capitolo 2

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Kira si alzó e si avvicinò alla porta della cucina che dava sull'esterno e si perse nei propri pensieri... i suoi occhi, profondi e di un viola che pareva dalle infinite sfumature, risaltavano un viso minuto e bellissimo anche se provato dalla malattia.
I farek potevano avere iridi di qualsiasi colore e tonalità, il che li rendeva molto particolari.
Teneva legati in una lunga treccia i capelli corvini, tra i quali si potevano distinguere i primi filamenti bianchi.
Lei era sempre stata una donna forte e ottimista. Alla morte di suo marito, era stata capace di mascherare il suo dolore e a infondere coraggio alla figlia, malgrado stesse passando un momento terribile.
Il padre di Haira infatti era morto durante un'irruzione di impostori in casa loro. Era riuscito a proteggere la sua famiglia, ma riportando gravi ferite, da cui non riuscì più a guarire...
La ragazza fin da piccola aveva sempre provato una profonda stima in suo papà e quando questo morì per lei fu come se tutto il mondo le crollasse addosso.
Solo dopo, con l'aiuto del tempo e di Kira, le ferite che portava nel cuore si rimarginarono, lasciando però un segno che sarebbe rimasto per sempre.

D'un tratto dall'esterno provenne il rumore assordante di un'esplosione.
Haira trasalí, si girò di scatto e corse alla porta uscendo preceduta da sua madre.
"Oh mio dio...", esclamò sbigottita.
Donne correvano in una nuvola di fumo urlando preoccupate i nomi dei loro figli e molti soccorrevano le persone vittime dell'impatto.
Una figura avvolta da un lungo mantello nero apparve tra le macerie.
Ammirava compiaciuto quel caos, e sul suo viso affilato comparve un sorriso crudele.
Tutto di lui lasciava trapelare una forza estremamente potente, un potere antico e pericoloso, e Haira ne ebbe paura. I suoi occhi neri come la pece, attraversati da una luce sinistra, incontrarono quelli dorati della farek, la quale sentì una terribile sensazione di impotenza impossessarsi della sua mente, e il terrore la pervase sino alle viscere. Il solo sguardo da parte di quell'estraneo la destabilizzava completamente. È come se una parte di lei sapesse già chi era e cosa voleva.
"Talkor", pronunciò una voce dentro di lei. Rabbrividí.
Lo sguardo di lui si posò su una bambina sperduta che cercava disperatamente i genitori. Una sfera nera andò a crearsi nel palmo della sua mano e un ghigno si disegnò sulla sua bocca.
Haira intuì cosa avrebbe fatto. si fiondó sulla piccola e l'abbracció coprendola completamente.
Vide il potere oscuro farsi sempre più grande e poi direzionarsi verso di lei.
Lo sapeva: sarebbe morta.
Strinse ancora più a se la bambina.
Sentì la voce di sua madre che gridava disperata...
Poi, d'un tratto, qualcosa si liberò in lei. Percepí un flusso di energia scorrere nelle sue vene . Si alzò e rilasciò quel potere.
L'aria si fece densa e le mani le formicolarono. Da un palmo scaturì un getto d'aqua le fece da scudo, scontrandosi, con l'energia nera liberata da quell'essere malvagio.
Un fortissimo impatto le fece perdere l'equilibrio e cadde, rintronata . L'altro invece rimase immobile e assunse uno sguardo innaturalmente serio.
"Finalmente ti ho trovato", sibiló,
"Ora faremo i conti".
La farek non capiva cosa stesse blaterando, era confusa e le sembró tutto solo un sogno. Com'era possibile... come aveva fatto ...

Atharon.  l'erede.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora