Capitolo 5

64 7 0
                                    

La prima canzone che il giovane dj aveva selezionato, iniziò lentamente, per poi continuare con un ritmo decisamente diverso, più spedito. Alberto mise l'anima già dai primi minuti della sua esibizione, muovendo la testa a ritmo e cercando di far ballare il pubblico davanti a sé, nonché di fare bella figura davanti ai giudici. Verso il quarto minuto iniziò il cambio con la canzone seguente, il momento in cui un disc jockey non può permettersi di sbagliare, al fine di rendere il tutto uniforme, senza stacchi tra una track e la successiva. 

Con "Parade" Alberto conquistò le persone in pista, le quali si scatenarono al ritmo di una canzone nuova, mai sentita e ballata prima d'ora in quel locale. Anche la giuria sembrava colpita da questa scelta. Alberto continuò la sua esibizione coinvolgendo sempre di più il pubblico ed invitando le persone a battere le mani a ritmo. Concluse il suo momento con "Ping Pong", canzone che iniziava con il suono tipico che fa una pallina da ping pong quando colpisce le racchette durante il gioco. Le persone tra il pubblico erano incitate dal ragazzo a muovere le braccia a tempo. Tutto era dannatamente fantastico ed Alberto si sentì orgoglioso di quella sua prima prova. 

Una volta concluso il suo turno, si levò un applauso in pista, accompagnato poi da urla di approvazione. "Complimenti a Dj Alby P. per aver iniziato già a scaldare gli animi del Karma!" commentò il vocalist avvicinandosi al ragazzo, per dare poi la parola ai giudici. Alberto si tolse le cuffie e le ripose vicino ai cdj, pronto ad ascoltare il parere della giuria. Il cuore gli martellava forte nel petto. Tutto ciò che sperava, era di aver fatto una bella impressione anche su di loro. 

Iniziò a parlare il resident dj del Karma, un uomo sulla trentina dai capelli castano scuro, la barba lunga e i denti bianchissimi che suonava di solito in quel locale. Davanti a lui c'era una targhetta che lo identificava: Dj Paolino. "Beh, che dire.. Complimenti. Mi sembra che il pubblico abbia apprezzato e, personalmente, anche io l'ho fatto. Per me hai talento. Continua così." gli disse, facendogli l'occhiolino. Alberto sorrise e ringraziò con un cenno della testa e le mani giunte. Il secondo giudice, un talent scout di nome Gianmarco, iniziò ad esprimere il suo parere con un sorriso: "Non riesco a trovare le parole per descrivere cosa ho provato durante la tua esibizione.. è a dir poco.. wow! Fantastico! Concordo con Paolino, hai talento. Non mollare!" e gli fece il pollice a mo' di approvazione. 

Alberto non riusciva a credere alle sue orecchie: due giudizi su tre erano positivi. Ma il più temibile dei giudici doveva ancora esprimersi. Tale uomo era colui che aveva organizzato il concorso, un signore sui quarant'anni che aveva avuto molta esperienza nel campo della musica House ed Elettronica e che scriveva recensioni sugli artisti più famosi che suonavano quei generi. Si faceva chiamare Bonny. 

Alberto deglutì, in attesa che quest'ultimo esternasse i suoi pensieri. Bonny si schiarì la voce ed iniziò a parlare: "Allora, dj Alby P. tu sai che per passare al turno successivo bisogna ricevere almeno due giudizi positivi su tre e tu hai ottenuto il consenso dei miei colleghi. Per quel che mi riguarda non posso negare la tua bravura, ma, secondo mio modesto parere, nel cambio tra la seconda e la terza canzone non hai fatto del tuo meglio. Questo perché, a mio avviso, le due canzoni non stavano poi così bene insieme. Al posto tuo avrei fatto un accostamento diverso. Tieni presente questa mia critica per migliorarti per le prossime volte. In bocca al lupo." 

Il ventunenne ringraziò Bonny e, sebbene la critica lo avesse ferito un pochino, si sentì allo stesso tempo sollevato per essere passato al secondo turno. L'ennesimo applauso accompagnò la sua uscita di scena, mentre il vocalist chiamava in consolle il concorrente successivo. Mentre Alberto raccolse il suo zaino dal privè per metterci dentro le cuffie ed i cavi, alcuni degli altri aspiranti dj si complimentarono con lui. Altri, invece, se ne stavano a debita distanza, forse intimoriti dalla sua bravura. Ma ad Alberto questo non importava: aveva fatto bene, certo non era stato perfetto, ma aveva già dimostrato quanto valeva. Si mise l'Eastpack in spalla e si inoltrò nel locale alla ricerca dei suoi amici che dall'alto della consolle non aveva nemmeno intravisto.

Be my voiceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora