Chapter 20

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Capitolo 20: Sgradite novità

Pov Bella

Seattle, University District, 22 Settembre 2014
"Uffa Edward, ma cos'ha questo appartamento che non va? Quanti ne avremo visti, 20?".
'Dio che esasperazione!'.
Andiamo in giro per Seattle in cerca di un appartamento da almeno un paio di settimane e a Edward non ne piace neanche uno.
Sembra lui la moglie che trova mille difetti ad appartamenti (perfetti a mio parere) ed io il marito annoiato.
A me sembrano tutti uguali.
'Bella non sono tutti uguali e Edward vuole trovare quello perfetto per voi'.
Bene ... adesso ci si mette anche la vocina nella mia testa.
'Perfetto per noi'. Edward ripete questa frase di continuo.
Sorrisi quando sentii due braccia stringermi.
"Andiamo amore ... voglio solo trovare quello perfetto per noi".
Appunto.
Quanto volte nelle ultime settimane ho sentito queste parole? Ormai ho perso il conto.
"Edward ascolta ... abbiamo io 19 e tu 20 anni. Non sarà di certo la casa in cui vivremo per sempre", poi ad una sua occhiataccia mi corressi. "D'accordo ... può darsi che lo sarà, ma lo sapremo solo vivendoci. Insomma ... una casa è perfetta nel momento in cui noi facciamo in modo che lo sia e -", ma m'interruppe.
"Bella, però, vuoi mettere che è anche costruita bene oppure è luminosa quanto basta oppure-".
Stavolta fui io a interromperlo.
Capisco che lui, studiando architettura, guardi tutte queste cose, ma insomma!
È solo una semplice casa.
Io penso che sarà perfetta solo quando ci vivremo dentro e la riempiremo di noi e dei nostri ricordi, ma mi astengo dal dirlo, perché so che mi ammazzerebbe. Solo in quel momento sarebbe stata nostra e sarebbe stata perfetta.
"Va bene amore ... capisco che il tuo istinto di architetto prenda il sopravvento, ma vorrei riuscire a trovare questa casa prima dell'inizio del semestre. D'accordo?".
Almeno quello avrebbe dovuto concedermelo.
"D'accordo piccola, d'accordo".
Si sporse per baciarmi, ma mi scostai.
"Non così in fretta Cullen, sono ancora arrabbiata. Adesso ... vorrei sapere cos'ha che non va questa casa. Sbaglio o sei stato tu a vederla per primo?".
"Sì, però ... adesso non mi convince più", disse imbronciandosi e mettendo su la faccia da cucciolo cui di solito non resistevo.
Appunto ... di solito.
"No caro, stavolta non ci casco. Sto iniziando a pensare che tu non voglia trovarla questa casa. Anzi, sai che ti dico? Preferisco restare a casa di Christian".
La sua espressione era così sorpresa e scioccata che non riuscii a trattenermi dal ridergli in faccia.
"B - Bella stai scherzando vero? Ti prego ... ti giuro che la prossima sarà quella giusta. Lo sento. Dimmi che scherzi, ti prego!".
"Hahahahah ... Oddio Eddy. Avresti dovuto vedere la tua espressione. Esilarante è dire poco. Hahahahah!".
"Piccola strega ... tu mi stavi prendendo in giro! Giuro che questa me la paghi".
"Hahahahah, ma no genio! Dicevo sul serio, Hahahahah. Okay, la smetto. Scusa amore", dissi asciugandomi le lacrime agli occhi.
"Scuse accettate, su ... vieni qui".
Non me lo feci ripetere due volte e mi precipitai tra le sue braccia.
"Ti amo Ed, non dimenticarlo".
"Lo so, e giusto per la cronaca ... ti amo anch'io".

Seattle, University District, 24 Settembre 2014
Cosa mi aveva promesso Edward?
Che l'appartamento successivo sarebbe stato quello giusto?
Sì, come no. Ed io che ci ho pure creduto!
Da quel momento ne abbiamo visti altri quattro e ancora non abbiamo trovato l'appartamento PERFETTO.
Ormai la mia pazienza è al limite e giuro che prima o poi lo strozzo.
La sua voce mi riportò alla realtà.
"Bella insomma! Non troveremo mai quest'appartamento se tu non mi dai una mano".
Lo guardai furiosa alzando un sopracciglio.
"Ah davvero? Adesso sarei io la colpevole? Cioè, fammi capire, TU, trovi difetti a tutto, anche ai muri, e sarei io quella che non aiuta?".
"Amore, non intendevo questo. È solo che ... Oh, insomma! So di averti esasperato e ti chiedo scusa, ma so che quando troveremo quella giusta lo capiremo entrambi e tu invece resti indifferente a tutto".
"Ma è normale. Facciamo così, io me ne torno a casa e quando l'hai trovata me lo dici e vengo a vederla anch'io, d'accordo?".
Mi girai e uscii.
Sapevo cosa avrebbe pensato e che mi avrebbe seguito. Sicuramente si sarebbe fatto mille paranoie.
E infatti. "Amore ma che hai? Sicura di star bene? Bella guardami. Ho fatto qualcosa che non va e non me ne sono accorto?".
"No, tu non hai fatto niente. Sono io che ... Edward, io ...", abbassai lo sguardo, consapevole di non dirgli la verità, "non sono più sicura di voler venire a vivere con te. Inizialmente mi era sembrata una bella idea, anzi bellissima, però adesso ... non so, ho paura e forse ... forse stiamo affrettando un po' le cose. In fondo io non so nemmeno se qualcuna delle mie domande è stata accettata, è inutile fare tutti questi progetti. Magari dovrò tornare a Volterra e frequentare i corsi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Firenze. In Italia ho superato i test e lì sono già iscritta, lo sai".
"Bella vedrai che ti prenderanno. Di certo non si lasceranno scappare una persona dotata e intelligente come te", disse abbracciandomi.
"Edward, ma tu non capisci. Anche se accettassero la mia domanda, cosa di cui dubito fortemente, io comunque non sono più sicura di voler vivere con te".
Enorme cazzata! Sono una grande bugiarda.
Io vorrei andare a vivere con lui, ma non posso.
A Edward non ho ancora detto nulla.
Due giorni fa, tornata a casa, ho trovato le risposte della Seattle University e della Washington State University.
Entrambe negative.
La cosa positiva è che l'università che Edward frequenta, l'University of Washington, non mi ha ancora risposto e se, una volta arrivata, anche questa risposta sarà negativa, dovrò tornare per forza a Volterra.
"Perché dici questo Bella? Dammi un motivo valido. Sono sicuro di una cosa, però. C'è qualcosa sotto. Qualcosa che mi tieni nascosto. Sono due giorni che sei strana, non credere che non me ne sia accorto. E sta sicura che scoprirò il vero motivo. Fosse l'ultima cosa che faccio", disse puntandomi un dito contro e lasciandomi sulle scale a guardarlo confusa.
Poi, rendendosi conto di aver dimenticato qualcosa o qualcuno d'importante, cioè me, tornò indietro. "Allora che fai, resti lì o torni a casa con me?", disse baciandomi una guancia.
Alzai gli occhi al cielo e lo seguii.
Per quel giorno le visite erano finite o forse Edward non voleva più andarci.
Sta di fatto che la situazione non era facile.
Il viaggio in auto fu strano.
L'atmosfera ... decisamente glaciale.
Nessuno dei due parlò, forse perché eravamo troppo impegnati a rimuginare su quello che era successo e così mi persi a guardare il bellissimo skyline di Seattle.
Casa di Christian è nel Queen Ann Hill, uno dei quartieri più belli della città.
Dal balcone della mia stanza avevo una vista meravigliosa sulla città e sul Puget Sound.
Avevo perso il conto delle volte in cui, affacciata a quel balcone, mi ero persa nei miei pensieri.
La cosa più bella di tutte, era ammirare il tramonto.
Mi sono sempre piaciuti i tramonti, ma posso dire con certezza che il tramonto sul Puget Sound toglie il fiato.
Seattle è bellissima a quell'ora del giorno.
In tutto questo pensare, non mi sono neanche resa conto che siamo arrivati sotto casa di Christian.
Il motore dell'auto è ancora acceso, segno che Edward non rimarrà qui.
Mi voltai a guardarlo. "Non resti a cena con noi, stasera?".
"No, preferisco tornare a casa, ho delle cose da fare con Jasper. Ti chiamo più tardi, piccola".
Piccola ... mi ha chiamata piccola.
Forse non è tanto arrabbiato.
Annuii. "D'accordo, a più tardi allora". Gli diedi un bacio sulla guancia e scesi.
Entrata in casa, però, non riuscii a trattenere le lacrime.
Mi sento così triste.
Non riesco a credere che dovrò davvero tornare a Volterra.
So che se glielo chiedessi Edward partirebbe con me, ma io non voglio che lasci la squadra di baseball e i suoi amici per me.
"Bella che hai?".
Alzai lo sguardo, sorpresa di sentire la voce di Christian a quell'ora. Non pensavo che Christian fosse già rientrato.
"Io ...", mi buttai tra le sue braccia. "Sono una bugiarda. Lui ... si arrabbierà".
"Ma che dici? Hey ... hey, guardami. Ci riuscirai. Poi chissà cosa non gli hai detto. Di certo non hai ucciso qualcuno. Devi solo dirgli che non ti hanno presa. Non è la fine del mondo. Frequenterai un anno in Italia e poi tornerai qui. Di cosa hai paura? Se Edward ti ama davvero, allora capirà. E lui ti ama tantissimo. Come si vede lontano un miglio che anche tu sei cotta di lui e lui questo lo sa. Adesso non piangere".
Mi sorrise, accarezzandomi una guancia.
"Non ci riesco. Oggi sono stata così cattiva con lui. Gli ho detto cose che non pensavo e solo per fargli cambiare idea. Gli ho detto che non voglio vivere con lui anche se mi accettassero. E lui ha subito ... si è subito sentito in colpa. Ha pensato fosse colpa sua e invece è tutta colpa mia. Che medico potrò mai essere se non riesco a essere sincera con la persona che amo? E comunque ... lui mi ama adesso! Chissà cosa succederebbe se io andassi via per un anno intero".
"Oh andiamo! Adesso stai facendo una tempesta in un bicchier d'acqua. Smettila. Riuscirai a parlargli molto presto, lo so. Continuerà ad amarti, anche se siete lontani. Non frequenterà nessun'altra, lo conosci. Adesso ... basta piangere. Vieni con me. La cena è pronta".
Christian mi trascinò in sala da pranzo, ma non avevo molta fame. Infatti non mangiai nulla.
Rimasi seduta con lo sguardo fisso sul piatto. Sentivo un peso enorme in gola e nel petto e sapevo che da un momento all'altro sarei entrata di nuovo in modalità pianto.
Tipico di me.
Appena incontro un ostacolo, mi chiudo a riccio e non cerco neanche una soluzione. Lascio semplicemente che le cose vadano come vogliono. Lascio fare al destino che anche questa volta si è accanito contro di me.
Non permetterò mai a Edward di abbandonare la sua vita per seguire me. Ha la sua vita qui ed è giusto che contini a viverla, con o senza di me.
Sentivo lo sguardo di Christian e Jo addosso e non mi azzardavo a ricambiarlo.
Sapevo già cosa vi avrei letto.
Quando non riuscii più a sopportarlo, mi alzai dalla sedia e scappai. Durante la corsa verso la mia stanza, il groppo che avevo in gola esplose e iniziai di nuovo a piangere.
Mi buttai, lanciai sarebbe meglio, sul letto e mi addormentai.

(IN REVISIONE) Per Sempre Noi - The Twilight Saga (AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora