We are brothers

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Sono incantata a guardare dalla finestra il bellissimo paesaggio che si presta dalla finestra della mia stanza, quando poso un attimo gli occhi sull'orologio mi accorgo che ho passato delle ore davanti ad ammirare il panorama.
Metto i sandali rosa che mi ha regalato la mamma per il compleanno ed esco dalla mia stanza.
-Samantha dove vai?- Mi chiede mamma vedendo che sto uscendo da casa.
-Mamma vado in spiaggia.-
-Tesoro stai attenta, mi raccomando.-
-Tranquilla mamma.- Le poso un bacio sulla guancia ed esco di casa.
Salgo sulla mia bici rosa e la pedalo fino alla spiaggia.
Quando arrivo la lascio vicino alla passerrella di legno, tolgo le scarpe e affondo i piedi nella sabbia. È una sensazione così bella... Cammino e gioco con la sabbia per poi avvicinarmi di piú alla riva fino a bagnarmi i piedi.
Amo cosí tanto il paesaggio del mare... La sabbia, le onde, l'acqua cristallina ma la cosa più bella è senz'altro il momento in cui il sole tramonta sul mare.
Mi piace perché in un certo senso io e il mare abbiamo molte cose in comune. Come lui io sono calma,limpida, agitata, ma soprattutto profonda... si profonda, riesco a provare cose che i bambini della mia etá spesso non provano, emozioni che non riesco a spiegare nemmeno alla mia migliore amica, Ilary.
-Bu!-
-Aaah!-
-Ehy come strilli.-
-Ryan mi hai fatto prendere un colpo.-
-Mi dispiace.-
-Non dispiacerti, tanto rimani sempre birbante.-
Gli do un buffetto sulla guancia e torniamo sederci. -É sempre cosí bello qui...-
-Eh giá.-
-Sam.-
-Che c'é Ryan?-
Si avvicina di più poggiandomi una mano sulla guancia.
-Sei cosí bella Sam.-
-G...razie.- Cosa gli prende? -Ryan qualcosa non va?-
-Non ci vedremo più per un bel pó Samantha.- Sussura a voce roca.
-Mi stai facendo preoccupare.-
-No tranquilla non é qualcosa di grave, solo che...-
-Solo che?-
-Devo andare a vivere con mia madre...-
-Cosa? Perché? No ti prego non lasciarmi sola!-
-Sam nemmeno io non voglio andarmene, non posso stare un minuto senza di te, ma purtroppo mia mamma ha vinto la causa del divorzio ed é riuscita ad avere il mio affidamento.-
-E quando torni?- Le lacrime cominciano giá a bagnarmi il viso e mi si crea un vuoto dentro.
-Per favore Sam non piangere.- Mi implora asciugandomi una lacrima con il pollice.
-Devo rimanere con lei fino a 18 anni compiuti, poi potró tornare.-
-Ryan ma sono cinque anni! Mio dio come faccio a stare senza di te per cinque anni.-
-Io non lo so Sam, non sará facile nemmeno per me starti lontano.-
-Quando parti?-
-Si e no tra due giorni.-
-Cosí poco...-
-Sam.-
-Si?-
-Non mi ero accorto che i tuoi occhi fossero cosí belli.-
-Io...-
-Sono dello stesso colore dell'oceano.-
Si avvicina ancora, la distanza tra i nostri volti è quasi nulla.
-Sai Sam, qualche anno fa... Non ricordo bene quando, papà mi ha detto che sarei dovuto stare attento a come mi comportavo con te man mano che saremmo cresciuti.-
-Perché ti ha detto una cosa simile?-
-Mi ha detto che crescendo avrei cominciato a vederti con occhi diversi, sai e proprio adesso mi rendo conto che ha ragione...Sei cosí bella Samantha, lo sei sempre stata solo che me ne sono accorto solo in questi ultimi mesi.-
Smette di parlare e unisce le mie labbra alle sue in un casto bacio.
Si stacca da me e mi accarezza i capelli.
-Andiamo a casa, Kaitlyn poi si arrabbia se arriviamo tardi.-
-Va bene.- Si alza e mi porge la mano, mi aggrappo a questa e mi tiro sú.

***
-Era ora che tornaste, a lavarsi su!- Dice mia mamma scompigliandoci i capelli.
-Va bene Kaitlyn.- Le sorride Ryan. -A chi arriva prima nella doccia!- Grida, quando é già partito come un fulmine mentre io cerco di prenderlo.
-Eh no! Stavolta mi faccio io la doccia per prima.-
-Scordatelo Sam ci stai sempre un sacco! -
-Ma mi pare ovvio guarda che tutti 'sti capelli non si lavano per magia.-
-Su bambini non fate storie e lavatevi.- grida mamma dalla cucina.
-Va bene hai vinto, su Raperonzolo vai a farti la doccia.-
-Gné!- Gli faccio la linguaccia e mi chiudo in bagno.
Quando esco ho i capelli gonfissimi a causa dell'effetto fono.
-Madonna mia finalmente! Quasi mi preoccupavo che fossi caduta nel Water.-
-Ovviamente! Vai a lavarti. -
Gli stampo un bacio sulla guancia e raggiungo la mamma in cucina.
-Mamma vuoi un aiuto a preparare?
Si grazie tesoro. -
-Bene, cosa faccio? -
-Apparecchia la tavola.-
-Va bene.-

La cena era stata abbastanza silenziosa, mamma e Jordan non parlavano e Ryan si limitava a guardarmi...Proprio guardandolo ero arrossita, pensavo a quello che era successo qualche ora prima in spiaggia. Poi mi ricordai anche che fra due giorni non l'avrei piú visto, per cinque anni.
-Buonanotte mamma.- La salutiamo io e Ryan.
-Buonanotte piccoli.-
Chiudo gli occhi ma dopo 5 minuti li apro, mi rigiro varie volte nel letto ma niente. Poso lo guardo sul letto di Ryan, sembra dormire e mi da le spalle.
Richiudo gli occhi in un altro tentativo di dormire ma niente, li apro mi alzo e mi affaccio alla grande finestra che da vista sulla spiaggia. Esco nel piccolo balconcino e mi appoggio con i gomiti sulla ringhiera e inizio ad ammirare il cielo, questa sera sembra piú stellato rispetto alle altre o forse sono io che inizio ad accusare sintomi di sonno.
Sono persa nei pensieri quando una mano mi si posa sulla spalla al che sussulto.
-Non hai sonno?-
-Giá... E tu?-
-Nemmeno io...-
-Perfetto allora che dici di guardare questo bellissimo cielo insieme?-
-Va bene.-
Mi sorride e io faccio lo stesso di rimando.
É concentrato a fissare il cielo, o meglio sembra concentrato, in certi momenti sembra perso nei suoi pensieri.
Lo guardo meglio...Non mi ero accorta che i suoi occhi fossero cosí belli, hanno uno strano luccichio. Poi poso lo sguardo sulle sue labbra... Sono carnose e screpolate, quando ripenso che mi ha baciata sento uno strano formicolio alla pancia e non riesco a evitare di mordermi il labbro.
-Sam qualcosa non va?- Mi risveglio dai miei strani pensieri e vedo che mi guarda con aria corrucciata.
-N...o perché?-
-Mi fissi da circa 10 minuti.-
Ahiahi, mi ha beccata. Che figura...
-Io...Cioé, non so lo perché.-
-É meglio andare a letto altrimenti domani Kaitlyn da di matto se ci svegliamo alle 12:00 come oggi.-
-Hai ragione, andiamo a letto.-
Rientriamo in camera e ci sdraiamo ognuno nel proprio letto,chiudo gli occhi,finalmente li sento pesanti e mi addormento.

***
-Scordatevelo! Io oggi non mi muovo da qui, avete capito?-
-Ryan non complicare le cose.-
-No! Siete voi che complicate tutto!-
-Ma che succede?- Ho ancora la voce impastata dal sonno. Apro gli occhi, li sbatto un pó per mettere a fuoco indosso le ciabatte e scendo di sotto da dove provengono le urla.
-Voi non capite! Oggi non parto, scordatevelo!-
-Cosa?- Riesco a malapena a dire con la voce che mi muore in gola.
-Samantha ti sei svegliata.- Dice mamma, é preoccupata ma allo stesso tempo sembra triste.
-Mamma che succede?- La mamma tace allora lo chiedo Jordan.
-Qualcuno mi dice che succede?!-
-Ryan deve partire. Oggi.- Scaglia la pietra.
-Che cosa? No! Vi scongiuro non potete lasciarlo partire oggi, vi prego, solo un altro giorno.- Piango disperata.
-Samantha non si può... -
A quel punto cado a terra sulle ginocchia assolta nelle mie lacrime.
-Vaffanculo.- Mormora Ryan mentre sale di sopra in camera a fare le valigie.
-Samantha non piangere.- Mi consola Mamma. Io sono troppo devastata per ascoltarla, la spingo e vado in camera.
Apro la porta e corro ad abbracciare Ryan.
-Come faró. Come?- La mia voce è rotta dai svariati singhiozzi.
-Sam, ti prego non fare cosí.-
Si stacca dall'abbraccio e mi bacia.
Mi allontano confusa e asciugo le lacrime col dorso della mano.
-Ryan perché mi baci...-
-Samantha io davvero non lo so, non capisco piú niente. So solo che mi sento attratto da te come una calamita.-
-Ryan ma noi siamo fratelli.-
-No che non lo siamo cavolo!- Urla battendo i pugni sul muro.
-Ryan...- Sussurro un pó sconcerta dalla sua reazione, non era da lui fare in quel modo e con me non si era mai arrabbiato.
-Forse é meglio che me ne vada. Hanno ragione, tu stai cambiando, io sto cambiando e se non me ne vado adesso probabilmente sarà peggio.-
-No Ryan ti prego.-
-Addio Samantha.-
-No! Ti prego!- Grido con tutta la voce che mi rimane ma lui é giá uscito.
Quando sento la porta di casa chiudersi e subito dopo il motore dell'auto di Jordan accendersi, mi arriva una forte fitta al cuore.
Non ci posso credere, se n'é andato. Io sono rimasta qui sola e a lui non è importato niente.

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