Restraint

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UNA SETTIMANA DOPO...

SAMANTHA'POV
"Allora, é tutto apposto, direi che oggi puó ritornare a casa signorina Cooper. Miraccondo non si agiti ed eviti di mettere a sforzo la mente per ricordare. Stia tranquilla prima o poi ricorderà." Dice il dottore.
"Lo spero..."la mia voce suona più come un sussurro, il dottore si congeda ed esce dalla stanza mentre io continuo ancora a fissare il pavimento.
"Ehy, che ti prende?" Mi dice Ryan prendendomi il mento fra le dita.
"Niente" Sospiro. Anche se non ricordo piú niente...Anche se non so piú chi sono mi sento al sicuro con Ryan, la sua voce cosí vellutata,il suo tocco, i suoi occhi cosí azzurri...É cosí bello da far invidia a una statua greca. "Piccola ti ho portato i tuoi vestiti."La voce di Ryan mi squote dai pensieri.
"Em...grazie..."
Mi porge il borsone e lo apro... prendo un indumento a caso, mi capitano tra Le mani degli shorts striminzitti. Davvero indossavo questi cosi?
"Ehy non guardarmi in quel modo sono tuoi, li ho presi dall'armadio."
"Okay...vado in bagno a vestirmi."
"Fai pure."
Prendo il borsone e mi chiudo a chiave in bagno. Mi sciacquo la faccia e apro il borsone,trovo una spazzola, sistemo i capelli e inzio a vestirmi.
Anche le mutandine non sono molto caste..sono delle brasiliane, il reggiseno mi valorizza molto le mie...em..gemelle.
Metto le vans e mi accorgo che quando mi abbasso rimango con il sedere mezzo scoperto.
È impossibile...Non posso credere che vestivo così.
Quando esco dal bagno e mi ritrovo la figura slanciata di Ryan a sovrastarmi non riesco ad evitare di arrossire. Provo coprirmi il viso con le mani ma lui mi prende i polsi e mi trascina tra le sue braccia, io sono ancora imbarazzata e sprofondo la testa sul suo petto.
"Sei bellissima, anche quando arrossisci. Non nasconderti più davanti a me okay?"
Annuisco leggermente, dopo di che usciamo dalla stanza, firmo e finalmente posso lasciare questo dannato ospedale.
"Dove hai la macchina?"
"Macchina? Sono venuto in moto, vieni" Mi porge il casco e mi aiuta a salire.
"Tieniti stretta a me okay?"
"Si" Sono di nuovo rossa ma per fortuna con il casco non si vede nulla.
***
"Eccoci questa é casa nostra."
"Wow...ma...Non mi avevi detto che abitavamo cosi vicino al mare."
"Ci sono tante altre cose che non ti ho detto."
"Vieni,entriamo." Rimango di stucco quando entro, é una casa molto bella, dall'arredamento moderno.
Sento di essere veramente a casa mia ed é la più bella sensazione che ho provato fin ora.
"Loro...Insomma, dove sono?"
"Mamma e papà dici?"Annuisco.
"Saranno usciti a far visita alla nonna di Ilary, sai sta poco bene."
"Capisco."
" La no...tua -si corregge- stanza é di sopra"
"O-kay..."
Provo a salire il primo scalino e lo sforzo mi provoca un pó di pressione alla caviglia, tanto che devo aggrapparmi alla ringhiera.
"Ehy" viene verso di prendendomi in braccio a mo di principessa.
"Avevo dimenticato il problema alla caviglia...Scusami"
"Uhm..fa niente. "È cosí rassicurante stare tra le sue braccia.
Mi fa scendere e apre la porta, entro e rimango un pó a fissare l'ambiente. Do uno sguardo all'armadio enorme poi gli occhi mi cadono sulla presenza di un secondo letto.
"Tu...-"
"Se vuoi io posso spostarmi nello studio. Il divano é abbastanza comodo." Mi anticipa e fa per andarsene,lo abbraccio dalla schiena, non so perché ma non voglio che se ne vada. Al mio gesto inatteso sussulta e contrae tutti i muscoli.
"Non andare...Resta, puoi dormire qui non mi disturba."
Si gira di scatto mi prende il viso tra le mani e unisce le nostre fronti, le sue labbra...Ho una voglia incontenibile di essere baciata, sento dei brividi lungo tutto il corpo ma lui non lo fa.
"Riposati, oggi pomeriggio usciamo."
Ha cambiato di colpo umore, adesso è piú freddo e distaccato.
"Dormirai qui con me. " Suona più come un affermazione che come una
domanda.
"Come vuoi tu."
Mi rivolge un ultimo sguardo ed esce.

***

Quando apro gli occhi mi trovo davanti la figura alta e slanciata di Ryan fissarmi.
"Qu-alcosa non va?" Fanculo alla voce impastata dal sonno.'
" Sistemati usciamo."
"Oh em...Si."
Senza dire alcun altra parola esce.
Mi alzo dal letto e mi dirigo al bagno.
Cerco di rendermi presentabile ed esco dalla stanza.
Merda e adesso? Devo farmi tutte queste scale?
Non faccio nemmeno il primo gradino che mi sento sollevare dal pavimento e prendere in braccio.
"Non pensavi mica che ti avrei fatto fare le scale in queste condizioni?"
" Bhé...Veramente. ..io"
Mi sorride leggermente e inizia a scendere le scale, senza alcuno sforzo, o comunque non lo da a vedere.
"Tesoro!"Cinguetta una voce. Ryan mi mette giù e quella che suppongo essere mia madre mi salta addoso.
"Tesoro mio, come stai?"
"Bene..mamma..." tento di dire.
"Ti ricordi che sono la tua mamma?"
"Bhé ecco.."Abbasso lo sguardo e il suo sorriso si spegne.
"Katlyn basta non stressarla."
Mi scosta dall'abbraccio di quella che sarebbe mia madre e mi prende per mano, quel gesto é cosí inatteso che il contatto con la sua pelle mi provoca un sacco di brividi.
"Dove andate?"
"Segreto" fa l'occhiolino a Katlyn e usciamo di casa.
"Non posso sapere dove stiamo andando?"
"No,no" Mi lascia la mano e tira fuori dalla tasca una bandana.
"Che intendi fare con quella?"
"Ti bendo"
"E come faccio a vedere?"
"Non devi vedere. Adesso basta fare domande." Mi benda gli occhi e il mio senso dell'orientamento va a farsi benedire.
Qualche minuto dopo mi sento Sollevare da terra.
"Non irrigidirti come un pezzo di legno allacciami le gambe alla vita"
"Ma ti romperó la schiena!"
"Sei piú leggera di quanto immagini"
Non c'è verso di dissuaderlo, mi aggrappo alle sue spalle possenti e mi tiro un pó piú su.
"Okay possiamo andare adesso."
Oh ma insomma dove mi stai portando.
"Potrai anche sbattere la testa cento volte ma sei sempre una curiosona."
"Dio quanto sei antipatico."
"E la tua lingua biforcuta, anche quella non è cambiata."
"Ehy!"Gli mollo un pugno nella schiena
"okay non parlo più" Ride.
"Ryan..."
"Che c'è?"
"Cos'eravamo prima?"
"In che senzo?"
"Il nostro rapporto, voglio dire..."
" fratelli, fratellastri... non cambia . " Ecco lo sapevo che avevo sbagliato a farmi strane idee, mi considera solo sua sorella.
"Perché questa domanda Samantha?" Dice serio.
Le mani mi iniziano a tremare. Non mi ha mai chiamata con il mio intero nome. Decido di non rispondere e lui sembra non avere niente in contrario.
Mi mette giù, mi toglie la benda e la vista del sole che tramonta sul mare mi ruba il fiato.
"È bellissimo Ryan."
Mi afferra saldamente per un polso girandomi verso di lui incastrando le sue iridi ghiacciate nelle mie. "Rispondi alla mia domanda di prima."
"N-on lo so, mi è venuto così per testa e te l'ho chiesto." Mento e lui sembra capirlo.
Stringe ancora di più la presa sul mio polso e l'espressione sul suo volto si fa sempre più scazzata.
"Non dirmi cazzate Samantha, so cosa hai pensato ma tra noi non potrà mai esserci nulla."
"Io pensavo che..."
"Cosa pensavi?" M'incalza.
"Pensavo che noi...insomma..." la voce mi muore in gola.
" Pensavi che avessimo avuto un rapporto che andasse oltre!?" Dice Rimango zitta ad annegare nella mia tristezza.
"Ammettilo." Dice nervoso, sta perdendo la calma.
"Io..." gli occhi mi s'iniziano ad inumidire e una lacrima mi riga la guancia.
"Come... siamo fratelli cristo." Ringhia mettendosi le mani tra i capelli.
"Merda, merda" sospira passandosi una mano sul viso. "Credo sia meglio tornare a casa si é fatto tardi." Tuona ed io lo seguo senza dire niente mantenendo le distanze il più possibile

***
RYAN'POV

"Ragazzi appena in tempo." Ci sorride Katlyn. "Andate a lavarvi le mani la cena è in tavola."
Sam prende posto di fronte a me, mentre noi iniziamo a mangiare, lei fissa un pó impietrita il piatto. "Tesoro, é il tuo piatto preferito." Spiega Katlyn notando lo stupore della figlia nel guardare quell'ammasso di porcherie messe insieme.
"Già il tuo piatto preferito è un Cheeseburger, davvero molto dietetico" Cerco di alleggerire l'atmosfera tesa che si è creata.
Smette di fissare il piatto e mi rivolge un occhiata omicida. Ha gli occhi rossi, stanchi come se avesse pianto per un tempo indeterminato.
Merda che ho combinato l'ho fatta piangere. Sono una merda, mi ero ripromesso di non farla più star male ma lei mi istiga cazzo.
"Allora Sam, ti stai trovando a tuo agio qui?"
"Papá insomma, è qua da meno di ventiquattro ore, fatela respirare" Ringhio. Ma perché tutta quest'ossessione di chiederle cosa ricorda se si trova bene e cazzate varie?
"No é tutto okay, va tutto bene davvero, Jordan. Ryan é molto gentile con me." Afferma con voce sottile e distaccata. I suoi occhi rossi e la voce cupa sono come una tortura per me. Per quanto sia inevitabile per me farla soffrire non sopporto di vederla così, mi uccide.
Incapace di riuscire a reggere ancora il suo sguardo colmo d'odio e tristezza decido di andare.
"La cena era ottima, sono molto e stanco vado di sopra, buona notte a tutti." Mio padre e Katlyn annuiscono mentre Sam sembra delusa e infastidita dalla mia decisione.
Salgo in camera, mi spoglio velocemente e mi dirigo nella doccia. Mi lascio avvolgere dal getto d'acqua, chiudo gli occhi e ripenso ai suoi rossi e stanchi occhi, avrei voluto baciarla fino a far scomparire tutta la sua tristezza, ma non posso, non sarebbe giusto. Finirei per illuderla.
Mi avvolgo un asciugamano in vita ed esco dal bagno.
In quello stesso momento Sam entra in stanza chiudendo la porta a chiave. Ha ancora gli occhi rossi solo che adesso sembra arrabbiata. Si morde il labbro e rimane ferma a fissarmi.
Mi avvicino a lei con passo deciso.
"Perché hai chius-" non riesco a continuare che mi bacia. Non rispondo al bacio, non posso, non sarebbe giusto, la Sam che conosco io non avrebbe mai fatto una cosa cosí. Non mi sarebbe mai saltata addosso,
adesso si comporta così perché è come se mi conoscesse appena, e si è infatuata.
Si stacca dalle mie labbra, poggia le mani sul mio petto, non la fermo e sussulta a contatto con la mia pelle ancora bagnata. Fa scendere le mani lungo il mio addome e si ferma al bordo della tovaglia. alza il suo sguardo su di me v inchiodandomi con i suoi occhi. Non farlo, cristo, fermati.
Posa le piccole mani sul bordo della tovaglia, le stringo i polsi e le alzo le mani lungo la testa per fermarla. Il mio autocontrollo fa a farsi benedire e non riesco piú a trattenermi di fronte alle sue labbra così desiderose di un mio bacio,cado vittima della sua bellezza e la bacio.







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