Capitolo XII

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12 Aprile 2009

  Yara

Irene mi accarezza continuamente e delicatamente la guancia levando, ogni tanto, qualche lacrima che scorre lungo il mio viso. Sono triste ed impaurita perché gli aerei mi fanno paura e l'altezza mi terrorizza ancora di più. Irene mi abbraccia improvvisamente facendomi sentire al sicuro tra le sue braccia e chiudo gli occhi lasciandomi trasportare dal suo caldo abbraccio.
Rivedo due luci chiare che diventano sempre più grosse mentre si avvicinano. Involontariamente mi ritraggo di scatto da Irene.
"Tutto bene Yara?" chiede la mia amica preoccupata.
Dopo l'incidente, a volte, rivedo i fari della macchina che si è scontrata contro di me e Ilaria avvicinarsi sempre di più e questo mi terrorizza anche se Irene e Stefania non ne sono al corrente. Per fortuna, dopo il coma, non ho riscontrato problemi gravi se non un femore rotto che mi spinge ad usare le stampelle.
"Niente, scusami" dico scuotendo la testa. Mi passo una mano tra i capelli rosso fuoco per scaricarmi un po'. Guardo Stefania parlare con la hostess che starà con me per tutto il viaggio. Ha l'aria pimpante e allegra, proprio come Azzurra.
"Ehi" Irene richiama la mia attenzione "Andrà tutto bene" sussurra sorridendomi, evidentemente preoccupata dalla mia faccia cupa e impaurita.
"Sì, sono tesa" dico stropicciandomi la felpa che indosso.
"Te pensa solo che tra qualche ora rivedrai la tua famiglia"
"E che mi dite di voi?" continuo a tormentarmi la felpa meritando una manata da Irene che è una maniaca della moda e non accetta di certo che un vestito venga sciupato.
"Noi ce la caveremo benissimo" accenna Stefania posando il braccio sulla spalla dI Irene
"Da quant'è che ascoltavi il nostro discorso, scusa?" chiede Irene con un sorriso beffardo sulla faccia
"Stavate parlando ad alta voce, non rompere" Stefania sbuffa alzando gli occhi al cielo
"Stavamo parlando male di te, Stefi" la stuzzico sorridendo
"Anche io parlavo male di voi con quella Serena" Stefania indica la solare hostess rimasta un po' in disparte a guardarsi in torno con la mia valigia in mano "E' pazza" sussurra Stefania mettendosi una mano vicino alla bocca per non farsi sentire e roteando l'indice dell'alta vicino alla tempia.
Rido e la mia risata appare nervosa, un brivido di freddo oltrepassa la mia spina dorsale.
Serena si avvicina a grandi passi verso di noi e saluta porgendomi la mano destra "Salve signorina Quesada. Molto piacere, Serena"
"Yara" rispondo stringendole frettolosamente la mano
"Mi dispiace comunicarle che dobbiamo andare, l'aspetto all'entrata dell'imbarco." Serena sorride e si dilegua verso l'imbarco del mio aereo
"Noi siamo con te Yara" dice Irene laconica
"Yara, risentiamoci appena atterri" Stefania mi stampa un tenero bacio sulla guancia
"Mi mancherete" rispondo cupa
"Anche te a noi" dice Stefania mentre Irene annuisce, approvando il suo discorso
"Ciao" sussurro dopo un altro amorevole abbraccio dalle mie amiche. Do loro le spalle e, con le stampelle e una dolce hostess a farmi compagnia, mi avvio verso la mia città natale versando di nuovo lacrime di tristezza e debolezza.

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