5th Song - FlameHeart

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Luxifer serrò lo sguardo. Si sentiva debole. Aveva bisogno di molta più energia per illuminare il Terzo Giorno della Creazione.

Arkanghelos resisteva. Non era facile sottometterla al proprio volere, inculcarle i suoi sentimenti e il suo desiderio di grandezza. Riusciva a tenergli testa con un'energia di cui non capiva appieno l'essenza.

Un istante di distrazione. Un brivido di desiderio lo colse impreparato. Il profumo inebriante della sua sposa. Il suo collo morbido e candido. I suoi seni sodi, immagine di perfezione. La sentiva, viva e profonda in lui. Una scintilla in attesa di accendersi.

Scosse la testa con noncuranza. Doveva dimenticare ciò che era stato. Non avrebbe mai più provato un simile godimento.

Contrasse le dita evanescenti. Per un istante percepì la sua forza crescere. Sospirò: era stata ben poca cosa.

- Devo farcela -, ringhiò. - Non posso permettere che quell'essere infimo abbia la meglio!

Urlò con quanta più foga gli fosse possibile. La sua anima bruciò, consumandosi tra raggi di luce.

- Ecco! Ecco il vero Lux Ferens! Eccomi qui, Padre! - Accentuò tale appellativo con disprezzo. - Datti da fare! Fammi vedere cosa sei in grado di compiere!

Una scia di fiamme non sua lo colse di sorpresa, mettendo fine al suo prodigio.

- Gabriel! Allora questa è l'arma segreta dell'Onnipotente! Un comune angelo e...

Una lingua di fuoco gli attraversò la gola. Gabriel estrasse la lama con furore. - Taci, maledetto!

Sul volto di Luxifer lo stupore lasciò spazio ad un'espressione di scherno. - È incredibile! - rise. - Sfidare il Portatore di Luce con la luce stessa!

- Aspetta solo che il tuo petto diventi un solco per la mia spada!

Seguì un fendente che Luxifer schivò con prontezza. Caricò ancora, e l'angelo ne approfittò per lanciargli contro un raggio incandescente.

- Anche per me il fuoco è innocuo! - esclamò Gabriel, eseguendo un affondo a vuoto. - Niente... - Ruotò l'arma sulla testa. - ...può scalfire la spada di Dio! - Colpì con incredibile maestra. Ma ancora una volta senza successo.

- Sei sempre più patetico!

Fiamme e luce si confusero tra loro. Un insieme scomposto di parate e affondi.

Bastò una finta e un movimento laterale. Una scia di fuoco lambì il braccio di Luxifer.

L'angelo incespicò. Quella spada. Stava risucchiando le sue energie. Un po' per volta, ma inesorabilmente.

Si difendeva senza pensare. I suoi arti erano ancora in grado di proteggerlo.

Se ne rese conto solo allora. Stava perdendo il contatto mentale con Arkanghelos. Non percepiva più la sua essenza.

Era solo. Solo contro Gabriel. E per di più ferito.

Forse per la debolezza, o forse fu un istante di distrazione. La lama di Gabriel brillò attraversata da un chiarore dorato.

Un'ombra si interpose tra lui e l'angelo.

Gabriel sussultò. Qualcosa aveva impedito alla sua arma di andare a fondo. Indugiò sullo sguardo sofferente di Arkanghelos. Poi, sulle sue mani, strette convulsamente attorno all'elsa.

Non esitò un solo istante a strappare via la spada. Una scia di fuoco fuoriuscì dal petto della creatura.

Piccole gocce scure brillavano tra le fiamme. Arkanghelos osservò la ferita. Sangue. Sangue di un rosso vivo.

- Cosa?...

Si accasciò un avanti. Tra le mani stringeva un grumo insanguinato.

Un cuore. Morto.

- Cosa ti succede?! Arkanghelos! - Gabriel si chinò su di lei. Era disperato. E non capiva.

La creatura osservò quell'ammasso di carne che serrava tra le dita. E in un attimo capì. Capì che il Secondo Sigillo non era stato ancora spezzato del tutto. La voluttà di Luxifer l'aveva tenuto flebilmente in vita. Imprevedibilmente.

Ecco, tutto ciò che restava del suo vecchio corpo. Un segno di ciò che ella era davvero. Colei che per Luxifer aveva rinunciato alla bellezza, al piacere, al suo potere.

E infine alla vita.

Le labbra di Arkanghelos si stirarono. Una smorfia di dolore, o il sorriso più puro.

Sangue rosso d'amore. E un cuore trafitto.    

Bringing DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora