Capitolo VII. Glory days

2.4K 131 63
                                    

-Non vuole ancora uscire?- chiese sospirando Gray seduto al tavolo della cucina con la testa appoggiata contro il muro.
-No, Lucy-san non ha intenzione di lasciare la sua camera- rispose triste la turchina per poi andarsi a sedere su una sedia emettendo un gemito dallo sforzo, il fardello che si stava portando era molto pesante, le era difficile camminare o stare in piedi troppo a lungo.
-Ha almeno mangiato qualcosa?- chiese preoccupato lanciando un'occhiata furtiva alla porta che conduceva alla sala, riuscì a scorgere la testa rosata del suo migliore amico, stravaccato sul divano a guardare la televisione.
-Anche se lo ha fatto avrà mangiato poco e niente- Juvia si appoggiò al tavolo posando i gomiti su di esso per poi sospirare preoccupata, la sua amica per qualche oscuro motivo non voleva più uscire dalla sua stanza, ogni volta che l'andava a trovare non vedeva più quel luccichio che aveva negli occhi, sembrava essersi abbandonata e scoraggiata a un qualcosa che sembrava più grande di lei.
Chinò il capo posando lo sguardo su un bicchiere d'acqua mezzo vuoto mentre si rattristava di più, Natsu si era chiuso in sé stesso, se ne stava sempre impegnato a far qualcosa, soprattutto cercava di andare a più chiamate possibili, pure durante la notte pur di tenersi distratto da qualcosa che nemmeno lei sapeva cosa.
-Quella scema.. se continua così la visita dal medico la dovremo anticipare sul serio- borbottò fra sé e sé il corvino portandosi una mano fra i capelli scombinandoseli un po' -a proposito di medico, anche tu Juvia, credo che uno di questi giorni sia meglio portarti a far qualche visita- riprese a parlare puntando il suo sguardo sul pancione poco nascosto dal tavolo di legno.
Lei annuì regalandogli un lieve sorriso, le premure del suo amato non erano mai troppe, nonostante il pargolo, o la pargola, non fosse ancora nato, o nata, già si comportava da padre e questo la inteneriva sempre perché ogni volta che lui si comportava in quel modo, l'amore che lei provava per lui aumentava sempre di più, soprattutto con i suoi piccoli grandi gesti.
-Bene, credo sia ora di preparare da mangiare, vado a chiamare Natsu, tu vai a riposarti un po', ok?- il ragazzo si alzò dalla sedia posando la sua mano sul capo color cielo di Juvia lasciandole una lieve a amorevole carezza.
-Va bene- rispose lei guardandolo uscire e dirigersi in sala, si alzò lentamente dalla sedia aiutandosi con tavolo per poi uscire anche lei dalla cucina, magari si sarebbe messa a riposare sul divano, la camera era troppo lontana e non le andava di certo fare le scale, tanto Natsu si sarebbe dovuto alzare comunque per cucinare.

Il letto non era mai stato così scomodo, eppure stare lì senza alzarsi quasi mai aveva reso il materasso fastidioso, quasi insopportabile da percepire sotto la schiena.
Aprì gli occhi puntandoli nel vuoto più assoluto, l'oscurità dominava la sua stanza senza permetterle di vedere niente, ma nonostante la barriera nera che le oscurava gli occhi, non avrebbe comunque visto niente per quanto era persa nei suoi pensieri.
Non sapeva nemmeno lei quanto tempo era rimasta in camera, aveva perso il numero dei pasti che Juvia continuava ogni giorno a portarle, e aveva impedito fino a quel momento alla luce di entrare nella camera, tutto questo perché voleva rimanere da sola a contemplare cosa aveva nel cuore e nella testa.
Dopo quel giorno si era chiusa in sé stessa più di quanto lo era già di suo, quella rivelazione sui suoi sentimenti più reconditi era stata così chiara che le aveva confuso tutto e sconvolto i suoi pensieri, non sapeva più cosa fare.
Lo aveva rifiutato e nell'esatto momento in cui aveva pronunciato quella frase fatale, aveva sentito il suo cuore venir pervaso da un dolore così forte che temeva che da un momento all'altro avrebbe ceduto definitivamente.
E invece aveva resistito, sentire il calore di Natsu l'aveva tranquillizzata giusto quel poco da permetterle di riprendere il controllo di sé e del suo cuore.
Solo quando il dolore scomparve, si rese conto che il ragazzo la stava abbracciando tenendo il proprio viso nell'incavo del suo collo, le lacrime ancora perse in quel fiume che continuava a strariparle dagli occhi gli bagnavano la spalla nuda.
Si rese conto sempre in quel momento di non esser stata in grado di sentire più niente dopo aver pronunciato quelle parole per loro due così tanto dolorose, riuscì ad udire soltanto le ultime delle parole dette da lui.
-Ti prego, non arrenderti-
Eppure lei non se l'era sentita di rispondere, si lasciò coccolare dal calore emanato da quell'abbraccio mentre i singhiozzi interrompevano il silenzio bagnato dalle lacrime che continuavano furiose la loro avanzata.
Quello fu l'ultimo giorno in cui Lucy ebbe contatti con Natsu, lei uscì dalla stanza una volta che Gray giunse per aprire la porta qualche ora più tardi, passate in totale silenzio.
Scosse la testa per non pensare più all'accaduto, ogni volta che succedeva un macigno le si posava sul cuore senza permetterle di respirare mentre gli occhi riprendevano a bruciare, segno che da un momento all'altro le lacrime sarebbero tornate a scorrere sulle sue gote.
Si rigirò nel letto con stizza stringendo tra le sue mani le candide e morbide lenzuola cercando di sfogare quell'oppressione in un altro modo invece che con le lacrime.
Avrebbe preferito urlare e prendere a pugni qualsiasi cosa, ma non ne aveva la forza, sia fisica che mentale, la vitalità di cui era disposta si era volatilizzata lasciandola da sola nel dolore.
Girò lo sguardo verso la finestra, dalla quale filtravano piccoli buchi di luce attraverso la tapparella abbassata, probabilmente era ora di pranzo se Juvia era venuta qualche ora prima a portarle da mangiare, quella doveva esser stata la colazione.
Si stupì della velocità che aveva utilizzato nel sedersi per poi venir colta da un terribile mal di testa, si portò le dita alle tempie cercando di affievolire il dolore, dovuto a come si era alzata pochi istanti prima.
Una volta essersi ristabilizzata lasciò cadere le braccia lungo ai fianchi cominciando a guardarsi attorno scrutando nell'oscurità della sua camera.
Sospirò stanca per poi alzarsi dal letto e mettersi in piedi con qualche difficoltà, non mangiava da giorni e quello era il risultato della sua testardaggine.
Con fatica camminò verso la sua scrivania tenendo gli occhi chiusi a due fessure sforzandosi di vedere nel buio, non voleva cadere o andare a battere contro qualcosa che le avrebbe sicuramente fatto male.
Sbuffò cominciando a cercare a tentoni l'interruttore della luce, era stufa di camminare tirando ad indovinare, prima o poi avrebbe fatto uno di quei voli da record e non voleva rischiare di ritornare in ospedale per una tale scemenza.
Toccò l'interruttore venendo in seguito accecata dalla luce, non più abituata a quest'ultima, abbassò le palpebre di scatto mentre un lieve dolore si ripresentò agli occhi e alla testa.
Una volta essersi abituata camminò verso la finestra per aprirla e alzare la tapparella venendo subito dopo inondata dall'aria fresca e pulita.
La luce del sole entrò nella camera cominciando a riscaldarla, i raggi solari si posarono delicati sulla carnagione nivea di lei.
Si lasciò sfuggire un mugolio di piacere nel percepire il calore mentre chiudeva gli occhi cercando di assaporarsi al meglio quella sensazione, le era mancato il calore dell'estate.
Sgranò gli occhi a quelle parole mentre gli occhi ripresero a bruciare, un brivido le percorse la schiena "Natsu" pensò per poi scuotere nuovamente la testa e prendere un profondo respiro come a volersi sbarazzare di quei pensieri.
Si girò verso la scrivania per poi andarle incontro e spegnere la luce, doveva smetterla di rimanere a crogiolarsi in quella solitudine, non voleva passare il resto dei suoi giorni in quel modo.
Uscì dalla sua camera dopo essersi cambiata e aver sistemato il letto, camminò per i corridoi della caserma fino a giungere alle scale che avrebbero portato al piano di sotto.
Si aggrappò al corrimano stringendolo convulsamente vedendo la figura di Juvia stesa sul divano e i rumori e l'odore di cibo arrivare dalla cucina, Natsu doveva essersi messo a cucinare.
Il panico si impossessò di lei al pensiero di rivedere il ragazzo, forse non era ancora pronta ad avere un confronto diretto con lui, ma sentiva il bisogno di vederlo, parlarci e percepire il suo innaturale calore, sentiva di aver bisogno di lui e solo in quel momento si chiese come aveva fatto a rinchiudersi per così tanto tempo senza nemmeno poterlo vedere.
Camminando lentamente cominciò a scendere un gradino dopo l'altro senza far rumore, la sua amica stava dormendo e non voleva disturbare il suo sonno, probabilmente l'aveva fatta preoccupare più del dovuto in quegli ultimi giorni e quello era il risultato del suo comportamento.
Sempre cercando di non farsi notare si avvicinò all'entrata della cucina appoggiandosi subito dopo allo stipite della porta cominciando a fissare la figura del ragazzo dai capelli rosati intenta a fare il proprio lavoro tra i fornelli.
Rimase immobile, incapace di pensare ad altro se non a lui, a fissarlo mentre il suo cuore batteva prendendo il galoppo, correndo sempre più veloce come a volerle uscire dal petto solo per potersi donare a Natsu.
Si portò una mano al petto a quel pensiero "Donargli il mio cuore.." un senso di vergogna le fece chiudere gli occhi e scuotere la testa, come poteva anche solo pensare di potergli donare il suo cuore? Che cosa ne avrebbe fatto di un cuore malconcio come il suo? No, non poteva illudersi.
Il rumore si una stoviglia che cadeva nel lavandino la distolse dai suoi pensieri, aprì gli occhi rimanendo bloccata nel vedere Natsu immobile che la guardava sorpreso.
-Lucy?- sussurrò lui mentre il cuore di lei riprese a scalpitare peggio di un matto, si strinse allo stipite della porta sentendo le gambe all'improvviso molli e prive di consistenza, la gola le si era seccata di colpo senza permetterle di poter emettere anche un solo verso.
Lo vide ridestarsi e girarsi subito dopo per prendere l'oggetto che gli era caduto poco prima nel lavandino e riprendere a cucinare con un innaturale calma.
Lucy cercò di tranquillizzare il suo battito cardiaco e il suo respiro diventato improvvisamente troppo pesante mentre i suoi pensieri tornarono ad occupare la sua mente, ma non ebbe nemmeno il tempo di formularli che di nuovo la sua voce tornò ad entrarle calda nelle orecchie.
-Come ti senti?- disse il ragazzo senza mai voltare lo sguardo verso la sua interlocutrice, tenendosi nel frattempo impegnato a cucinare, pur di non incrociare nuovamente lo sguardo con quello di lei.
La ragazza chinò il capo per poi incamminarsi verso la sedia e sedersi lentamente, era così indebolita che i suoi movimenti erano rallentati vertiginosamente.
-Mi sento più debole del solito, ma sto bene- mentì, non stava affatto bene, come poteva pretendere da sé stessa di riprendersi velocemente dopo quello che era successo con lui?
-Stupida- disse il rosato per poi girarsi, era troppo evidente che non stava bene, lo urlavano i suoi occhi, coperti dalle occhiaie, la sua pelle aveva perso la sua lucentezza, per non parlare della sua voce o dei passi strascicati, no, lei non stava per niente bene -ora rimani qua a mangiare, non voglio obbiezioni-
Lucy non poté fare a meno di sorridere stanca, quanto ammirava quel ragazzo, la sua forza e la sua voglia di vivere, soprattutto quella determinazione che aveva, sapeva che sarebbe stato inutile contro ribattere, sospirò.
-Va bene-
Natsu sorrise, come se una nuova energia gli fosse entrata dentro insieme ad un nuovo obbiettivo.

I don't have a heart to love you. [NaLu] -REVISIONE IN CORSO-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora