capitolo 3

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Talkor fissava Haira con uno sguardo colmo d'odio.
" Quello stolto e lurido di un elfo non aveva capito niente di me", disse in tono compiaciuto e provocatorio.
"È giunta l'ora che qualcuno la paghi per quello che mi ha fatto", aggiunse, tornando serio.
"Che cosa stai dicendo! ", urlò la farek esasperata, ma lui scoppiò in una risata beffarda.
"Allora non sapevi niente eh ? Non importa così sarà ancora più facile eliminarti . Prima hai solo avuto un colpo di fortuna."
Chiuse gli occhi e intorno a lui cominciò a formarsi un'aura nera e densa che lo avvolgeva come una bolla. Sulla sua mano si era generata un'altra sfera oscura. Haira non aveva la minima idea di come avesse fatto un attimo prima a lanciare quel potere e rimase immobile, bloccata dalla paura.
Le sembrava tutto così irreale, così astratto, che non reagiva, le pareva che non dipendesse da lei lo spostarsi e scappare, come quando si è nei sogni...
Ormai l'energia nera l'aveva quasi raggiunta quando una figura si lanció davanti a lei parandola...
Haira si ritrovò nuovamente a terra. Aveva fatto un volo di almeno tre metri. Era tutta dolorante, e sentí un male lancinante al polso sinistro.
Provò a sollevarlo e urlò di dolore: era rotto.
Poi alzò lo sguardo, ricordandosi di quello che era appena successo. Rimase pietrificata: sua madre giaceva al suolo, immobile e pallida come un cencio. Il vestito era intriso dal rosso del sangue che sgorgava a fiotti da un profonda ferita sul petto, gli occhi spalancati e inespressivi, rivolti al vuoto, gli stessi che un attimo prima brillavano di un colore vivace e magnifico.
Era lei che l'aveva protetta.
Non aveva il coraggio di alzarsi e andare a verificare se, effettivamente, il cuore della persona a lei più cara si era fermato. Era paralizzata dal terrore.
Non riusciva neanche a piangere, a disperarsi, non sentiva neppure il male al polso, ora pulsante e violaceo. Il tempo si era fermato a quell'attimo.
Haira si abbandonò a se stessa, semplicemente non aveva nessun motivo per cui vivere, per il quale valesse la pena lottare.
Tutto intorno a lei si fece nero e mentre l'oscurità la inghiottiva sentì a malapena qualcuno afferrarla per il polso sano e stringerla a sé, pronunciando con un filo di voce parole che le parvero incomprensibili.
Dopodiché, il buio.


Atharon.  l'erede.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora