3rd Song - Cry

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Un dolce sapore tra le labbra di Arkanghelos. Una scia di calore sotto il suo tocco vellutato. Sul volto, un ansimare frenetico.

Un grammo di oscurità inquinava la luce. La creatura serrò le palpebre. Cercava una fievole delizia nel contatto tra i loro sessi, ma invano.

Sorrise. Un sorriso forzato, maschera del suo turbamento. Luxifer se ne accorse, e ricambiò con dolcezza. Tutta quella che potesse provare per la sua meravigliosa sposa. - Cosa c'è, tesoro?

Ella chinò il capo sul petto dell'angelo. Un incavo perfetto per la sua fronte. - Mi ami?

Luxifer le sollevò il mento. - Tu per me sei la luce, la vita che illumina la notte buia. - La squadrò con occhi affettuosi. - Tu sei il mio stesso respiro, sei carne della mia carne, sei tutto ciò che io possa desiderare.

La creatura distolse nuovamente lo sguardo. - Cosa covi in cuor tuo così gelosamente perché io non possa vederlo?

Luxifer aggrottò la fronte. - Cosa vuoi che le tue orecchie odano, mia amata?

- Io sono solo un essere privo di coscienza e di ricordi. Non so nulla di me, né perché stia qui, in questo momento, accanto a te. Tutto ciò che mi è dato sapere è che la Grazia di Dio ha fatto sì che noi potessimo darci prova del nostro amore, con questo meraviglioso dono che sono i nostri corpi.

- Io amo il tuo incantevole corpo. - Luxifer avvicinò le labbra al viso di Arkanghelos.

Ella lo respinse con stizza. - Io non sono il mio corpo!

L'angelo la guardò spiazzato. Che avesse capito i suoi propositi?

Arkanghelos si accorse subito della crudezza delle sue parole. Velò la sua voce con una nota d'affetto. - Io ti amo, Luxifer. Non immagini neanche quanto. Ma non voglio che il nostro amore sia solo mero piacere. Non voglio che io diventi uno strumento per dar sfogo alle tue pulsioni. Io da te voglio solo il tuo cuore. Desidero vedere cosa si nasconde dentro la tua anima, capire perché non mi sento amata da te. Capire cos'è quella sensazione che mi stravolge quando incrocio il tuo sguardo. Ti prego...

Gli occhi della creatura brillavano di luce riflessa. Mai Luxifer li aveva visti così. Trasmettevano una tristezza che per lui era infondata.

Qualcosa nel suo animo si smosse. Le parole di Raphael gli ritornarono nella mente, chiare e precise.

Due Sigilli. Due Sigilli impedivano loro di essere uniti nello spirito e nel potere.

Il primo separava i loro corpi e riuniva le loro menti.

Il secondo univa i loro corpi e separava le loro menti.

Era quest'ultimo il sigillo che doveva spezzare.

In cuor suo Luxifer rise, beffardo. Soddisfatto. Avrebbe accontentato Arkanghelos. Le avrebbe donato con il suo gesto quell'amore incondizionato che agognava.

Tutto procedeva per il meglio. Ogni problema sarebbe scomparso. Bastava una conferma.

- A cosa stai pensando? - domandò ella. La voce strozzata dal pianto.

Luxifer la guardò con intensità. - C'è una soluzione.

- Parla.

- Forse tu non sai che in origine io e te eravamo una sola entità.

Arkanghelos sorrise. - L'avevo immaginato.

Le raccontò così di cosa fosse successo durante il Primo Giorno. Senza omettere alcun dettaglio.

- Il secondo Sigillo deve essere spezzato -, concluse.

Arkanghelos sgranò gli occhi. - Cosa?

- Pensaci bene: potremo rompere il legame che unisce i nostri corpi, ma nello stesso tempo legare le nostre menti per sempre. Così facendo anche i nostri cuori saranno liberi da qualunque desiderio carnale.

Un timido lampo di convinzione brillò negli occhi della creatura. Era la soluzione perfetta, ed era ciò che voleva davvero. - Ma se il Padre ha deciso così lo avrà fatto a fin di bene...

- Purtroppo è la nostra unica possibilità -, Luxifer era perentorio. - Finché il secondo Sigillo continuerà a gravare su di noi, solo i nostri corpi potranno unirsi. Le nostre menti, e così anche i nostri cuori, resteranno per sempre separati. Per me sarà difficile amarti davvero, e continuerà ad esserlo per te.

Arkanghelos chinò il capo, sospirando. Non aveva altra scelta. Non sapeva a cosa sarebbe andata incontro. Ma non c'era altro che desiderasse, se non diventare un tutt'uno con il suo sposo. Una sola mente. Un solo cuore.

- E sia.

Era fatta. Bastava una conferma.

Fu improvviso. Un brivido paralizzò le ali della creatura. Un calore ustionante la costrinse a chiudere gli occhi. Sentiva la pelle sciogliersi tra le fiamme. Un dolore sordo le lambiva il ventre, un artiglio che scavava in lei maciullando le sue carni. I polmoni si svuotarono, risucchiati insieme alle forze che la stavano abbandonando. Il cuore pulsò in un estremo, straziante battito. Le palpebre erano incollate da uno strano muco. Provò a sollevarle per una frazione di secondo, e un ghigno avvolto da colonne di fuoco la scrutò con ilarità.

Arkanghelos sussultò. Non aveva più membra. Solo una vaga coscienza le apparteneva ancora, avvolta in un nulla desolante. In quel silenzio senza fine, un'eco distante riempiva le sue orecchie. La voce di Luxifer. La sua risata.

Male. Cattiveria. Parole senza senso per la creatura turbinavano nella sua mente. Le vide farsi largo nella sua anima, attaccarsi alle pareti del suo cuore. Si sentì soffocare. Nei suoi ricordi, l'immagine del Luxifer amorevole lasciò il posto a quel nuovo mostro.

Una fitta lancinante la trafisse.

- Sciocca. Credevi di ricevere il mio amore, rompendo insieme a me il Sigillo?

Il dubbio si smaterializzò dalla mente di Arkanghelos. Era stata ingannata. Dal suo sposo, dalla parte di se stessa che più amava.

Un urlo squarciante riempì il vuoto attorno a lei, un urlo proveniente dalla sua gola. La consapevolezza riuscì per un attimo ad avere la meglio sulla malvagità che la dilaniava.

Una lacrima. La vide galleggiare davanti ai suoi nuovi occhi. Una minuscola scintilla nel buio assoluto. Portò le mani al volto, ma senza trovarne il contatto.

Non aveva più corpo. Era diventata un angelo etereo. Come tutti gli altri.

Una nuova fitta. La malvagità di Luxifer ambiva al controllo della sua mente. Sete di potere, di energia. E subito dopo, il desiderio di essere Lui. Di essere Dio.

Ormai era tutto chiaro.

Ad ogni spasmo, le lacrime non facevano che aumentare. Galleggiavano nell'etere, piccole bolle luminose. Gli ultimi grammi di purezza della sua anima.

Sentì gli occhi infuocarsi, e un'energia violenta scaturire da sé insieme ad un urlo. Tutto era dolore. Persino il suo stesso potere. Quel potere immenso che solo a lei il Padre aveva dato. L'amore per Luxifer. L'amore per quel suo aguzzino che l'aveva tratta in inganno, trasformando la sua unica vera forza in debolezza.

Piangeva. Piangeva sempre di più, distrutta dalla sofferenza. Le sue mani brancolavano spasmodicamente alla ricerca di pace.

- Riposa.

Un bacio a fior di labbra. Un respiro di serenità sul suo volto stanco. Arkanghelos sentì le braccia del Padre ghermirla con amore. Traboccavano di potere. Un potere ben diverso da quello di Luxifer. Una culla per il suo tormento.


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