-BASTA! NON VI VOGLIO PIÙ SENTIRE LITIGARE, SIAMO IN VACANZA!-
-Federico ha ragione, perché invece di scannavve non cercate di stare un po' calme?-
-ARIANNA TU STANNE FUORI!!- Disse con rabbia Laura
-NON OSARE PARLARE COSÌ ALLA MIA RAGAZZA!-
-LAURA, BASTA!-
-LEI NON C'ENTRA NIENTE, SEMPRE A FARSI I CAZZI DEGLI ALTRI!-
-LAURA STAI ESAGERANDO!
-SÌ, E CHE MI VUOI LASCIARE!?-
-No, ma se alzi ancora la voce con Arianna sono..-
-Ehm....scusate, siete pregati di smetterla- disse un passante
-Ci scusi, cercheremo di non creare altri problemi-
-Andiamo in albergo che è meglio-
-Sì-
Camminammo per poco più di un quarto d'ora, quando già riuscivamo a vedere l'albergo.
Manuel iniziò subito:
-Questo è il nostro albergo, cinque stelle, wi-fi, piscina, palestra e tutto quello che volete-
-Propongo di entrare subito-
Entrammo senza pensarci due volte, andammo alla reception e prendemmo le chiavi delle nostre stanze.
-A che piano state?- La mia risposta fu quasi immediata:
-Al quinto, voi?-
-Anche noi, abbiamo prenotato le stanze vicine, che scemo che sei-. Arianna sorrise mentre lo diceva, si vede lontano un miglio che è molto affezionata a me, e io a lei.
Io e Manuel portammo le valigie verso l'ascensore, e con molta fatica arrivammo alle nostre rispettive stanze.
Era ancora pieno pomeriggio quando mi venne un'idea non geniale ma abbastanza interessante.
-Vi va di andare al mare?-
-Certo!-
Il suono fu unisono, tutti e tre erano entusiasti. Ritornammo nelle camere e ci mettemmo il costume. Laura aveva scelto un costume bianco che contrastava con la sua pelle abbronzata, e che lasciava ben poco all'immaginazione. All'inizio ero leggermente contrariato, ma alla fine mi convinse.
Stavo per aprire la porta quando mi tirò indietro e mi spinse sul letto, si mise sopra di me e mi iniziò a baciare appassionatamente. Si fermò solo quando sentì bussare alla porta. Andai ad aprire, era Manuel.
-Rega, andiamo?-
-Sì, eccoci- dissi tranquillamente.
-Ah, Arianna sta ancora in camera, ci raggiunge tra poco-
-Vabbe, vabbe-
Eravamo appena usciti dall'albergo, quando mi sono ricordato di aver dimenticato di prendere il telefono.
-Sentite, io salgo che mi sono dimenticato il cellulare-
-Ok, noi intanto andiamo-
Stavo passando per il corridoio e mi veniva in mente che Arianna ancora non era uscita dalla stanza. Bussavo, ma nessuno rispondeva. Tentai di aprire la porta e stranamente era aperta.
Sentivo suoni di singhiozzi e pianto che provenivano dal bagno. Ma questa volta la porta era chiusa.
-Ary? Ci sei?-
Ancora singhiozzi...
-Dai, sono io, Federico-
La porta si è aperta.
L'ho vista a terra, con una lametta vicino e i tagli sul braccio sinistro. Piangeva ancora. Mi sono inginocchiato e le ho accarezzato i capelli.
-Che succede Ary?-
Si era leggermente calmata, provava ad alzarsi.
-Tranquilla, stai anche seduta-
Continuavo ad accarezzarla.
-Che ci fai qui?- disse singhiozzando.
-Sono qui per te-
-E perché?- sembrava essersi calmata.
-Perché gli amici servono a questo-
Dopo queste parole ricominciava a piangere a dirotto.
-Tu non capisci- continuava a piangere.
-Le parole non servono a niente adesso- durante tutta la frase continuavo ad accarezzarla.
-Guardami, mi taglio, odio il mondo, ho mille difetti, mi faccio schifo-
-Perché dici così? -
-Perché è la verità-
-Allora perché sto qui? Invece di lasciarti piangere da sola, io sono con te. Non ti giuro di farti sorridere, di farti diventare la ragazza piu felice del mondo, ma ti prometto che se tu piangi io piango con te-
I suoi occhi mi guardarono, come per capire se dicevo la verità, e dopo appena due secondi, mi abbracciò con tutta la forza che le rimaneva in corpo, ancora seduti sul freddo pavimento del bagno...Scusate se ci ho messo così tanto, solo che "Sono io che sto distrutto e che penso che vivere sia un insulto perché è brutto vivere in balia del cuore, meglio il Signore, almeno non lo sai che non esiste, se c'è non ti vuole" ( e con questa strofa del mio mito Gemitaiz concludo questo capitolo. Chi indovina la canzone gli faccio una statua)