CHAPTER 11 - Call me, bae

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Quel viaggio in macchina sembrò durare un'eternità. Quei due giorni passati tra lacrime, risate e baci, sembravano solo un ricordo lontano. Ed io, guardando fuori dal finestrino, pensavo a come sarebbe stata la mia vita, ora che ne era entrato a far parte Dann. Per sedare quella malinconia, che mi attanagliava il cuore, decisi di mettermi le cuffie e di ascoltare della musica. Premetti il tasto dello shuffle e le prime canzoni, abbastanza movimentate, per qualche minuto mi fecero distrarre.
Poi, eccola di nuovo. Quella malinconia, che ti fa venire quasi la nausea. Sapevo di dover addolcire quell'aspro che si era formato all'interno del cuore. Così cerai nella playlist "how to save a life" la mia canzone preferita.
Schiacciai il tasto play, e subito il suono di un pianoforte invase le cuffie ben aderenti alle mie orecchie. La voce di Elton John, da prima bassa iniziò piano, piano ad intensificarsi sempre più e ad accompagnare le note del pianoforte.

"So excuse me forgetting, but this things i do you see i've forgotten if they're green or thery're blue, anyway the thing is, what i really mean, yours are the sweetest eyes i've ever seen"

Quelle parole mi fecero scappare un sorriso e quella fastidiosa sensazione, lasciò il posto ad un piacevole calore interno. Sentivo il mio cuore pulsare ad una velocità elevatissima, credevo che stesse per esplodere. La canzone si conclude con una bellissima frase che dice "how wondeful life is, now you're in the world", ma io purtroppo mi addormentai prima della fine.
"- Grè! Grè, da svegliati siamo arrivati a casa tua. Grace svegliati e scendi dalla questa cazzo di macchina! -" mi urlò Martah, aprendo lo sportello e facendomi sobbalzare "- Grazie mille amica, potevi dirmelo con più gentilezza -" risposi seccata mette mi toglievo le cuffie e slacciavo la cintura "- Con più gentilezza? Erano 5 minuti che ti stavo chiamando e tu continuavi a dormire fregandotene altamente -" ribatté subito stizzita. E dopo altri 2/3 minuti di sguardi assassini, scoppiammo a ridere come delle coglione ci abbracciammo. Dopo di che presi la mia valigia dal bagagliaio, salutai un ultima volta Martah e sua madre e salii in casa dove mi stava aspettando la famiglia.
Entrai e lasciai cadere la borsa a terra, correndo in contro a mio padre, che mi sorrise allargando le braccia dove mi fiondai senza esitare un secondo di più.
I miei fratelli erano sul divano a giocare alla play, come sempre, e si limitarono a dirmi "- Ciao scema, non ci sei mancata -". I soliti deficienti. Quello maggiore ha 24 anni e quello minore ne ha 15, ma entrambi mentalmente sono ancora dei bambini. Con loro il divertimento è assicurato, soprattutto quando fanno la lotta sul divano e la mamma li sgrida.
Dopo aver cenato con un sostanzioso kebab, andai in camera mia, e iniziai a disfare la valigia. Dopo poco tempo, il telefono che avevo in tasca vibrò. Era appena arrivato un messaggio. Lo sbloccai digitando la password e vidi apparire sulla schermata delle chat di WhatsApp il messaggio

Da: Daniel D.M❤️  A: Grace P.❤️
"Ciao bambina, tutto bene il viaggio? Mi manchi già tantissimo."

Le mie mani iniziarono a tremare, le guance ad arrossare e il cuore premeva contro la cassa toracica, tanto forte da farmi quasi male. Le dita tremavano e a fatica riuscivano a comporre una frase senza sbagliare qualche parola.




Sono tornata cari lettori e lettrici. Questo capitolino presenta pezzi della mia canzone preferita che è "Your song" di Elton John. Vi invito personalmente ad ascoltarla. Io detto questo vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo!❤️

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