Il ritorno

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Il cadavere di uno zombie è steso davanti alla finestra e Alison lo colpisce violentemente, più volte, in tutte le parti del corpo. Sta piangendo e capisco che si sta sfogando. Il sangue schizza ovunque nella stanza; l'odore è sempre più forte.
Mi avvicino e posandogli una mano sulla spalla gli dico,
-Alison.. Va tutto bene? Puoi smetterla, è morto.-
Lei mi spinge indietro e mi tira uno schiaffo, lasciandomi una bella manata impressa sulla guancia.
-Alison che cazzo hai!?-
In quel momento entra nella stanza Ron.
-Che diavolo è successo?-
Domanda lui, quasi spaventato.
Alison fissa il pavimento e rimane zitta, si mette in ginocchio davanti al vagante mutilato e ricomincia a piangere.
Ron si avvicina e la abbraccia, ripetendogli che deve stare tranquilla.
Non so cosa fare, perché è successo questo alla mia migliore amica?
Probabilmente non era preparata.
Decido di lasciarli da soli, mi sento di troppo.
Quando esco dalla porta, inciampo nel tappetino dell'entrata, e mi trovo a terra.
-Alzati Daiane e prendila!-
Mi alzo di scatto e vedo Rick davanti a me, sorrido, lui sta bene.
-Non è il momento dei saluti, prendi la pistola cazzo!-
Nella confusione corro e cerco di aiutarli, capisco che c'è davvero un grosso problema.
Migliaia di zombie spingono contro le mura e altrettanti ne stanno arrivando.
Non so quale sia la cosa giusta ma tutti saliamo sul tetto e come dei cecchini professionisti li abbattiamo uno ad uno.
Stasera non ceniamo e facciamo una riunione speciale.
-Stiamo tutti bene. io, Glenn, Daryl, Michonne, Abraham,Eugene, Maggie, Tara, Sasha,Rosita.. Siamo tornati, tutti.
Abbiamo trovato tre persone.. Putroppo non si sono rivelate buone come ci aspettavamo e per questo ci abbiamo messo tanto a tornare. Ma di questo vi racconteremo in futuro.
Ora dobbiamo capire come abbattere tutti quegli zombie, ne arriveranno altri e voi tutti lo sapete. Gli spari ne attireranno il doppio e dobbiamo prepararci.-
Sono felice che stiano tutti bene.
Corro a salutare Maggie,Tara e Rosita.
-Possiamo attirarli un po alla volta e abbatterli.-
-Abraham, come facciamo ad attirarli un po alla volta? Questa idea non va bene.-
-Forse dobbiamo prepararci e combatterli tutti.-
-No Glenn, questa volta sono troppi.-
-Magari dobbiamo dirigerli ad ovest.-
-E se poi qualcuno ci rimette la pelle? È troppo rischioso e non risolverebbe la situazione,Maggie.-
Nella sala regna il silenzio e decido di romperlo io.
-So che sono solo una quindicenne, ma io propongo di approfittare di questi momenti in cui ce ne sono pochi per.. Scappare e cercare un altro luogo sicuro.-
In realtà non so se sia una buona idea, ma era la prima cosa che mi veniva in mente.
-Potrebbe essere l'unica soluzione possibile quando la situazione ci sfuggirà di mano, nel frattempo continueremo ad allontanarli io, Daryl, Glenn e Abraham, ma quando diventeranno troppi dovremmo partire.-
Si sentono molte voci rimbombare nella stanza, non tutti sono d'accordo, ma
Rick è sempre molto sicuro di ciò che dice e trasmette sicurezza.. È il leader perfetto.
Terminata la riunione si avvicina a me.
-Daiane, sei davvero cresciuta da quando me ne sono andato, sei preparata, sei maturata e devo dire che hai un'ottima mira. Sei davvero speciale.-
Arrossisco e lo abbraccio.
-Ero preoccupata per voi.-
Rick sorride e si allontana, corre verso Michonne e afferra Judith dolcemente, sorride e la stringe a se.
È una scena stupenda.
Corro da Carol e gli domando dove siano Ron ed Alison.
-Ho portato Alison in infermeria, a quanto pare era impreparata ad un evento simile e.. Insomma a bisogno di supporto, sarebbe carino da parte tua e di Ron che la aiutaste.-
Corro in infermeria e la abbraccio.
-Alison mi hai fatta preoccupare.-
Lei resta in silenzio e fissa la mia guancia.
-Non preoccuparti, non mi hai fatto male.-
Dico per rassicurarla.
Ron esce per lasciarci un pò da sole.
Lei mi fissa negli occhi, riesco a vedere come pian piano diventano lucidi ed una lacrima scende lungo la sua guancia, poi due, tre, quattro...
La abbraccio.
-Stai tranquilla. Non ti accadrà mai nulla.-
Gli sussurro all'orecchio.
Lei inizia a tremare e guarda il pavimento; scende dal lettino su cui era seduta e prende la mia mano, la porta verso la sua gamba sinistra, all'altezza della coscia...

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