincente possibile.
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Prendimi per mano || Benji & Fede ~ #Wattys2017
Fiksi PenggemarDopo la morte di suo fratello, Matilde non è più la stessa. Si allontana dalle sue amicizie e dalla scuola rifugiandosi nella musica. Un giorno però tutto cambia. Un ragazzo riesce a farla sorridere per davvero e a farla sentire diversa. Quel ragaz...