CAPITOLO 2

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Sorridi tra

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<< è stato difficile? >> chiese lo psicologo dopo che eseguii quell'ordine. << Il gesto? No. Provare la sensazione di felicità? Si >> risposi indifferente.

<< è possibile che in tutta la tua vita non sia mai successo niente che ti abbia fatto sorridere? >>

...

<< Perché sembri così triste? >> chiese interrompendo i miei pensieri. << Perché lo sono >> risposi automaticamente. << Sarebbe inutile chiederti il motivo vero? >>

<< Esatto >>

<< Sai, sei la ragazza più strana che abbia mai incontrato. Sembri avere ogni giorno un pensiero nuovo per la testa completamente diverso da quello del giorno precedente, mangi poco, ridi poco, non ti piace la musica... Non ti capisco ma allo stesso tempo sento che devo capirti, perché io voglio capirti >> disse tutto d'un fiato.

<< Perché ti piace la musica? >> chiesi. << La musica è la risposta >> sorrise mettendo in mostra le fossette al lato della bocca. << E qual è la domanda? >> volevo metterlo in difficoltà.

<< Perché devi sempre analizzare tutto? >> chiese evitando la mia domanda. << Perché capire tutto quello che mi circonda è l'unica cosa che mi fa stare bene >> feci spallucce.

<< E se ti dicessi che capire quello che ti circonda lo rende solamente più brutto? Lascia questo lavoro alla tua immaginazione >> disse con aria sincera e turbata allo stesso tempo. << Ti stai riferendo a te stesso per caso? Hai paura che possa capire qualcosa di te che non vorresti far trasparire? >>

<< E se io provassi ad analizzare te? Avresti paura? >> mi spostò una ciocca di capelli dal viso per poi soffermarsi su ogni minimo dettaglio del mio volto. << Di sicuro non capirai tanto di me guardando dall'esterno sai? >> socchiusi gli occhi cercando di capire le sue intenzioni. << Non ti guardo perché voglio cercare di capirti, ti guardo perché ne ho bisogno in questo momento >> accennò un sorriso, che si spense subito dopo non appena vide che rifiutai il suo tocco.

Mi alzai.

<< Perché te ne vai? >> cercò di avvicinarsi a me. << Non ho bisogno di un ragazzo che mi dica frasi sdolcinate sin dal primo giorno che mi conosce >> mi voltai infastidita.

<< Perché fai la sostenuta? Non hai neanche un minimo di voglia di conoscermi? >> la sua voce era piena di frustrazione, forse non era abituato ad essere rifiutato.

<< Io so chi sei. Ti chiami Luke, frequenti la mia scuola ed hai l'aspetto del solito ragazzo misterioso in conflitto con se stesso e tutto ciò che lo circonda. La verità? Sei solo una delle tante persone che sono affamate di amore, lo cercano ovunque, in ogni persona che gli passa davanti. Sei debole e ti spezzerei il cuore così facilmente che neanche te ne accorgeresti con il passare dei giorni o dei mesi... >>

<< Non sei te che ti sei sbagliata sul mio conto, sono io che ti ho sopravvalutato... Sei solo la solita ragazza che allontana tutti perché ha paura di spezzargli il cuore, quando sei te la prima ad avere paura di ritrovarti con il cuore spezzato >> si avvicinò a me scuotendo il capo per poi superarmi e sparire da quel posto prima che lo facessi io.

...

<< Perché lo hai allontanato in quel modo? Avevi paura di innamorarti? >> chiese l'uomo sbadigliando visivamente.

<< La prego, non mi faccia queste stupide domande se sa già la risposta >> alzai gli occhi al cielo.

<< La verità è che ho visto il mio riflesso nei suoi occhi.. La mia immagine era circondata da quell'azzurro, i suoi occhi stavano annegando la mia immagine e per la prima volta non riuscivo ad interpretare quello che provavo, non ci riuscivo proprio... >>

<< Avevi paura quindi... >>

<< NO, IO NON HO MAI PAURA >>

<< Quando la smetterai di mentire a te stessa? Sei umana,avere paura è umano, provare emozioni è umano... >>

<< La smetta. Ne ho abbastanza di tutte queste cazzate >> passai entrambe le mie mani tra i capelli già scompigliati. << La smetta >>

<< Posso almeno dire quello che penso? >>

Annuii in modo indifferente quando forse avevo davvero bisogno che qualcuno mi desse la propria opinione, un opinione vera.

<< Hai paura di innamorarti >> disse per l'ennesima volta scrivendo su di un block notes, probabilmente stava appuntando la lista della spesa vista l'attenzione che mi stava dando.

<< Seriamente? Questo è tutto quello che ha? >> quasi urlai.

<< Si. Sono 40 per oggi. Puoi uscire 10 minuti prima >>

<< Bene- gli porsi le banconote accartocciate- tenga >>

<< A mercoledì? >> disse tenendo lo sguardo basso, neanche voleva guardarmi quel bastardo.

<< Ci può contare >> gli sorrisi cordialmente per poi sbattere la porta di quello studio che puzzava di muffa e di tutto ciò che è vecchio in questo mondo.


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