Capitolo 3. Accio

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"Ma dove diavolo sarà? L'ho sempre visto in giro e adesso?" Tanti titoli ma nessuno era quello del libro che stavo cercando io.

<<Ma guarda un po' chi abbiamo qui: Granger. Nemmeno ora che sei un'insegnante smetti di star qui dentro a studiare come un topo da biblioteca>> si fermò lui in tutta la sua altezzosità a guardarmi.
<<Non ti sto ascoltando. Tu non esisti>> dissi continuando a cercare.

<<Si può sapere cosa stai cercando? Mezzosangue?>> Strinsi i pugni, dovevo contenermi dato che adesso eravamo degli insegnanti e avremmo dovuto evitare stupide rappresaglie da ragazzi.
<<Si dia il caso... brutto figlio di papà, che fra una settimana inizieranno le selezioni di quidditch e io non mi sono mai interessata nei particolari alle regole del gioco, quindi sto cercando qualcosa che possa aiutarmi. Harry e Ron spesso leggevano e rileggevano un vecchio libro sull'argomento. Ma non lo trovo>>. Mi feci i comolimenti da sola per aver articolato un discorso tanto comune senza inserire troppo insulti per quel presuntuoso.
Alzò un sopracciglio, e vedendo che non rispondeva andai in un'altra ala della biblioteca a vedere se riuscivo a trovare quel maledettissimo libro che mi stava facendo perdere un sacco di tempo.
Lui con le braccia incrociate al petto, tutto posato con la sua camicia bianca e la cravatta verde smeraldo... anche se non era più uno studente e non era una cravatta da Serpeverde, continuava a non tradire i colori della sua casa.
<<Granger non credo troverai quel libro>> fece lui. <<Malfoy, non hai niente di meglio da fare?>>

<<Guarda che dico sul serio, non lo troverai mai così. Sei davvero una nata babbana>> ero pronta a ribattere ma alzò la bacchetta e tadà! <<Non eri la strega più brillante di Hogwarts, Granger? E non hai pensato ad un semplice incantesimo di appello? Tsk... patetica>>
Si, proprio un bel pugno sul naso, quello era ciò che meritava Malfoy e poi non sarebbe nemmeno stata la prima volta.
<<Non sta bene insegnare ai nostri studenti che tutto può essere risolto con la magia. Non è nei miei metodi. Ma comunque... grazie>> pronunciare un ringraziamento a lui rivolto era come masticare gli aculei di un Ungaro Spimato.
Feci per prendere il libro che aveva tra le mani ma lo tenne in alto dove io non potevo arrivare.
<<Adesso non hai intenzione di darmelo o vuoi solo giocare come un bambino?>> Dissi saltando tentando di prenderlo. <<Come sei piccola, Granger>> e seguì con una fragorosa risata. Povero piccolo illuso, fui nominata insegnante ma non per questo avevo perso la mia tempra.
Gli diedi un pugno allo stomaco e mentre lui si piego io feci per prendere il libro ma si rimise subito in posizione eretta. Non lo feci apposta ma mi tenni al suo collo per darmi la spinta e recuperare il piccolo tomo, ma con quel movimento perse l'equilibrio. Per fortuna si tenne allo scaffale e sorresse anche me. La sua mano era attorno alla mia vita, mi teneva forte; potevo chiaramente sentire il palmo della sua mano a contatto con i miei vestiti, un dettaglio insulso ma fuorviante per me che lo avevo toccato solo per picchiarlo anni prima.
Entrambi avevamo il respiro agitato per quella scossa di paura che venne a galla automaticamente per via della possibile caduta.
Per la barba di Merlino! Era così vicino e dannatamente attraente da questo punto di vista.
<<E questo cos'è? Accio mezzosangue?>> Svanì quel pensiero che di riflesso mi aveva permesos di fargli un mezzo complimento nel silenzio della mia mente, complimento rivolto solo al suo aspetto, ovvio; non c'era altro per cui complimentarsi con un Malfoy.
<<Tsk! Non verrei da te nemmeno se pronunciassi tutti gli incantesimi d'appello esistenti nel mondo magico>> feci per staccarmi da lui ma mi trattenne stringendomi di più <<Ne sei sicura Granger? In fondo non vorrai negare che si sta comodi così>> probabilmente quel suo essere falsamente provocante, non era mai venuto a galla a causa della situazione che tutti stavamo vivendo, ma se anche questo fosse stato diverso non avrei comunque accettato quel genere di provocazioni, nemmeno allora.
<<Io preferisco di no>> tentai ancora ma mentre lui continuava a trattenermi dallo scaffale cadde un libro. Non troppo grande ma comunque prese di spigolo Malfoy dritto in testa e questo svenne.
<<Oh bacchetta lesta!>> mi uscì spontaneo e con un pizzico di panico. Era crollato a terra come un salame, e con uno sforzo immane lo portai fino ad una sedia. "Ok e adesso?" Andai nel corridoio a pochi passi da lui cercando qualcuno ma in quella biblioteca da quando non c'ero più io sembrava non andarci più nessuno.
Sentii un tonfo e mi coprii la bocca con le mani. Era caduto dalla sedia. "Magari tutte queste botte in testa potrebbero giovargli".
<<Levicorpus!>> Andai in infermeria con Draco a testa in giù. Tutti mi lasciavano passare. Alcuni studenti erano preoccupati altri ridevano.
<<Oddio il professore è morto!>> Sentii dire.
<<Tranquilli non è morto ha la testa più dura delle mura di questa scuola. Ci vuole ben altro per ucciderlo>> dissi.
<<GRANGER!>> Si era svegliato.
<<Oh buongiorno biscia secca, ti sei svegliata?>> Feci io divertita.
<<METTIMI SUBITO GIÙ>> Si dimenava mentre stavamo entrando in infermeria.
<<Calmati Malfoy o ti si alzerà la pressione>> okay, quella situazione mi stava divertendo.
<<TI HO DETTO DI METTERMI GIÙ!>> Risi.
<<Altrimenti cosa? Tuo padre lo verrà a sapere?>> Risi ancora più forte poi annullai l'incantesimo e Malfoy cadde sul lettino.
<<Non alzarti subito altrimenti...>> non finii di dirlo che Malfoy si alzò di scatto e vomitò.
<<Vomiterai... che schifo Malfoy. Ma poi non c'è mai nessuno in questa infermeria?! Su avanti sta fermo che ti do una pulita>> dissi puntandogli contro la bacchetta mentre ancora lui restava piegato in preda ai conati di vomito.
<<Tergeo>> pronunciai l'incantesimo e in un attimo il biondino prepotente tornò impeccabile come sempre.
<<Adesso stenditi principessa>> feci per metterlo giù dalle spalle ma con uno schiaffo allontanò la mia mano.
<<Non toccarmi sporca mezzosangue>> in effetti non sarebbe potuta durare una parvenza di "normalità" tra due persone come noi, ci odiavamo a vicenda per natura delle circostanze in cui eravamo cresciuti e quelle parole mi facevano male tutte le volte.
Non dissi una parola, mi girai e uscii chiudendo piano la porta.

☆Alohomora. Dramione☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora