1st Song - Lux Aeterna

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La Stella del Mattino

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La Stella del Mattino.

Un lampo di luce negli occhi torbidi, contaminati dal buio della notte.

Un tremore attraversò le sue vertebre, sfociando nell'attaccatura delle ali e stirandone le sottili piume raggrinzite.

Allargò le braccia. Contrasse i tendini delle dita. Concentrò tutta la sua attenzione sulle palme, finché non le vide illuminarsi di un tenue chiarore.

L'angelo osservò il prodigio, e se ne rallegrò. Serrò le palpebre e rimase in ascolto di quella linfa vitale che gli irrigava le vene. Pura energia. Un meraviglioso dono elargitogli dall'Onnipotente. Così solo sapeva.

Le sue ciglia scattarono, e le sue iridi si tinsero d'oro. Luce ovunque, la luce di un nuovo Giorno.

Il Secondo Giorno della Creazione.

Sentì i muscoli gonfiarsi, i suoi capelli bruciare di fiamme benefiche. Anche le sue gambe sembravano cedere, troppo fragili per sorreggere tanta forza.

Il chiarore delle sue mani si diffuse lentamente su tutta la sua pelle.

Ogni cosa era splendore. Persino le sue viscere bruciavano in lingue di calore. La notte non era che un ricordo lontano. Soffocato dalla sua potenza. Una potenza incrollabile.

Questo era Luxifer. Energia indistruttibile.

In quella luce così accecante, per la prima volta la vide. Una creatura simile a lui, circondata da un'aura fulgida e onirica, che avanzava in controluce. Lunghi capelli bianchi che volteggiavano attorno alla testa come un velo nuziale, celando appena le gote rotonde, gli occhi color della luce, le labbra rosso fuoco.

Luxifer capì. Anche lei era l'artefice di quell'immenso potere.

La guardò attentamente, e vide attraverso l'involucro carnale che la ricopriva l'immagine di se stesso. Lo stesso vigore.

Quell'essere gli apparteneva.

Un istinto primordiale gli suggerì cosa fare. Avvicinò al volto di lei il suo e la baciò con trasporto, fremendo di voluttà.

I loro sguardi s'incrociarono. Un sorriso meraviglioso si schiuse sul volto della creatura.

Le labbra di Luxifer affondarono nel suo candido collo e ne tracciarono l'incavo, seguendo la linea della clavicola e indugiando sulla scollatura della tunica. Strinse tra i denti la stoffa e la squarciò. Contemplò il suo candido seno, quasi fosse esso stesso la luce dell'universo, e capì. Ancora.

Continuò a tirare, denudandola. La consapevolezza attecchì definitiva.

Adagiò la sua sposa sulla tunica, di cui non rimaneva che un lungo drappo. Le regalò fremiti di dolce piacere, sospiri amorevoli, e tutto se stesso.

La creatura era in estasi. L'ardore del suo sposo cresceva dentro di lei in un vortice infuocato. Erano diventati un corpo solo. Una sola energia. Perfezione assoluta.

L'incanto finì presto.

Nello sguardo di lei, un tacito desiderio.

Nello sguardo di lui, il nulla.

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