Capitolo 7 - Agrabah - La sofferenza della vita

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La luce del Crepuscolo illuminava questo mondo, una semplice cittadina con le sue case e i suoi negozi, il suo piccolo bosco e la vecchia casa abbandonata. Il campanile della città si ergeva sopra la stazione dei treni della città: quella era Crepuscopoli.

Crepuscopoli

Com'è che siamo arrivati a questa città? Ebbene ... Dobbiamo volgere il nostro sguardo sul campanile per poter capire il perché: una ragazza bionda sta seduta sul bordo del campanile e disegna tranquillamente sul suo album da disegno. A volte guardava il tramonto, e a quel punto si fermava, e a volte il disegno. Alla fine posò il pastello soddisfatta e guardò il disegno con un sorriso.

"Sei molto migliorata dai tuoi primi disegni."
La ragazza si girò e sorrise alle persone appena arrivate.
"Non mi aspettavo che arrivaste così presto."
"Siamo venuti un po' prima del solito perché abbiamo finito i controlli proprio qua sotto."
"Nessuna novità?"
L'altra ragazza, quella che era appena arrivata, negò col capo.
"Macché. In questa città non potrà mai succedere nulla."
I due si sedettero ed estrassero dalla tunica nera tre gelati. Il ragazzo ne porse uno alla ragazza bionda che incominciò a mangiarlo allegramente. I tre incominciarono a guardare il tramonto mangiando allegramente il loro gelato.
"Da quanto tempo che non ammiro il tramonto ... sembra tutto come allora, non è vero?"
La ragazza con i capelli neri annuì con gli occhi colmi di lacrime. Era passato così tanto tempo, ma lei se lo ricordava alla perfezione: quei bellissimi momenti passati con i suoi migliori amici a guardare il panorama da lassù. All'improvviso dietro di loro comparve un varco oscuro e i tre saltarono in piedi allertati. Dal varco oscuro uscì un ragazzo incappucciato con la tunica dell' Organizzazione God Disaster. Appena uscito dal varco, notando, l'occhiate spaventate e arrabbiate dei tre, mise le mani davanti a sé.
"Hey, calma! Non voglio farvi assolutamente nulla! Vengo in pace."
I tre non sembravano per nulla sicuri. Allora l'incappucciato volle mostrare che diceva il vero schioccando le dita. Non successe nulla e non apparve nessun arma. Alzò le spalle insieme alle mani come per dire "Avete visto?".
Di tutta risposta i due ragazzi appena venuti si misero davanti alla ragazza bionda che indietreggiò preoccupata. L'incappucciato si grattò la testa.
"Suvvia, non voglio fare nulla, voglio solo parlare con te."
Indicò la biondina.
"Naminè."
La ragazza si portò le mani al petto e guardò l'individuo.
"Cosa vuoi da me?"
La persona fece un passo.
"Solo chiederti di farmi un piccolo favore, mia cara. Tu sei una brava ragazza e vorrei che non facessi soffrire delle persone, anzi! Le aiutassi a ricordare!"
La bionda guardò il ragazzo per un attimo, poi abbassò la testa.
"Che cosa devo fare?"

La sabbia era padrona di quella città araba, ogni angolo era pieno di quella polvere gialla. La città mostrava lo splendore del suo gigantesco palazzo, del suo bazaar e dell'ingresso che dava su un'infinita distesa di sabbia. E in lontananza si poteva intravedere una grotta con antichi e preziosi misteri.

Agrabah
[A Day in Agrabah = http://www.youtube.com/watch?v=S6YxYo7yRl4 ]
Una Gummiship arrivò all'esterno della città e da lì scesero due persone: erano Mark e Riku. L'albino si guardò intorno e sospirò: era passato molto tempo dall'ultima volta che era stato lì. E allora era molto diverso rispetto ad adesso. Guardò il ragazzo che accompagnava, che osservava intorno a sé meravigliato dall'incredibile somiglianza della città con quelle arabe.
"Benvenuto ad Agrabah."
Mark guardò la gigantesca porta della città e osservò le persone all'interno che parlavano tra di loro e i mercanti che urlavano a destra e manca cercando di attirare possibili venditori.
"Ma non si accorgono della Gummiship?"chiese il ragazzo parecchio curioso.
"In realtà la vedono, solo che non è la prima volta che vedono gente provenire da altri mondi, quindi non si preoccupano più di tanto. Ora entriamo in città dobbiamo cercare una persona."
I due s'incamminarono nella città sorpassando bancarelle e venditori. I mercanti cercavano di attirarli con oggettini senza valore e collane varie. Riku rifiutava gentilmente ogni offerta e i due arrivarono alla piazza principale, dove c'era meno gente che vendeva, ma un gran numero di operai era al lavoro, ristrutturando una parte della città.
"A quanto pare le tempeste di sabbia recenti hanno fatto crollare un muro ..." osservò Mark, notando sia la sabbia, sia i mattoni del muro sul terreno.
"E' molto strano ..." pensò Riku fra sé e sé.
I due ritornarono a camminare, ma Riku non riusciva a non pensare a quella stranezza: il muro che era crollato era un passaggio segreto per uscire dalla città. Com'era possibile che fosse l'unico punto colpito? E se ci fosse stato qualcuno che voleva cancellare la presenza di quel luogo? Ripensò ad una persona che gli aveva presentato Malefica che era di quel luogo, ma la strega era scomparsa e non poteva immaginare ad un suo ritorno.

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