Aprii gli occhi
Pareti bianche, pavimento verde scuro e sporco. Un odore terrificante arrivò alle mie narici facendomi corrugare la fronte. Ero in ginocchio sul pavimento e davanti a me c'era un wc. Si, probabilmente mi trovavo nel bagno della scuola. "fallo" "fallo" "fallo" delle voci iniziarono ad echeggiare nella mia testa. Quel brivido percorse nuovamente la mia schiena. << Non è reale >> dissi tra me e me. "fallo!"
La gola si chiuse, la nausea iniziò a farsi spazio nel mio corpo.
<< Hey tutto bene lì dentro? >> una persona bussò alla porta, facendomi ritornare lucida. << Si... tutto bene >> dissi tirando lo sciacquone per poi aprire la porta e stamparmi un sorriso in faccia. << Però ci hai messo parecchio eh >> disse con aria disprezzante. Non risposi, mi limitai a guardarla. Non staccai gli occhi da lei e lei fece lo stesso . Potevo percepire il suo disagio crescere. << Io ehm... Devo andare >> disse abbassando lo sguardo, interrompendo il contatto visivo.
Uscii dal bagno e mi ritrovai nel corridoio della scuola, nel bel mezzo del pranzo. Nel momento in cui tutti gli studenti camminavano senza una meta, camminavano semplicemente perché volevano fare qualcosa di diverso dal guardare una lavagna sporca e vecchia. Un paio di sguardi incrociarono il mio, nessuno che conoscessi.
Vidi Luke passare vicino a me, so che mi avrebbe evitato perciò per una volta tanto nella mia vita decisi di prendere l'iniziativa << Hey ragazzo misterioso! Come te la passi? >> sorrisi. << Non ci posso credere >> disse sprezzante. << Cosa? >> cercai di apparire confusa. << Ieri mi hai trattato di merda e oggi speri che io mi comporti da compagno delle merendine? Sei proprio strana lo sai? >> i suoi occhi ghiaccio non abbandonavano i miei. << Che sono strana non è una novità... - gli feci notare- Senti, mi dispiace. Non parlo con molte persone, tantomeno con i ragazzi. Non so come si intrattiene una conversazione tranquilla, non so come far ridere le persone e odio avere questa pressione su di me. A volte preferirei stare sola a pensare, è una cazzata assurda me ne rendo conto- feci una pausa- Mi dispiace davvero di averti trattato in quel modo, forse in fondo non te lo meriti neanche >> ammisi le mie colpe. << Odio le persone che pensano troppo, devo ammetterlo, ma io sono il primo a farlo...- si massaggiò la spalla con la mano- Ricominciamo da capo? >> portò la mano in avanti. La guardai per qualche secondo per poi sorridere e stringergliela. << Ricominciamo da capo >>
...
Si, sono una delle solite persone che pensa e pensa e pensa fino a sentirsi male. Non vivo davvero, immagino di farlo e poi quando arriva davvero il momento di agire mi blocco e tutte le aspettative delle altre persone crollano insieme alle mie possibilità di rendere la mia vita più interessante. Non so cosa mi prende,davvero non lo so...
Immagino che io sia solamente una delle tante persone in cerca di attenzione e solitudine allo stesso tempo, una fallita piena di capacità, una mente piena di pensieri pericolosi che prima o poi mi porteranno alla pazzia... Ma non succederà mai, questo lo sappiamo tutti.
Cosa vuoi che ti dica della mia giornata?
Mi sveglio, sorrido a me stessa, mi alzo, guardo fuori dalla finestra sperando di vedere qualcosa di diverso dal solito, una novità. Scendo in cucina, saluto mia madre che sta preparando la colazione alla velocità della luce perché sta per fare tardi per il lavoro, mangio, mi vesto, esco di casa,arrivo a scuola.
Prima campanella, seconda, terza, quarta, quinta,sesta... Tutta quella gente nello stesso edificio mi fa stare male.
Mi ritrovo a casa, con lo stesso sorriso incorniciato da occhiaie, da voce esausta, capelli ed occhi secchi. Mi metto a studiare per il giorno dopo, e quello dopo ancora, e quello dopo ancora... Non ho mai studiato tanto in vita mia. Chiudo i libri, ancora non ho finito, devo rimandare tutto a dopo cena. Mangio alla velocità della luce, dove sono i miei?
Mi metto il pigiama, guardo i libri e li butto per terra. Fanculo tutto. Mi metto sul letto e provo a dormire.
Quanti anni ho? Fidatevi, non ha importanza. Sono stanca e fortunata allo stesso tempo.
Voglio urlare, voglio amare, voglio uccidere.
Non posso fare niente
Mi guardo allo specchio. Cosa vedo? Quel viso che tanto odio ma che in fondo so di amare
Inizio a vedere sfocato.
Il trucco sciolto sul mio viso mi dona molto più di un semplice e banale sorriso.
Sorrido a me stessa mentre la testa continua a girarmi, il sorriso si trasforma in panico, paura, terrore. La vista è sempre più offuscata. Non ho più controllo sul mio corpo. Le mani tremano, le gambe non riescono a sopportare il peso del resto del corpo, inizio a muovere il collo all'indietro. Stringo le mani attorno alla mia gola quasi fino a non respirare.
Tutto inizia a tornare come prima
Sorrido allo specchio, il mio è uno di quei sorrisi malati che ora tutti e nessuno ama. Iniziai a ridere, così tanto che tutto iniziò ad echeggiare, anche quando smisi di ridere, anche quando iniziai a piangere, le mie stesse risate si prendevano gioco di me "ora tu resti qui seduta in silenzio".
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We See What We Want
De TodoSinceramente? Provare a scrivere la trama di questa storia è per me un'impresa impossibile visto che è il risultato di varie riflessioni estive e pre estive, sembrerò pazza lo so ma ancora devo decidere dove voglio puntare con questa storia e sincer...